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Descrizione
Immunizzarci dalla morte: a cos'altro tende, l'intera storia della filosofia occidentale, se non a rassicurarci che tutto ciò che esiste non è destinato a finire per sempre? Certo, è la meraviglia, lo stupore dell'esistenza a suscitare la curiositas dei filosofi. Ma all'ombra di quella meraviglia c'è il terrore, la paura, l'angoscia per l'annientamento di tutto ciò che esiste. Ecco perché l'intera storia della filosofia può essere riletta non a partire dallo stupore di fronte all'essere, alla natura, al divenire, alla vita. Ma - rovesciando la consueta prospettiva analitica e interpretativa in questa sorta di "controstoria" della filosofia occidentale - dalla paura che ciò che è diventi a. Dal terrore che la vita sia inghiottita per sempre dalla morte. Se nella teologia cristiana è la fede nella resurrezione dei corpi ad immunizzarci per sempre dalla morte, nella filosofia è la "fede" nel logos a garantirci che niente, di ciò che esiste, andrà definitivamente perduto. O almeno, questo disperatamente sperano - con gli occhi pieni di lacrime - i filosofi.
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DETTAGLI DI «Le lacrime dei filosofi»
Tipo
Libro
Titolo
Le lacrime dei filosofi - L'idea di salvezza in Occidente
Autore
Cantarano Giuseppe
Editore
Marietti 1820
EAN
9788821175503
Pagine
342
Data
gennaio 2011
Peso
410 grammi
Altezza
21 cm
Larghezza
14 cm
Collana
Saggistica
Recensioni di riviste specialistiche su «Le lacrime dei filosofi»
Si può rileggere il pensiero occidentale come tentativo di «salvezza», di «trattenere la realtà dal suo dileguamento» e d’immunizzarci dalla morte? La filosofia è figlia anche del desiderio di superare la paura e l’angoscia del nulla dopo lo stupore iniziale? L’a. s’impegna, in questa prospettiva, a ripercorrere il pensiero logico-metafisico e politico dell’Occidente, tra l’«acqua» di Talete e il «regno dello spirito» di Hegel, evidenziando come la categoria di «logos» abbia giocato in filosofia il ruolo di garanzia del fatto che «nulla di ciò che esiste viene definitivamente perduto». Una buona intuizione che meriterebbe una verifica, purtroppo assente, nelle correnti filosofiche del Novecento.
Tratto dalla Rivista Il Regno n.12
(http://www.ilregno.it)
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