Quale filosofia in teologia morale? Problemi, prospettive e proposte
(Biblioteca di scienze religiose)EAN 9788821305344
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DETTAGLI DI «Quale filosofia in teologia morale? Problemi, prospettive e proposte»
Tipo
Libro
Titolo
Quale filosofia in teologia morale? Problemi, prospettive e proposte
Autore
Carlotti Paolo
Editore
LAS Editrice
EAN
9788821305344
Pagine
168
Data
2003
Collana
Biblioteca di scienze religiose
COMMENTI DEI LETTORI A «Quale filosofia in teologia morale? Problemi, prospettive e proposte»
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Recensioni di riviste specialistiche su «Quale filosofia in teologia morale? Problemi, prospettive e proposte»
Recensione di Francesco De Carolis della rivista Studia Patavina
Questo testo della nota collana Biblioteca di Scienze religiose nasce da un dibattito vivo e da un interrogativo di grande rilievo sia per gli studi teologici e per la ricerca interdisciplinare sui temi etici del nostro tempo. La domanda è quale filosofia possa essere proposta in teologia morale. Alla complessità della domanda, come si evince dal testo, non si può dare sicuramente una risposta semplicistica o superficiale, tanto più se si vuol guardare a fondo alle profonde trasformazioni della società contemporanea e se si vuol prendere sul serio il pluralismo antropologico ed etico dei nostri tempi.
A questa esigenza risponde, approfonditamente e con competenza, il contributo seminariale di Sabino Palumbieri, cui, a nostro avviso, ben si connette l’introduzione, di Paolo Carlotti, nella quale si pongono in evidenza le potenzialità, ma anche i fraintendimenti presenti nel richiamo generico ai valori o a parziali riferimenti ai fondamenti dell’etica filosofica. Nella condizione post-moderna il dialogo filosofia-teologia morale è reso ancor più complesso dalla crisi interna alla stessa filosofia morale attuale. Tuttavia sarebbe poco sensato chiudersi in un superficiale pessimismo. Considerando le riflessioni di Armando Rigobello e lo studio di Guido Gatti sulle filosofie nate al di fuori del cristianesimo, ma comunque confrontabili con le istanze spirituali cristiane, si notano, infatti, dei punti di forza e delle prospettive su cui costruire una riflessione innovativa ed originale. Come nota Giuseppe Angelini, benché spesso si è in ritardo nell’analisi della crisi d’identità dei nostri giorni (pagg. 94-95), potrebbe maturare un’attenzione critica e un ascolto nuovo del disagio dell’uomo attuale. Spesso l’etica dell’interrogazione è stata purtroppo sacrificata a quella dell’Io cosciente, chiuso in sé stesso. Invece, l’uomo attuale sembra, in forme ancora confuse, cercare il senso del suo esistere come coscienza che si apre, radicalmente e perciò anche problematicamente, all’altro e alla comunità vivente e storica degli altri uomini. Dunque una rinnovata filosofia, aperta all’etica teologica, dovrà rivalutare termini come parola, fiducia, reciprocità, alleanza, amore. Nel primo intervento, Sabino Palumbieri si era disposto a riflettere sulla fenomenologia, sul pensiero ebraico e la rinascente questione della responsabilità e della partecipazione profonda dell’uomo al discorso che si apre ad un Dio d’amore. In un orizzonte di rigoroso approfondimento filosofico, Armando Rigobello nota la centralità della persona e della libertà, come riferimento e fine della norma etica accettata liberamente e rivolta al bene della persona: «Il plesso delle argomentazioni fin qui condotte potrebbe essere riassunto nell’affermazione che la norma è costitutivamente bisognosa di interpretazione dato che non è posizione assoluta come lo sono i principi, ma è configurazione formale del dovere essere della vita singola e collettiva. L’interpretazione della norma ai suoi fondamenti nella struttura della persona, una struttura rivolta all’interpretazione» (pag. 136). L’indagine sulla filosofia morale attuale si svolge attraverso le riflessioni di Mounier, Lacroix, Ricoeur, Maritain, M. F. Sciacca. Una riflessione personalistica non esclude, ma anzi richiama al confronto con i fondamentali riferimenti filosofici e teologici offerti dal tomismo. Risulta molto significativo ed appropriato il contributo sull’etica e la teologia morale di S. Tommaso, il cui insegnamento supera in molti punti Aristotele e l’aristotelismo. Come si vede, non si tratta di privilegiare un unico modello di filosofia, ma di delineare vari accessi credibili, effettivi ed incisivi, nel contesto dell’attualità. Salvatore Privitera invita, perciò, a pensare le questioni etiche e teologiche in una prospettiva meno minimalista e non paga del non-cognitivismo etico. Insoddisfatto del neocontrattualismo, del pensiero debole, del post-moderno in filosofia, egli ricorda la necessità di distinguere più attentamente i livelli della questione morale: «oggi si cerca spesso di riproporre il livello dell’universalizzabilità come livello di universalità, senza distinguere i due livelli o, peggio ancora, ridimensionando il primo al secondo» (pag. 151). L’obiettivo del Previtera, come di tutti gli autori, è rendere la riflessione filosofica e quella della teologia morale più ampia e sempre più rispondente alla concreta, varia e problematica condizione dell’uomo attuale.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2006, nr. 2
