Persona, logos, relazione
-Una fenomenologia al plurale
(I Prismi. Saggi)EAN 9788831173872
Il testo che si intende presentare è una raccolta di scritti in onore di Angela Ales Bello. Il titolo Persona, Logos, Relazione racchiude in sé il cuore di tutta l’attività speculativa della studiosa, identificando i temi caldi che costituiscono il messaggio fondamentale della sua intensa attività. Presidente del “Centro Italiano di Ricerche Fenomenologiche”, ha saputo costituire una feconda comunità di ricerca in nome del rigore teoretico che la fenomenologia afferma al fine di riconoscersi non esclusivamente come metodo, disciplina o dottrina, ma per aprirsi ad una prospettiva di salvaguardia della libertà dell’uomo, dedicando in questo modo la dovuta attenzione alla dimensione spirituale.
Proprio in ordine ad una simile concezione, l’Introduzione al testo ci ricorda come ultimamente il suo lavoro ribadisca «l’invito a riconoscere il primato dell’intenzionalità della coscienza e del suo vivere esperienziale» (5). Nell’orizzonte della complessità della ricerca fenomenologica, Ales Bello ha operato una scelta “al femminile”: si deve infatti alla sua attività la riscoperta di autrici quali Edith Stein, Hedwig Conrad-Martius e Gerda Walther.
Queste autrici giocano un ruolo fondamentale nella sua ricerca approfondita ed appassionata. Occuparsi della complessità del loro pensiero sottolinea in maniera incisiva il largo ventaglio di interessi che implica l’occuparsi di fenomenologia, prospettiva che da sempre la Professoressa pone al centro del proprio lavoro. Questa raccolta costituisce un esempio emblematico della poliedricità che esige lo studio della fenomenologia: ogni ambito della questione antropologica è infatti chiamato ad entrare in dialogo con le ricerche fenomenologiche. Sin dalle prime pagine si evidenzia l’intenzione di voler costituire un terreno adatto al «filosofare insieme di una comunità di ricerca che si ritrova unita da un orizzonte veritativo teleologicamente accomunante» (5). Come detto, la ricerca fenomenologica è strutturalmente votata alla versatilità, ed una simile qualità favorisce il fiorire di una molteplicità di campi di interesse. Ed è per questo motivo che un gran numero di studiosi, secondo la propria specialità, ha voluto offrire un contributo in nome di questa fenomenologia plurale (sottotitolo dell’opera).
Il volume si compone di nove distinte sezioni in cui sono raccolti i contributi di ciascuno degli autori che hanno partecipato con un proprio saggio alla redazione del testo. La prima sezione è dedicata alla fenomenologia e storia della filosofia. Come è possibile intuire dal titolo, vi sono inseriti gli articoli che toccano la questione fenomenologica in relazione alla più generale storia della filosofia. Un’attenzione particolare e ricorrente è dedicata al capostipite della scuola fenomenologica, Edmund Husserl. Tra le prime questioni si analizza infatti il rapporto tra coscienza e mondo in E. Husserl (B. M. d’Ippolito), ma anche la determinazione monadologica del mondo nel pensiero dello stesso filosofo (titolo originale Husserl’s Monadological Determination of the World di J. G. Hart).
Si può trovare inoltre un saggio sull’introduzione all’etica di Husserl (F. S. Trincia), ma anche una serie di confronti a partire dal pensiero husserliano in relazione con quelli di altri filosofi tra cui Wittgenstein e Levinas (i relativi contributi sono rispettivamente a firma di P. Manganaro e S. Currò). Nella seconda sezione si affronta l’ambito della metafisica e della filosofia della religione; tra le firme che hanno offerto il proprio contributo in questa sezione, si citano gli interventi di A. Molinaro, L. Messinese, A. Fabris e F. Alfieri. Questa è la sezione dedicata ai saggi sulla creazione (A. Molinaro) e sul pensare Dio (L. Messinese), che affronta alcune questioni metafisiche a partire da temi quali la rivelazione, la religione, l’esperienza religiosa e il suo rapporto con la fenomenologia. Le tematiche riguardanti l’ambito teologico e mistico sono raccolte invece nella terza sezione.
