Esaurito
Descrizione
"Mentre abbiamo vissuto dentro l'Europa, su di essa, non ci siamo mai sentiti abbracciati da quest'unità, da essa protetti, poiché eravamo impegnati in lotte particolari, in aspirazioni superficiali perché basate sull'unità impercettibile". Così Maria Zambrano, negli anni culminanti del secondo conflitto mondiale, rivolge uno sguardo personale, filosofico e lirico, alle vicende del vecchio continente. Tra le macerie frutto dell'azione distruttrice, la filosofa spagnola riflette sulle cause di un tale disastro e su quei fondamenti della civiltà occidentale - il pensiero greco e il cristianesimo di Agostino - che fanno ben sperare sulle possibilità dell'Europa di risorgere.
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Frammenti di pensiero sulle macerie dell’Europa devastata dalla seconda guerra mondiale di una fra le più grandi donne filosofo del Novecento. Con prosa nitida, a tratti dotata di un lirismo che ammalia nella sua intrinseca bellezza, la testimonianza della Zambrano diventa occasione in questo inizio del nuovo decennio del XXI sec. per riflettere sulla ri-costruzione dell’Europa degli ultimi cinquant’anni. Sono pagine preziose che si soffermano sul pensiero greco, su Agostino d’Ippona e sul suo cristianesimo, pagine che inducono a riflettere sul significato di essere europei. Afferma in un brano la Zambrano: «Lo sforzo dell’uomo europeo è stato l’instancabile tensione di protendersi verso un mondo, una città sempre all’orizzonte, irraggiungibile».
Tratto dalla rivista Il Regno n. 2/2010
(htto://www.ilregno.it)
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