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
A questa esigenza risponde, approfonditamente e con competenza, il contributo seminariale di Sabino Palumbieri, cui, a nostro avviso, ben si connette l’introduzione, di Paolo Carlotti, nella quale si pongono in evidenza le potenzialità, ma anche i fraintendimenti presenti nel richiamo generico ai valori o a parziali riferimenti ai fondamenti dell’etica filosofica. Nella condizione post-moderna il dialogo filosofia-teologia morale è reso ancor più complesso dalla crisi interna alla stessa filosofia morale attuale. Tuttavia sarebbe poco sensato chiudersi in un superficiale pessimismo. Considerando le riflessioni di Armando Rigobello e lo studio di Guido Gatti sulle filosofie nate al di fuori del cristianesimo, ma comunque confrontabili con le istanze spirituali cristiane, si notano, infatti, dei punti di forza e delle prospettive su cui costruire una riflessione innovativa ed originale. Come nota Giuseppe Angelini, benché spesso si è in ritardo nell’analisi della crisi d’identità dei nostri giorni (pagg. 94-95), potrebbe maturare un’attenzione critica e un ascolto nuovo del disagio dell’uomo attuale. Spesso l’etica dell’interrogazione è stata purtroppo sacrificata a quella dell’Io cosciente, chiuso in sé stesso. Invece, l’uomo attuale sembra, in forme ancora confuse, cercare il senso del suo esistere come coscienza che si apre, radicalmente e perciò anche problematicamente, all’altro e alla comunità vivente e storica degli altri uomini. Dunque una rinnovata filosofia, aperta all’etica teologica, dovrà rivalutare termini come parola, fiducia, reciprocità, alleanza, amore. Nel primo intervento, Sabino Palumbieri si era disposto a riflettere sulla fenomenologia, sul pensiero ebraico e la rinascente questione della responsabilità e della partecipazione profonda dell’uomo al discorso che si apre ad un Dio d’amore. In un orizzonte di rigoroso approfondimento filosofico, Armando Rigobello nota la centralità della persona e della libertà, come riferimento e fine della norma etica accettata liberamente e rivolta al bene della persona: «Il plesso delle argomentazioni fin qui condotte potrebbe essere riassunto nell’affermazione che la norma è costitutivamente bisognosa di interpretazione dato che non è posizione assoluta come lo sono i principi, ma è configurazione formale del dovere essere della vita singola e collettiva. L’interpretazione della norma ai suoi fondamenti nella struttura della persona, una struttura rivolta all’interpretazione» (pag. 136). L’indagine sulla filosofia morale attuale si svolge attraverso le riflessioni di Mounier, Lacroix, Ricoeur, Maritain, M. F. Sciacca. Una riflessione personalistica non esclude, ma anzi richiama al confronto con i fondamentali riferimenti filosofici e teologici offerti dal tomismo. Risulta molto significativo ed appropriato il contributo sull’etica e la teologia morale di S. Tommaso, il cui insegnamento supera in molti punti Aristotele e l’aristotelismo. Come si vede, non si tratta di privilegiare un unico modello di filosofia, ma di delineare vari accessi credibili, effettivi ed incisivi, nel contesto dell’attualità. Salvatore Privitera invita, perciò, a pensare le questioni etiche e teologiche in una prospettiva meno minimalista e non paga del non-cognitivismo etico. Insoddisfatto del neocontrattualismo, del pensiero debole, del post-moderno in filosofia, egli ricorda la necessità di distinguere più attentamente i livelli della questione morale: «oggi si cerca spesso di riproporre il livello dell’universalizzabilità come livello di universalità, senza distinguere i due livelli o, peggio ancora, ridimensionando il primo al secondo» (pag. 151). L’obiettivo del Previtera, come di tutti gli autori, è rendere la riflessione filosofica e quella della teologia morale più ampia e sempre più rispondente alla concreta, varia e problematica condizione dell’uomo attuale.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2006, nr. 2
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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