La preghiera delle Lodi, al mattino, e quella dei Vespri, alla sera, sono il cardine dell'Ufficio quotidiano e dovrebbero essere celebrate sia da chi vive una vita di comunità, sia dal singolo laico.
PRESENTAZIONE
La Chiesa esorta tutti i fedeli non solo alla partecipazione piena, attiva e consapevole alla santa messa, ma li invita anche a prendere parte alla celebrazione della Liturgia delle Ore (SC 100), che è la grande preghiera del corpo mistico di Cristo, la «voce della Chiesa» (SC 99).
La più completa definizione dell'«Ufficio divino», rinnovato per volontà del concilio Vaticano II, è contenuta nel titolo stesso «Liturgia delle Ore»: liturgia perché è una celebrazione pubblica, ufficiale della Chiesa, dell'intero popolo di Dio; delle Ore in quanto preghiera inserita nella scansione delle ore del giorno e della notte, cioè nel ritmo del tempo. Santificando il tempo (c f. SC 84), il cristiano santifica la propria vita che è impastata di tempo. Dal momento che viviamo nel tempo e siamo come impastati nel tempo, santificare le «ore» equivale a santificare la nostra stessa esistenza umana per renderla esistenza divina. Santificando il tempo con la preghiera permettiamo a tutta la nostra vita di diventare una «liturgia» perenne mediante la quale ci consacriamo in servizio di amore a Dio e ai fratelli. Santificando il tempo dell'uomo, la Chiesa intende consacrare alla gloria di Dio ogni attimo dell'esistenza umana.
Papa Paolo VI l'ha definita «preghiera della Chiesa locale» ' , Principi e norme per la Liturgia delle Ore la chiama «preghiera pubblica e comune del popolo di Dio». Per rendere con chiarezza tutti questi contenuti già trent'anni fa abbiamo titolato questo sussidio Preghiera della comunità cristiana; era chiaro a tutti ormai che il libro della Liturgia delle Ore non era più il libro della preghiera del clero o dei monaci e dei religiosi, ma di ogni battezzato.
Non è stato facile, ma oggi è a tutti chiaro che la Liturgia delle Ore è la Preghiera della comunità cristiana, cioè un'azione liturgica fatta dal popolo di Dio - sacerdotale, profetico e regale - radunato attorno ai pastori, e in quanto tale non è una preghiera privata fatta personalmente come tante altre. Questo è il motivo dell'opportunità che, nei limiti del possibile, debba essere celebrata insieme, in comunità (Principi, n. 33). Tuttavia, anche quando si prega da soli con la Liturgia delle Ore, questa resta Preghiera della comunità cristiana perché è sempre preghiera liturgica, cioè celebrazione ecclesiale con una propria struttura, con dei riti e dei gesti particolari, con salmi e preghiere che «raggiungono tutti gli uomini» e contribuiscono «non poco alla salvezza di tutto il mondo» (Principi, n. 27).
Anche se ci sono delle letture brevi, il suo insieme non la fa essere una lettura della Bibbia, ma una vera e propria lode incessante (cf Mc 13,33-34; Lc 18,1; Rm 8,15.26; Ef 6,18; 1Ts 5,7), una preghiera che insieme, Cristo Signore e la Chiesa, innalzano al Padre (SC 84). Pertanto, «celebrare la Liturgia delle Ore richiede non soltanto di far concordare la voce con il cuore che prega, ma anche di procurarsi "una più ricca istruzione liturgica e biblica, specialmente riguardo ai salmi» (CCC 1176). I salmi, infatti, sono il cuore della celebrazione, quelle preghiere di generazioni di credenti - confluite nel salterio - sono le stesse che hanno usato il Signore Gesù (cf Lc 24,44), gli apostoli (cf At 1,14; 2,1-15.42; 3,1; 10,9) e i nostri fratelli lungo i secoli (At 4,23-28; 1Cor 14,26; Ef 5,19; Col 3,16); sono testi ispirati e continuamente animati dallo Spirito Santo, sono voce di tutta la Chiesa. A volte ci sembrano «difficili» perché sono stati scritti in una cultura molto lontana dalla nostra; ma se, docili allo Spirito, ci accordiamo al loro contenuto, quando li «recitiamo» avvertiamo come tutta la nostra vita, il mondo intero, tutto l'uomo sia innanzi a Dio: dolore e gioia, salute e malattia, fiducia e paura, morte e vita, bene e male, umiliazione e felicità, desideri e ringraziamenti...
Sembrava un compito difficile della riforma liturgica riuscire a far partecipare tutti alla celebrazione della Liturgia delle Ore, ma oggi molte parrocchie, i movimenti ecclesiali e gli innumerevoli gruppi che operano nelle diverse comunità, soprattutto giovani, famiglie e persino singoli laici, celebrano le Lodi mattutine e i Vespri, oppure altre ore del giorno. Il sussidio che presentiamo, già all'indomani del concilio Vaticano II, ha avuto di mira soprattutto i «laici» con lo scopo di introdurli e rendere loro accessibile queste due ore, che sono «i cardini», le «ore principali» della preghiera liturgica.
