PREFAZIONE ALLA «MISTICA CITTÀ DI DIO»
di GASPAR CALVO MORALEJO
È per me motivo di grande soddisfazionepoter presentare la nuova traduzione italiana della Mistica Città di Dio, opera singolare della venerabile Madre Maria di Gesù di Agreda e culmine della letteratura barocca del secolo XVII. Non solo a motivo della possibilità offertami di collaborare alla diffusione di un'opera che ha avuto più di duecento edizioni, integrali o ridotte, e che è stata tradotta in numerose lingue. Soprattutto perché oggi, dopo il Concilio Vaticano II, si impone la rivalutazione degli scrittori dei secoli passati, che se da una parte sono ben accolti dalla pietà popolare, poiché utili per formazione mariana, dall'altra non sono apprezzati a causa dell'influsso del giudizio negativo, in molti casi errato, comunque sempre rivedibile, espresso da non pochi cosiddetti studiosi senza la conoscenza del testo originale dell'opera.
Si aspetta, pertanto, con interesse la parola della Chiesa che, come in altre circostanze, apra nuove vie per giungere ad una migliore conoscenza dell'insegnamento mariologico, proposto da Madre Agreda con i suoi scritti.
I suoi insegnamenti, del resto, non sono stati mai condannati dalla Chiesa come contrari alla fede, quantunque la Mistica Città di Dio per qualche tempo sia stata inserita nell'Indice dei libri proibiti.
Le dispute, inoltre, tra le grandi scuole teologiche trasformavano facilmente in dogmi indiscutibili le opinioni di alcuni grandi maestri, difendendole ad oltranza, qualificando come false o eretiche le opinioni contrarie.
Oggi le questioni scolastiche hanno meno peso rispetto al passato. Oltre a ciò, è in atto un sano revisionismo che porta alla valorizzazione anche delle opinioni che, rimanendo nell'ortodossia, sono contrarie a quelle di un'altra scuola di pensiero.
Mi è sembrato opportuno iniziare con le riflessioni precedenti la presentazione di questa nuova traduzione italiana della Mistica Città di Dio anche se è un'opera dottrinalmente sicura, nella quale non mancano visioni che provengono dalla conoscenza remota del genere letterario attraverso il quale la Madre Agreda si manifesta come vera maestra di linguaggio. Questo si avverte fin dalle parole del titolo: Mistica Città di Dio.
Il simbolismo dei termini con i quali si descrive la Vergine ci dice subito che il linguaggio, che presiede alla redazione dell'opera, è un linguaggio poetico, metaforico. In altre parole, non è un manuale scolastico che con il ragionamento e il discorso dimostra ogni affermazione, né un'opera rivelata in tutte e in ciascuna delle sue parole, cosa questa inammissibile dato il concetto che abbiamo di rivelazione. Invece, si tratta di un'opera nella quale l'Autrice utilizza la sua grande cultura, certamente legata al suo tempo, per esporre le sue intuizioni sorprendenti e il suo messaggio mariano, sempre soggetto al magistero della Chiesa.
E se i suoi dati storici, geografici, delle scienze naturali, compresi quelli della sua esegesi biblica, non possono ovviamente essere sempre condivisi, e questo vale per tutti gli scrittori del tempo e dei tempi precedenti, tuttavia c'è da tenere presente la sua fedeltà al magistero della Chiesa, dal quale mai si è separata volontariamente, e alla stessa Chiesa, madre e maestra della fede, alla cui autorità ha sempre desiderato essere sottomessa senza alcuna difficoltà.
La vita di fede della concezionista francescana trasmette un messaggio di speranza cristiana e si trasforma, a volte, in un fuoco di carità sincera. L'amore alla Trinità santa, al Verbo incarnato, alla sua Madre immacolata e alla Chiesa si fa sollecita preoccupazione per la salvezza degli uomini. E si serve della Mistica Città di Dio, descritta per obbedienza, come mezzo per diffondere la buona notizia attraverso la vita della nostra Signora, la promozione del suo culto e la venerazione fedele verso colei che è madre e maestra della Chiesa.
All'approssimarsi del terzo millennio dalla nascita di Cristo l'opera della Madre Maria di Gesù di Agreda, continua ad offrirsi alla pietà sincera della nostra gente come un valido cammino, affinché, con la sua lettura, l'uomo giunga all'incontro con la «Mistica Città di Dio», che invoca come Maria, Madre di misericordia.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
I libri dell'abbadessa spagnola Maria di Agreda sulla vita di Maria sono ritenuti una delle più importanti opere mariane della letteratura cattolica e della mistica cristiana. Dopo la morte dell'Autrice, l'opera venne ripresa e revisionata accuratamente da parte di teologi e a ciò seguì nel 1670 la prima edizione a cura della tipografia reale di Madrid, che si diffuse in modo incredibilmente rapido. Nel 1681 e 1684 in breve tempo furono approntate altre edizioni; anche l'Inquisizione spagnola esaminò questi scritti e sancì la propria approvazione. Le edizioni si moltiplicarono anche in altri luoghi (Barcellona e Valenza in Spagna, Perpignano in Francia) e si diede corso a traduzioni in altre lingue.
La Mistica Città di Dio fu tuttavia fin dal principio un'opera attaccata violentemente da più versanti, ma contemporaneamente sperimentò anche il massimo riconoscimento. Il cardinale Aguirre, dell'Ordine dei benedettini, il 4 agosto del 1699 scrisse all'Arcivescovo di Parigi: «È certo che nessuno, per quanto erudito, avrebbe potuto presentare con la redazione di quell'opera delle nozioni così sublimi in modo così naturale. Ognuno deve essere moralmente convinto che tutto ciò che questa grande serva di Dio ha scritto, è stato composto per ispirazione dello Spirito Santo e con il particolare soccorso della beatissima Vergine».