L'iniziazione cristiana in Italia dal Concilio Vaticano II ad oggi
-Prospettiva pedagogico-catechetica
(Il Prisma)EAN 9788821307140
Il volume è un contributo significativo in ordine alla “conversione pastorale” auspicata dalla Chiesa in Italia impegnata nella svolta missionaria. Si tratta della pubblicazione di una tesi dottorale - discussa il 21 gennaio 2008 - in cui risulta di particolare interesse il capitolo finale: Orientamenti per la prassi, edito già, presso la Pontificia Università Salesiana, il 30 gennaio 2008 come Estratto della suddetta tesi e poi anche diffuso in altri libri. Il volume risulta un valido manuale per la ricchezza bibliografica raccolta e la sistemazione di documenti, studi/ricerche e recenti sperimentazioni in Italia sull’iniziazione cristiana (IC). Si qualifica inoltre per l’interesse alla dimensione pedagogica dell’IC offrendo un apporto aperto ad ulteriori studi. La ricerca, col capitolo “L’iniziazione cristiana della Chiesa. Uno sguardo d’insieme”, indaga nel passato le scelte ecclesiali finalizzate al processo del divenire cristiani; fa il punto sulle tendenze delle varie epoche e i vari modelli di IC, privilegiando l’attenzione al XX secolo ed individuando sostanzialmente due forme di iniziazione: quella del catecumenato antico e quella del catecumenato sociale.
Alla luce del propedeutico excursus storico, il volume prende corpo strutturandosi poi in tre parti focalizzanti rispettivamente: magistero della Chiesa universale e magistero catechistico della Chiesa in Italia; studi/ricerche; e significative sperimentazioni in Italia. In allegato, permette di accedere ai questionari riguardanti le indagini degli Uffici catechistici e ad una preziosa rassegna bibliografica di riviste specialistiche. La rivisitazione, col criterio analitico-argomentativo, di ordinamenti e orientamenti ecclesiali in ordine all’IC, evidenzia la pregnanza del concetto di IC, nodi problematici, consonanze col magistero di altre Chiese soprattutto Europee. La trattazione si presenta come una lucida sintesi della riflessione ecclesiale. Dimostra come l’espressione IC venga utilizzata dopo il Vaticano II nella sua accezione formativa e non solo teologico-liturgica e come man mano prenda forza un’«idea di iniziazione cristiana situata nell’orizzonte della missione evangelizzatrice della Chiesa e in prospettiva educativa» (p. 142). La componente pedagogica emerge dalla scelta del catecumenato inteso come processo di formazione cristiana, dalla sottolineatura del carattere iniziatico della catechesi di ispirazione catecumenale tanto da rendersi sempre più evidente «una prima affinità tra iniziazione e educazione, specialmente in riferimento a destinatari non adulti» (p. 143).
L’idea di inglobare la componente pedagogica incrementa, inoltre, «la considerazione di una catechesi come non unica responsabile dell’IC» (p. 143) poiché la catechesi, per svolgere la sua missione educativa, è ordinata a varie finalità specifiche: «iniziazione al mistero della salvezza, iniziazione alla vita liturgicosacramentale, apprendimento e tirocinio di vita morale cristiana, iniziazione all’apostolato ecclesiale, iniziazione alla diaconia dei valori umani autentici» (p. 47 nota 8). Ne risulta il potenziamento di una «più matura consapevolezza della necessità di una maggiore interazione tra catechesi, liturgia e vita nuova » (p. 145) e l’esigenza che la prassi di iniziazione assuma un processo che va oltre la semplice prassi di sacramentalizzazione ». La riflessione è raffinata dall’approccio pluridisciplinare in cui vengono vagliati studi e ricerche sull’IC, utilizzando il «duplice criterio di rilevanza della ricerca compiuta e di centralità del contenuto offerto dall’autore» (p. 16). La ricerca è condotta senza alcuna pretesa «di comprendere tutta la portata in estensione e profondità, data la configurazione globale della ricerca di limitarsi ad uno status questionis» (p. 150); inoltre, seleziona le riflessioni dei vari studiosi con la precomprensione di «intendere iniziazione e iniziazione cristiana nella globalità del loro significato e, per quanto riguarda quella cristiana, nell’accezione divenire cristiani»; infine, «nonostante la dimensione formativa attraversi tutti gli aspetti del processo del diventare cristiani» prende in considerazione soltanto «gli aspetti catechistici e liturgico-sacramentali tralasciando, ad esempio, quello morale e quello testimoniale-caritativo » (p. 149-150).
