Introduzione alla filosofia dell'educazione. Professione pedagogista teorico?
(Enciclopedia delle scienze dell'educ.)EAN 9788821306433
Il volume si presenta come un’introduzione alla filosofia dell’educazione e si colloca sullo sfondo dell’importante interrogativo relativo alla professione del pedagogista teorico. Tale interrogativo rivela, allo stesso tempo, un duplice auspicio: da una parte, per gli insegnanti di saper essere “teorici nell’azione”, dall’altra, per la ricerca pedagogica di potersi avvalere di una competenza “teorica”. Quest’ultima, come sottolinea l’Autore noto esperto in materia, «nella specializzazione metodologica e disciplinare delle Scienze della Formazione fa proprie le ragioni del generale e del “tutto” dell’educare, dell’apprendere, del formare; nella frammentazione delle iniziative e degli interventi si prende cura delle istanze di totalità e dell’integralità del riferimento formativo; trattando di pedagogia apre alla globalità della cultura; e parlando di educazione (istruzione apprendimento) invita a riflettere e a pensare più globalmente alla vita e all’esistenza storica dei singoli, dei gruppi, delle comunità, locali, nazionali internazionali; e, infine, preoccupandosi dello sviluppo e della formazione porta a farsi attenti ai destini dell’umanità e del suo sviluppo storico» (quarta di copertina). Per soddisfare a tale compito, l’Autore, fin dal primo capitolo fa emergere l’esigenza di una “via filosofica” all’educazione e alla pedagogia. Istanza che si ripropone non solo come epistemologia pedagogica, volta a chiarire il linguaggio scientifico e non scientifico dell’educazione e la natura del “congegno pedagogico”, ma anche come analisi e interpretazione teoretica diretta all’esperienza educativa, istruttiva, formativa e dell’apprendimento in ordine alla qualificazione umana dell’esistenza personale e comunitaria.
L’Autore delinea quindi l’oggetto di studio e i compiti della filosofia dell’educazione, possibilità e limiti dell’approccio filosofico all’educazione, indicando infine la molteplicità delle vie di ricerca con la possibilità di un filosofare in rapporto con la ricerca di fede. Nel secondo capitolo affronta in sintesi il quadro epistemologico della filosofia dell’educazione. Colloca la riflessione all’interno di un insieme di discipline a carattere pedagogico che, da una parte, sono accomunate dall’attenzione al campo condiviso di indagine o ricerca, proprio dell’ambito dell’educazione, dell’istruzione, della formazione, dello sviluppo personale, dall’altra parte invece, non di rado esse appaiono di posizione discordante e di vario quadro di riferimento. Dopo aver delineato l’etimologia e l’uso storico del termine “pedagogia”, l’Autore, tenendo conto delle modalità interpretative in fase di continua ricerca, tratteggia la complessa situazione attuale che emerge tra pedagogia, scienza dell’educazione, scienze dell’educazione e scienze della formazione, evidenziando il travaglio o, secondo alcuni lo sviluppo, della pedagogia come disciplina scientifica. Il capitolo chiude con la formulazione di alcuni nodi problematici che la ricerca dell’identità disciplinare della pedagogia presenta.
Nodi, legati strettamente sia al dibattito epistemologico che alle istanze ed esigenze provenienti dal mondo dell’educazione, della formazione e dalla vicenda storico-culturale del peculiare contesto. Il terzo capitolo passa brevemente in rassegna i diversi indirizzi teorici che si sono andati via via imponendo in ambito pedagogico-educativo nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale (1945): l’indirizzo neo-illuminista laicista, quello marxista, quello personalista, quello dello storicismo pedagogico, quello emancipativo e neoradicale degli anni ’70, quello della pedagogia della liberazione, quello tecnologico-funzionalista, fino all’approccio interculturale e del pensiero “globale” (capitolo quarto), auspicabile oggi all’inizio del XXI secolo. Infatti esso può offrire buoni tentativi di risposta alle sfide dei nuovi contesti vitali e di ricerca teorica quali: globalizzazione, multiculturalità, nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nuovi quadri di valori, nuovi stili etici e religiosi tra assenza, indifferenza, religiosità, fondamentalismo e impegno. «Il sogno del pensiero globale – afferma l’Autore -, è quello di porsi in una dinamica di ricerca di concettualizzazione che coniuga la dimensione mondialistica, solidaristica con quella localistica e particolare» (p. 65). In termini etico-pedagogici ciò significa pensare e aver cura dell’umano di tutti e di ciascuno, attraverso un impegno socio-politico e, in particolare, educativo, con la promozione e cura del dialogo interculturale reale. Infine, dopo aver tracciato l’identità delle nuove tendenze dell’educazione e, prima di tutto la rinnovata comprensione dell’educazione, la centralità dell’educazione delle persone, viste come cittadini di un mondo globalizzato nella società contemporanea (capitolo quinto), nel capitolo sesto l’Autore ribadisce, a ragione, che la filosofia in genere e la filosofia dell’educazione in specie sono state e restano l’organo della ricerca teorico-pedagogica per eccellenza, anche se non esclusivo, sia a livello materiale e contenutistico sia a livello formale ed epistemologico.
Sono, cioè, «la via più comune sia per indagare sulla problematica di natura teorica soggiacente alla pratica educativa sia per perimetrare concretamente il campo di indagine delle discipline pedagogiche sia per valutare la natura e la qualità scientifica del discorso pedagogico sia per vederne la praticabilità e l’operatività concreta» (p. 87). In questo senso la filosofia dell’educazione viene ad avere un compito istituzionale propedeutico ad un tale tipo di ricerca, promuovendo in particolare la teoria e la formazione dell’insegnante (capitolo sesto). Infatti, l’Autore auspica, a ragione, che in una società come l’attuale, caratterizzata dal pluralismo socioculturale e di forte accelerazione del cambiamento e dell’innovazione, è indispensabile che si formino degli “insegnanti riflessivi”, capaci di pensare l’educazione e la formazione nella convinzione della insostituibilità e della legittimità di una ricerca teorico-pedagogica, come garanzia della buona professionalità educativa, pedagogica e didattica. Il volume fornisce pure una dettagliata ed utile bibliografia di approfondimento degli argomenti trattati e chiude con una preziosa appendice contenente le parole chiave del discorso teorico-pedagogico, sulla scia della valorizzazione del filosofo austriaco, fondatore del “Circolo di Vienna”, M. Schlick (1882-1936), il quale soleva dire che la filosofia consiste nel tentativo di dar risposta alla domanda: «Che cosa dici, quando dici…?» (p.111).
Tratto dalla Rivista di Scienze dell'Educazione n. 1/2009
(http://www.pfse-auxilium.org)
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