E il volume è cresciuto insieme con la consapevolezza e la convinzione dell'importanza di questa preghiera da parte del popolo di Dio. Alle quattro settimane del Salterio, in questi anni abbiamo raccolto il suggerimento di aggiungere, prima, la preghiera di Compieta nel suo ciclo proprio; quindi le orazioni proprie del tempo, poi l'innario dei tempi forti. Da ultimo sono stati inseriti le Lodi e i Vespri dell'Ufficio dei defunti, per facilitare ai fedeli la partecipazione alle esequie e alle altre celebrazioni per i fratelli, parenti e amici che sono tornati alla casa del Padre.
Il parroco, l'animatore, il singolo cristiano ha ora tra le mani questo volume aggiornato, vero è proprio estratto del libro ufficiale della Liturgia delle Ore e composto da quanto in pratica è possibile celebrare nel ritmo quotidiano di vita in parrocchia, nel gruppo o in famiglia. L'esperienza l'ha reso semplice, pratico e completo.
Lungo la storia sono stati molti i modi con cui ogni battezzato ha cercato di entrare in comunione con Dio, e anche oggi sono innumerevoli i modi di pregare. La Chiesa ha però sempre proposto la liturgia eucaristica, memoriale della pasqua del suo Signore, e la preghiera oraria come vie fondamentali per incontrare Dio e come nutrimento per crescere nella fede, nella speranza e nella carità. Speriamo che questo sussidio possa continuare ad alimentare lo spirito di preghiera ed essere un efficace strumento per immedesimarsi completamente in Cristo e nella comunità dei fratelli.
INTRODUZIONE
La santificazione del giorno
Le Lodi, come preghiera del mattino, e i Vespri, come preghiera della sera, che, secondo la venerabile tradizione di tutta la Chiesa, sono il duplice cardine dell'Ufficio quotidiano, devono essere ritenute le Ore principali e come tali celebrate (37).
1. Le Lodi, preghiera del mattino
Le Lodi mattutine sono destinate e ordinate a santificare il tempo mattutino come appare da molti dei loro elementi. Tale caratteristica mattutina è espressa assai bene da queste parole di san Basilio Magno: «Il Mattutino è fatto per consacrare a Dio i primi moti della nostra mente e del nostro spirito in modo da non intraprendere nulla prima di esserci rinfrancati con il pensiero di Dio, come sta scritto: "Mi sono ricordato di Dio e ne ho avuto letizia" (Sal 76,4); né il corpo si applichi al lavoro prima di aver fatto ciò che è stato detto: "Ti prego, Signore. Al mattino ascolta la mia voce; fin dal mattino t'invoco e sto in attesa" (Sal 5,4-5)». Quest'ora inoltre, che si celebra allo spuntar della nuova luce del giorno, ricorda la risurrezione del Signore Gesù, «luce vera che illumina ogni uomo» (Gv 1,9) e «sole di giustizia» (Mt 4,2) «che sorge dall'alto» (Lc 1,78). Perciò ben si comprende la raccomandazione di san Cipria-no: «Bisogna pregare al mattino, per celebrare con la preghiera mattutina la risurrezione del Signore» (38).
2. I Vespri, preghiera della sera
I Vespri si celebrano quando si fa sera e il giorno ormai declina, «per rendere grazie di ciò che nel medesimo giorno ci è stato donato o con rettitudine abbiamo compiuto» [san Basilio]. Con l'orazione che innalziamo, «come incenso davanti al Signore», e nella quale «l'elevarsi delle nostre mani» diventa «sacrificio della sera» [cf. Sal 140,2], ricordiamo anche la nostra redenzione. E questo «si può anche intendere, con un significato più spirituale, dell'autentico sacrificio vespertino: sia di quello che il Signore e Salvatore affida, nell'ora serale, agli apostoli durante la cena, quando inaugurò i santi misteri della Chiesa, sia di quello stesso del giorno dopo, quando, con l'elevazione delle sue mani in croce, offrì al Padre per la salvezza del mondo intero se stesso, quale sacrificio della sera, cioè come sacrificio della fine dei secoli» [Cassiano] (38).
3. Preghiera della comunità cristiana
Si devono quindi tenere in grandissima considerazione le Lodi mattutine e i Vespri come preghiera della comunità cristiana; la loro celebrazione pubblica e comune sia incoraggiata specialmente presso coloro che fanno vita in comune. Anzi, la loro recita sia raccomandata anche ai singoli fedeli che non possono partecipare alla celebrazione comune (40).
4. Compieta, preghiera della notte
Compieta è l'ultima preghiera del giorno, da recitarsi prima del riposo notturno, eventualmente anche dopo la mezzanotte (84).
La preghiera dei salmi
1. I salini, palle importante della preghiera liturgica
Nella Liturgia delle Ore la Chiesa prega in gran parte con quei bellissimi canti, che i sacri autori, sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, hanno composto nell'Antico Testamento. Per la loro stessa origine, infatti, essi hanno una capacità tale da elevare la mente degli uomini a Dio, da suscitare in essi pii e santi affetti, da aiutarli mirabilmente a render grazie a Dio nelle circostanze prospere, da recare consolazione e fermezza d'animo nelle avversità (100).