Il primo contributo ci propone un approfondimento sulla tematica della mistica oggettiva (A. Scola), per poi andare a considerare nel secondo saggio il rapporto tra individuo e comunità (P. Coda) in prospettiva teologica. Sempre questo è l’ambito in cui è possibile leggere il contributo di F. Brezzi che propone un percorso che va dall’estetica teologica alla Sophia che gioca con Dio. Di seguito si raccolgono ulteriori riflessioni, tra le quali quelle sull’esperienza mistica nelle diverse prospettive delle tre religioni profetiche (P. Ricci Sindoni), sulla conoscenza mistica ed esperienza di Dio (V. Possenti) e sul concetto di unio mystica in Gerda Walther (M. P. Pellegrino).
Il volume propone di seguito la densa sezione dedicata all’antropologia filosofica, all’etica e al diritto. Anche in questo caso ogni saggio rappresenta un caldo invito alla riflessione sull’importanza dei tre concetti che danno il titolo all’intera opera: Persona - Logos - Relazione. La raccolta di contributi stimola l’attenzione del lettore, invitando a soffermarsi in maniera diffusa ed approfondita sull’esperienza relazionale, esistenziale, di vita e di morte e sul valore del dialogo come esperienza che parte dal silenzio per arrivare all’ascolto (per quest’ultimo concetto, si veda il saggio di G. Cicchese). Non si trascura l’importanza della questione antropologica in prospettiva post-secolare (M. Signore), e neanche la dimensione del diritto, si propongono infatti le riflessioni su formalismo giuridico e realismo fenomenologico (L. Avitabile).
Tra gli autori di questa sezione si ricordano inoltre E. Baccarini, A. Rizzacasa e A. M. Pezzella. La quinta sezione è il luogo dedicato ad un interessante interrogativo: Fenomenologia versus Scienze? L’incontro con le “discipline scientifiche” – ampiamente intese – è giustificato fin dai principi epistemologici della fenomenologia, che la delineano infatti quale disciplina sempre aperta al dialogo e al confronto. P. Trupia, R. Cipriani, R. Poli sono tra gli autori che hanno partecipato con un proprio saggio. Nella sesta sezione sono riportati alcuni saggi sull’argomento sottolineando le questioni sulla psicopatologia, sulla dimensione trascendentale, sulla malattia maniaco-depressiva e sull’ambito esistenziale (tra gli altri B. Callieri e A. Garofalo). La settima sezione è interamente dedicata al pensiero di Angela Ales Bello. La penultima sezione del volume riporta un “frammento poetico” intitolato The Song of the “Promised One”.
A Christian “Song of Songs” di A. Zaremba, mentre l’ultima chiude il lavoro con un articolo che riporta un’incontro con Angela Ales Bello a cura di M. D’Ambra dal titolo Una questione di metodo. Uno sguardo sulla realtà umana, in cui l’autore ripercorre le tappe più significative che hanno segnato la carriera della Professoressa. Lo stesso D’Ambra insieme ad A. M. Sciacca ha curato la dettagliata nota bibliografica dei lavori di Angela Ales Bello che conclude la sezione e contemporaneamente il volume. Mi soffermo brevemente sulla settima sezione, aperta dal saggio di D. Verducci. Esso riporta una densa argomentazione sull’obiettivo riassunto nell’espressione “innestare su un pensiero vivo la tradizione filosofica” che ha portato alla nascita e sviluppo della scuola fenomenologica.
Di questo proposito, che imposta una modalità filosofica «basata sullo scambio teoretico non meramente speculativo, ma vissuto, cioè intersoggettivamente ricco e volto alla continua rivitalizzazione del piano delle idee, in virtù del sempre rinnovato innesto di esso su un pensiero attuale e vivo» (794), Ales Bello ha saputo essere maestra. La familiarità con il metodo fenomenologico ha messo la sua opera in sintonia con lo sforzo di mediazione operato dalla Stein nei confronti dell’opera husserliana, aprendo l’orizzonte a quel “risvolto teologico” che compare ma che forse lo stesso Husserl «non avrebbe mai voluto che [...] diventasse oggetto di una ricerca specifica» (801), e che tuttavia apre la prospettiva di una radice unica tanto del pensare quanto del credere.
