INTRODUZIONE
L'INCUBO DEL DEMONIO
Una sgradevole esperienza che capita a molti è quella di svegliarsi di soprassalto spaventati e madidi di sudore, in preda a un incubo, le cui cause si imputano generalmente a una cena troppo abbondante, a un periodo di particolare angoscia, a una vita troppo faticosa e snervante.
Questo oggi.
Una volta, neanche tanti secoli fa, l'incubo si credeva venisse causato da un demònio. Infatti con il termine incubo si indicava Fauno, divinità del mondo latino, che si metteva a giacere sopra le donne per spaventarle durante il sonno, o ci si riferiva a qualche inquieta anima di un defunto rimasto insepolto.
Succube era invece il demònio femmina che la notte giaceva sotto l'uomo per unirsi a lui sessualmente e farsi così fecondare.
La carenza di conoscenze del corpo umano e di ciò che poteva influire su di esso faceva sì che nei primi secoli della Chiesa anche un uomo di grande cultura come S. Agostino credesse nell'esistenza di questi spiriti maligni:
«I Silvani ed i Fauni, comunemente detti "incubi", spesso in modo disonesto si sono fatti avanti alle donne, reclamando e ottenendo l'unione sessuale; altri poi, degni della stessa fiducia, assicurano in un modo che sembra temerario contraddire, che taluni demòni, chiamati Dusii dai Galli, provocano e portano a compimento abitualmente queste azioni oscene».
Inseminazione artificiale
Secoli più tardi, il più autorevole teologo di tutti i tempi, il domenicano Tommaso d'Aquino, arriva a elaborare la strampalata teoria secondo la quale la demònia succube giace sotto l'uomo per prendergli lo sperma, che poi da demònio incube insemina nella donna. Alla domanda di chi sia figlio il nascituro di questa demoniaca fecondazione, Tommaso afferma che non è figlio del demònio ma dell'uomo da cui proviene il seme.
Da questi traballanti presupposti si giunse nel sec. XV alla seguente conclusione: «Affermare che talvolta gli uomini sono procreati da questi diavoli è un'affermazione così cattolica che l'affermazione opposta è contraria non solo alle parole dei santi ma anche alla tradizione della Sacra Scrittura». Per chi osava obiettare a «un'affermazione così cattolica» erano pronte le fascine del rogo.
Molte di queste credenze erano nate in ambiente cristiano, nel tentativo di valorizzare il matrimonio e sconsigliare il celibato, in quanto colui che viveva solo era ritenuto più soggetto agli attacchi dei demòni della concupiscenza:
«Tra gli spiriti immondi ce ne sono maschi e ce ne sono femmine. I maschi si uniscono con le anime che dimorano in corpi di femmina. Gli spiriti femmine sono quelli uniti con le anime che si trovano in corpo di maschio. Nessuno può loro sfuggire, quando essi lo afferrano, a meno che riceva una forza maschia o una femmina, cioè lo sposo o la sposa. Uno la riceve dalla camera nuziale riflessa. Vedendo l'uomo e la donna vivere insieme, le femmine non osano accostarsi all'uomo né i maschi alla donna».
Con il cristianesimo la credenza negli spiriti malvagi si diffuse largamente e assunse dimensioni tanto smisuratequanto grottesche, aumentando anche l'aggressività e pericolosità dei demòni che, continuamente a caccia degli uomini, cercavano di entrare dentro le persone da qualunque orifizio.
L'attuale uso in molti paesi di benedire una persona che starnutisce proviene dagli antichi, persuasi che i demòni approfittassero del momento dello starnuto per entrare nella persona attraverso il naso. Da altri lo starnuto era ritenuto invece un segno benaugurante proveniente dalla divinità, come credeva pure Origene, Padre della Chiesa del sec. III: «È altrettanto evidente che anche noi quando facciamo uno starnuto, lo facciamo perché è presente in noi una certa facoltà divina, e nell'anima nostra esiste una facoltà divinatrice».
Tra i primi cristiani era convinzione diffusa che la massima aspirazione dei demòni fosse quella di introdursi nel corpo delle persone, come viene documentato nelle Pseudoclementine, testo giudeo-cristiano del secondo secolo":
«I demòni ardono dal desiderio di entrare nei corpi perché nonostante siano spiriti, desiderano mangiare, bere, accoppiarsi. Per questo si introducono nei corpi degli uomini per avere quegli organi dei quali hanno bisogno per i loro scopi».
Per sbarazzarsi di queste ingombranti presenze venute per godere sessualmente e per nutrirsi del corpo umano, veniva consigliato come infallibile rimedio il digiuno.
* * *
A questo punto può sorgere spontaneo l'interrogativo:
Chi sono i demòni?
Chi li ha creati?
Che differenza c'è tra dèmone e Satana Satana è un dèmone, un demònio o un diavolo?
Come mai Gesù viene chiamato Belzebù?
Anche Gesù è un Lucifero?
Perché Gesù si rivolge a Pietro come a satana? Perché nell'AT non ci sono indemoniati? Perché nei Vangeli non esistono casi di persone possedute dal diavolo?
A questi e altri interrogativi si propone di rispondere questo libro, dove vengono esaminati tutti i brani dell' AT ebraico e della sua traduzione greca (LXX) nei quali sono presenti demòni e diavoli. Per il NT vengono analizzati tutti gli episodi del Vangelo di Marco, dove compaiono spiriti impuri, demòni e il satana.
I risultati della ricerca storico-esegetica, proposti con un linguaggio a tutti accessibile, non mancano di sorprendere e sottolineano ancora una volta la vittoria e la liberazione portata da Gesù e dal suo messaggio su quelle credenze che condizionavano la vita degli antichi.
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
È DIO O IL DIAVOLO?
L'autore del male
Nella maggior parte delle religioni antiche esiste una divinità, o un principio, del bene e uno del male.
Con questa elementare divisione dei ruoli di ciascun dio, quello del bene e quello del male, che va sotto il nome di «dualismo»', si spiegano le situazioni della vita. Quelle benefiche sono opera del dio buono, mentre le nefaste, dalle malattie agli incidenti, alla morte, sono frutto delle influenze del dio malvagio.
Nella Bibbia questa concezione del mondo è stata sempre rifiutata; nei testi più antichi, precedenti l'esilio babilonese (sec. W a.C.), quando il concetto di diavolo era ancora inesistente, ciò che nelle religioni pagane viene attribuito alle potenze demoniache, viene riferito direttamente al Dio Yahvé, unico autore del bene e del male: «Io sono Yahvé e non ve n'è altro.
Io formo la luce e creo le tenebre,
faccio il bene e provoco la sciagura;
io, Yahvé, compio tutto questo» (Is 45,6-7)2.