2. Il canto divino dei figli di Dio
Chi dunque vuole salmeggiare con spirito di intelligenza deve percorrere i salmi versetto per versetto e rimanere sempre pronto nel suo cuore alla risposta. Così vuole lo Spirito, che ha ispirato il salmista e che assisterà ogni uomo di sentimenti religiosi aperto ad accogliere la sua grazia. Per questo la salmodia, anche se eseguita con tutto quel rispetto che si deve alla maestà di Dio, deve prorompere dalla gioia del cuore e ispirarsi all'amore, come si addice a una poesia sacra e a un canto divino e massimamente alla libertà dei figli di Dio (104).
3. Salmodiare a nome dì tutta la Chiesa
Chi recita i salmi nella Liturgia delle Ore, recita non tanto a nome proprio quanto a nome di tutto il corpo di Cristo, anzi nella persona di Cristo stesso.
Se ciascuno tiene presente questa dottrina, svaniscono le difficoltà, che chi salmeggia potrebbe avvertire per la differenza del suo stato d'animo da quello espresso nel salmo, come accade quando chi è triste e nell'angoscia incontra un salmo di giubilo, o, al contrario, è felice e si trova di fronte a un canto di lamentazione. Nella preghiera puramente privata si può evitare questa dissonanza, perché vi è modo di scegliere il salmo più adatto al proprio stato d'animo. Nell'Ufficio divino, invece, si ha un determinato ciclo di salmi valevole per tutta la comunità ed eseguito non a titolo personale, ma a nome di tutta la Chiesa, anche quando si tratta di un orante che celebra qualche Ora da solo. Chi salmeggia a nome della Chiesa può sempre trovare un motivo di gioia o di tristezza, perché anche in questo fatto conserva il suo significato l'espressione dell'Apostolo: «Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto» (Rm 12,15), e così la fragilità umana, ferita dall'amor proprio, viene risanata nella misura di quella carità per la quale la mente concorda con la voce che salmeggia [san Benedetto] (108).
4. I titoli dei salmi
Nel salterio della Liturgia delle Ore, ad ogni salmo è premesso un titolo sul suo significato e la sua importanza per la vita umana del credente. Questi titoli, nel libro della Liturgia delle Ore, sono proposti unicamente a utilità di coloro che recitano i salmi. Per alimentare la preghiera alla luce della rivelazione nuova, si aggiunge una sentenza del Nuovo Testamento o dei Padri che invita a pregare in senso cristologico (111).
Il sacro silenzio
Per accogliere nei cuori la piena risonanza della voce dello Spirito Santo, e per unire più strettamente la preghiera personale con la parola di Dio e con la voce pubblica della Chiesa, si può... secondo l'opportunità e la prudenza, interporre un intervallo di silenzio o dopo i singoli salmi, appena ripetuta l'antifona, secondo un'antica usanza e specialmente se, dopo il silenzio, si aggiunge l'orazione salmica; oppure dopo le letture, sia brevi che lunghe, e precisamente prima o dopo il responsorio. Si deve però evitare di introdurre momenti di silenzio che deformino la struttura dell'Ufficio, o rechino molestia o fastidio ai partecipanti (202).
Nella recita individuale, invece, c'è più ampia possibilità di fermarsi nella meditazione di qualche formula che stimoli gli affetti dello spirito, senza che l'Ufficio perda per questo la sua caratteristica di preghiera pubblica (203).
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ANNA MINELLI il 30 gennaio 2011 alle 19:36 ha scritto:
Un aiuto prezioso nella preghiera quotidiana sopratutto per chi come me non ha tempo, per motivi familiari e lavorativi, di partecipare alla liturgia comunitaria.mi è sopratutto piaciuta la semplicità di accesso alle singole giornate di preghiera, mi ero già accostata alla Liturgia delle Ore ma senza una guida presenta era capire con quale ordine fare le preghiere.
maria rosa pace il 30 novembre 2017 alle 07:40 ha scritto:
sempre a portata di mano
Don Paolo Busato il 30 novembre 2018 alle 20:33 ha scritto:
Pratico, economico, carattere leggibile.
Unica pecca la copertina blu che ha assorbito i titoli dorati degli altri libretti. Non proprio il massimo esteticamente, quindi da escludere come regalo. Per me in parrocchia l'importante è aiutare a pregare.
Giovanni Basile il 7 settembre 2020 alle 12:26 ha scritto:
Pratico, ben impaginato, completo e ad un prezzo accessibile a tutti.
Sì, in effetti, come ha già scritto chi mi ha preceduto, sul dorso con copertina blu sono rimasti impressi i caratteri di stampa dorati. E' chiaramente un errore tipografico.
Don ASS. SPORTIVA KISSING THE SKY il 7 ottobre 2021 alle 15:28 ha scritto:
testo perfetto da utilizzare in chiesa