Presenta gli apporti in ampi raggruppamenti: dati delle scienze umane; studi in prospettiva storica; indicazioni degli studi teologico-liturgici; studi sulla realtà dell’iniziazione e dell’iniziazione cristiana in prospettiva pedagogica; riflessione in ambito catechetico e catechistico; indicazioni circa la letteratura europea non italiana; e infine, l’iniziazione cristiana in alcuni organismi ecclesiali e riviste. Dalla riflessione affiora una catechesi che «sembra orientarsi anche verso un’attenta valutazione delle sue condizioni ecclesiali e pastorali. Emerge cioè il problema del contesto della catechesi e viene lanciata la provocazione ad abitare di più le problematiche ecclesiali e culturali attuali, i luoghi formali e relazionali, le diverse situazioni umane e a ribadire la centralità del soggetto e della sua sensibilità cristica» (p. 222). L’IC lancia, dunque, la catechesi verso nuovi paradigmi e prospetta un approfondimento in ordine alla conciliazione delle posizioni diversificate, per assicurare un’articolazione adeguata tra fede e sacramenti.
La ricerca culmina entrando nel mondo della prassi innovativa attualmente in corso. Esplora alcune esperienze «rappresentative del territorio italiano e dei vari livelli di progettazione » (p. 228) valorizzando due indicatori: la modalità di progettazione e il processo di attuazione (cf p. 229). A giudizio dell’autrice le sperimentazioni «si fondano su irrinunciabili criteri in grado di articolare l’orizzonte teologico e pedagogico dell’IC» (p. 263) in coerenza con le linee operative del progetto catechistico italiano; inoltre, rispondono all’appello della Chiesa italiana a una mentalità pastorale coerente con l’ecclesiologia di comunione-missione (cf p. 225) e quindi al ripensamento del modello della prassi di iniziazione (cf p. 227). Nella valutazione delle esperienze, breve e «più sintomatica che altro» (p. 257), data la sperimentazione ancora in corso, l’autrice valorizza osservazioni di esperti e considerazioni personali specificando gli aspetti strutturanti le esperienze e i punti- forza di contenuto e di metodo. Tra gli aspetti strutturanti le esperienze rileva: a) i diversi soggetti interpellati tra i quali emerge un’équipe di lavoro che fa da nucleo promotore nella logica di una pastorale integrata (cf p. 258); b) il materiale che affianca gli itinerari di iniziazione; c) l’itinerario proposto. A proposito dell’itinerario, rileva che le sperimentazioni hanno come riferimento di fondo la logica catecumenale indicata dal RICA adattato ai fanciulli e ragazzi in situazione valorizzando le indicazioni della Guida per l’itinerario catecumenale dei fanciulli e dei ragazzi (cf p. 262). Tra i punti-forza individua costanti o caratteristiche positive delle esperienze, differenze, strategie o il modo di gestire il cambiamento, decisi orientamenti nuovi nella prassi. Dall’apporto del magistero, dagli approfondimenti sull’IC offerti da diverse discipline, dagli sforzi educativi e pastorali, l’autrice ricava «prospettive inedite per il processo di evangelizzazione oggi e di IC in particolare» che «descrivono anche i contorni per un nuovo paradigma di catechesi» (p. 263).
Evidenzia «un modello di IC, nella logica catecumenale e in prospettiva missionaria, che trova organizzazione diversificata degli elementi strutturanti in base ai diversi contesti locali» (p. 267) e giunge fino a riconoscere l’IC come un potenziale nucleo generatore di una “nuova” pastorale che, come ella rileva con equilibrio, esige superare «sia forme di irrigidimento in strutture del passato, sia forme sbrigative e incontrollate di sperimentazione » (p. 268). Con la convinzione che l’istanza pedagogica spinge oggi la Chiesa ad «un investimento educativo in grado di rinnovare gli itinerari formativi per renderli più adatti al tempo presente e significativi per la vita delle persone» (p. 269), presenta alcuni criteri paradigmatici per la pianificazione di itinerari di IC sintetizzando sia le proposte di alcuni autori sia le considerazioni disseminate lungo i vari capitoli. Suggerisce strategie operative in prospettiva educativa e le seguenti prospettive di futuro: l’IC intesa come cammino di maturità, la necessità e l’urgenza del dialogo, un paradigma di catechesi capace di proporre un’esistenza cristiana intesa come realizzazione piena della vita.
Tratto dalla Rivista di Scienze dell'Educazione n. 3/2009
(http://www.pfse-auxilium.org)