Il piombo e il silenzio. Le vittime del terrorismo in Italia (1967-2003)
(Attualità e storia)EAN 9788821562013
«Uccisi due volte. Dal piombo prima e dal silenzio poi. Sono le vittime del terrorismo italiano: 365 morti. Caduti di una guerra dichiarata da una sola parte. Rischiano di venir ammazzati una terza volta: dall’arroganza degli assassini e dall’oblio dei giusti». In un Paese “dalla memoria corta e dall’etica tascabile”, dove un qualsiasi mascalzone viene riabilitato e incensato e i “giusti” dimenticano in fretta (probabilmente non ricordiamo già più i vergognosi casi degli ex terroristi assunti e lautamente pagati dal secondo governo Prodi o quello della brigatista Silvia Baraldini, estradata dagli Stati Uniti – dove stava in carcere, non era consulente di qualche ministero come Toni Negri o Cesare Battisti – accolta all’aeroporto come un Capo di Stato, salvo poi essere immediatamente affidata agli arresti domiciliari e quindi assegnata ad un ben stipendiato lavoro part-time per il Comune di Roma), questo libro, che ricostruisce brevemente la vita e la tragica morte di 170 vittime, viene a ridestare la memoria del nostro passato recente.
Biografie sintetiche, ma non fredde schede, in cui a nomi dimenticati o mai conosciuti si restituiscono la concretezza di un lavoro, di una famiglia lasciata nel lutto, di una vita stroncata ingiustamente. A queste brevi storie vanno aggiunti i nomi, almeno i nomi – tutti rigorosamente riportati – delle vittime delle cosiddette “stragi di Stato”: sono i 17 morti di piazza Fontana, i 6 del treno “Freccia del Sud”, i 12 dell’“Italicus”, gli 8 di Piazza della Loggia, gli 85 di Bologna e i 17 del “treno di Natale” (tutti e 145, forse un po’ precipitosamente, attribuiti al terrorismo di destra), uccisi non per un motivo ideologico, ma solo perché si trovavano casualmente al posto sbagliato nel momento sbagliato.
Dopo una mirabile introduzione in cui viene sottolineata la vergogna dell’oblio che permette non solo agli ex terroristi di godere di posizioni di privilegio, ma anche ai loro “compagni di merende” – primi fra tutti quelli del folto gruppo di “Lotta Continua”, da Erri De Luca (caro a tanti cattolici “ingenui”) a Gad Lerner – di spadroneggiare sui mass-media, i due Agasso, padre e figlio, entrambi giornalisti e saggisti, rievocano in senso cronologico i terribili anni di piombo.
Ma perché tanta fretta di dimenticare le vittime e di perdonare gli assassini? Probabilmente, suggeriscono gli autori sulla scorta delle riflessioni di Cossiga, perché le BR erano gli eredi della Resistenza, erano il braccio armato del movimento comunista che, a livello parlamentare, non riusciva a prendere il potere. Non nemici del PCI, ma solo l’altra faccia della medaglia. Questo libro meriterebbe un seguito che fornisca le veloci biografie non delle vittime, ma dei carnefici. Così sapremmo chi di loro ha fatto carriera, chi scrive sui giornali, chi siede in Parlamento e chi appare in televisione, magari a discettare di calcio, come se niente fosse stato.
Tratto dalla rivista Radici Cristiane n. 44 - Maggio 2009
«Questo è un libro di parte. Dalla parte dei caduti, dei feriti e delle loro famiglie. (…) Dalla parte dello stato»: la frase riassume l’intendimento del libro, che vuole fare memoria di tutte le vittime di tutti i terrorismi nel nostro paese per contrastare l’abitudine dell’«Italia vigliacca e smemorata» di riabilitare troppo facilmente personaggi macchiatisi di gravi delitti, talvolta ammettendoli ai livelli più alti delle istituzioni. Dopo una Presentazione che sostiene queste tesi e afferma che la sinistra ancora oggi rifiuta di fare i conti con le proprie responsabilità in questo senso, il libro nomina in ordine cronologico le 356 vittime del terrorismo – talvolta velocemente, talvolta con profili più ampi – coi rispettivi carnefici, arrivando fino al 2003.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2009 n. 14
(http://www.ilregno.it)
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