La passione per la ricerca approfondita che caratterizza il lavoro di Ales Bello, il suo approccio ai problemi caratterizzato quale fenomenologicamente specifico e in continuità con Husserl e Stein, sono gli elementi che Verducci riassume come la “virtù dello scavo”, secondo quello stile che viene identificato come una “archeologia fenomenologica”. La fenomenologia è in grado di interagire con le questioni psicologiche tanto da poter essere assunta dalla psicologia stessa quale metodo di lavoro. A partire da questa affermazione, M. Mahfoud e M. Massimi ripercorrono il contributo che Ales Bello ha saputo dare alla comunità scientifica brasiliana attraverso numerosi incontri scientifici (806).
In questo saggio si sottolinea come nel mondo della psicologia accademica brasiliana si debba ad Ales Bello non solo la diffusione della fenomenologia in senso ampio, quanto piuttosto l’approfondimento della peculiare proposta husserliana nel suo rigore ed integralità, e dei contributi di Stein nell’area psicologica e antropologica, attraverso lo studio guidato dei testi più rilevanti della filosofia tedesca. L’approccio fenomenologico può rispondere a vari problemi della psicologia scientifica sia dal punto di vista teoretico che da quello più spiccatamente pratico. Grazie a questo approccio si possono infatti «apprendere i fenomeni psicologici nella loro specificità, senza ridurli alle altre dimensioni dell’umano (corporea e spirituale) ma senza neanche omettere le interazioni profonde tra queste e la sfera psichica» (808). Quindi la psicologia fenomenologica non si limita esclusivamente alla dimensione descrittiva, in quanto la spiegazione dei fenomeni è possibile nella misura in cui se ne scopra l’ordine soggiacente.
Un ulteriore ambito in cui la fenomenologia gioca un ruolo indiscusso si può individuare in relazione all’esperienza religiosa. Questa prospettiva, esaminata dal punto di vista dell’interpretazione di Ales Bello, è l’argomento trattato da S. Mobeen. Il metodo fenomenologico desidera «muoversi nella profondità, rispondendo alle domande che riguardano il significato delle “cose stesse”, cioè tutti gli strati teoretici, pratici e culturali che caratterizzano l’essere umano nel suo tentativo di orientarsi nel mondo» (813). A partire da questa affermazione, la lettura attenta di Ales Bello «arriva ad individuare un nuovo territorio, delineato da E. Husserl, che è la regione trascendentale che porta in sé intenzionalmente l’universo reale e possibile e non si ferma alla percezione delle strutture dell’oggetto che si manifesta al soggetto» (814).
La descrizione di una serie di vissuti della coscienza viene resa possibile nel momento in cui l’analisi trascendentale ha individuato la coscienza stessa quale luogo in cui si rispecchiano tutte le dimensioni del soggetto, e questi vissuti rimandano direttamente alle strutture dell’essere umano, corpo, psiche e spirito (cf. 815). Sebbene negli studi di Husserl non compaia un esplicito legame con la mistica (cf. 816), tuttavia rimane centrale la presenza nell’anima di un Dio personale in grado di stringere un legame d’amore tra creatore e creatura, aprendo in questo modo il campo all’indagine fenomenologica nel contesto dell’esperienza mistica.
La fenomenologia religiosa, secondo quanto affermato negli studi di G. van del Leeuw e confermato da Ales Bello, afferma che il soggetto umano nella sua struttura essenziale è aperto verso il sacro e il divino, rendendo possibile le profonde relazioni che in occasioni fuori dall’ordinario vengono realizzate nel momento in cui l’Altro viene incontro all’uomo. L’intensa ed appassionata attività di ricerca spesa a lungo nel vasto campo della fenomenologia da parte di Angela Ales Bello trova in questo volume un significativo omaggio, un’occasione per le molte discipline che dialogano con la fenomenologia di dimostrare la propria riconoscenza per l’apporto dato dalla Maestra alla costruzione di una comunità riunita dallo spirito del “filosofare insieme”.
Tratto dalla rivista Lateranum n.2/2013
(http://www.pul.it)
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