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Descrizione
In media, sul prelievo fiscale di una famiglia italiana di 4 persone, circa 1300 euro l'anno sono destinati a spese militari e quindi ad alimentare il grande e complesso mercato delle armi nel quale il nostro Paese è tra i primi dieci al mondo.Nel 2007 ha esportato ufficialmente in 71 paesi, ma naturalmente questi dati non tengono conto di tutto il volume di merci e affari, spesso legati al contrabbando, che rende i numeri ancora più grandi ed espressivi.Quello che si sa è che le armi leggere sono diventate il grande combustibile che alimenta genocidi e crimini contro l'umanità e che ogni giorno fa più di mille morti nelle principali metropoli del pianeta.Questo annuario dell'OPAL, oltre a riportare dati aggiornati su tale mercato e a fissare le responsabilità italiane in questo settore specifico del commercio internazionale, apre un dibattito che sempre più deve uscire dalla clandestinità e diventare pubblico: non solo per il volume di affari che muove e per i rapporti che crea, ma anche e soprattutto perché si riferisce al tipo di società e di mondo che si vuole o si cerca di costruire.Molto più che in altri settori dell'economia, è importante che su questo argomento ognuno esprima il suo parere e, con conoscenza di causa, possa dire quanto e come le armi devono trovare spazio nel mondo di oggi.
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DETTAGLI DI «Armi: occasione da perdere»
Tipo
Libro
Titolo
Armi: occasione da perdere
Autore
Opal
A cura di
OPAL - Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere
Editore
EMI Editrice Missionaria Italiana
EAN
9788830718531
Pagine
148
Data
marzo 2009
Peso
230 grammi
Dimensioni
17 x 24 cm
Collana
Strumenti
Recensioni di riviste specialistiche su «Armi: occasione da perdere»
Che la voce armamenti tocchi la quotidianità di tutti noi, ce lo indicano i numeri: sul prelievo fiscale relativo a una famiglia di 4 persone, alle spese militari sono destinati circa 1.300 euro ogni anno, cifra che tutti i governi degli ultimi anni, senza distinzione politica, non hanno cessato d’incrementare. Il vol. è un dettagliato rapporto che inchioda le responsabilità del nostro paese in questo settore. Particolarmente interessante il viaggio storico nella Val Trompia bresciana, in cui nasce la fabbrica d’armi Beretta, e il saggio «Santa Sede e disarmo», curato da Fabio Corazzina.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2009 n. 12
(http://www.ilregno.it)
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