Pensieri di Blaise Pascal è tra le opere filosofiche più note, lette e amate anche dai non specialisti, rappresenta il tentativo di una grande apologia della fede cristiana. In 800 aforismi di grande finezza retorica, Pascal difende, contro il razionalismo e la sua ingenua pretesa di spiegare tutto, le ragioni del cuore, capace per intuizione di arrivare fino a Dio. Dalla prima edizione, postuma, del 1670 ad oggi, si sono succedute nel tempo numerose edizioni dei Pensieri di Pascal, di volta in volta organizzate secondo diversi criteri filologici e interpretativi. La presente traduzione è stata eseguita sul testo della nuova edizione (2003) delle Pensées a cura di Philippe Sellier che dispone i dossier secondo l'ordine indicato da Pascal.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
Credo che nessuna edizione dei Pensieri possa dirsi definitiva: almeno, quelle che hanno preteso di esserlo sono state smentite dai fatti. L'attuale nuova edizione non si presenta con questa pretesa. Semplicemente, essa ha delle validissime ragioni di essere. Dirò di più: essa è un evento, sia per la statura dello studioso che la propone, sia per la direzione che contribuisce a imprimere agli studi su Pascal. Più che una nuova conquista di territori pascaliani, essa ne propone una gestione saggia: è un dono al lettore colto e motivato, fosse anche digiuno di problematiche pascaliane. Un dettaglio minimo e di grande portata: i frammenti, qui, non hanno un numero, quasi per un'operazione di pulizia contro la proliferazione di numeri che (se ci fossero tutti) renderebbero ironica e surreale la consultazione delle tavole di concordanza dei Pensieri.
Ciò significa privilegiare gli insiemi, e imparare a individuare i singoli pensieri da una parola o da un tema, nonché dalle coordinate che li situano nel gioco combinatorio della scrittura di Pascal. Questa nuova edizione non sipretende definitiva, ma testimonia che la tappa della durezza filologica non era esaustiva e non sarà, a sua volta, ultima (d'altronde lo comprendevamo da quanto Jean Mesnard ha fatto trapelare sommessamente riguardo ai criteri della sua propria, forse prossima, edizione dei Pensieri) 38, E che, senza ritorni regressivi verso l'improbabile ricostruzione di un "piano" pascaliano, era tuttavia necessario difendere il meglio di una tradizione che ha letto i Pensieri come un libro e ha riconosciuto, pur nei vuoti, nell'indecidibilità dei segni incompiuti, la linea di un progetto e l'identità di un messaggio.
ore si porrà forse una domanda, magari senza sapere che potrebbe bal e l usare, per esprimerla, le antiche parole di Montaigne: «Quand'è che conveniamo tra noi: per questo libro ce n'è abbastanza, ormai non c'è più niente da dire? [...1 C'è più da fare a interpretare le interpretazioni che a interpretare le cose, e più libri sui libri che su altri soggetti: non facciamo che chiosarci a vicenda» 39. In un bell'intervento a un convegno pascaliano in Germania, nel marzo 2002, Louis van Delft dichiarava: «Oserò confessarlo? Ho l'impressione che l'essenziale sia stato detto, sui Pensieri di Pascal, come del resto su alcune altre opere...» 40. Ma non esistono, tra lettori e studiosi, segnali convenuti per far cessare l'interesse intorno a un libro. In un certo senso un libro decide da solo quando uscire di scena, nel silenzio della memoria, magari in attesa di nuovi risvegli.
Nel caso dei Pensieri di Pascal c'è da dire qualcosa di più: il dibattito critico, la reciproca "chiosa" fanno parte in modo essenziale del destino dell'opera: dove la cercheremmo, quest'opera, se non nel grande corpus storico delle sue edizioni, nell'immagine cangiante della sua ricezione, nei matrimoni instabili di filologia e filosofia? È là che essa ci attende, disseminata, docile e intransigente, suggerendo al lettore (Parafrasiamo Pascal) che la questione della lettura è tutta questione di punto di vista, e che di punti di vista corretti ce n'è uno solo — ma il problema è trovarlo.
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Sergio Delpiano il 21 novembre 2016 alle 13:15 ha scritto:
Pensieri, rappresentano il testamento spirituale di Blaise Pascal ed esprimono l'esigenza di fronte al razionalismo di Cartesio, di un esistenzialismo cristiano, tale da salvaguardare i diritti della persona. Parla della vera religione: Il Cristianesimo, considerandolo superiore ad ogni altra religione o filosofia. Il piano dell'opera parla della Chiesa e della sovrannaturale fondatezza e forza e della sua infallibilità dottrinale coordinate dal Papa! Davvero un'opera degna di interesse consigliato agli amanti del genere.