Il presente volume raccoglie venti discorsi pronunciati dal Cardinale Jorge Mario Bergoglio in circostanze pastorali diverse, tutte precedenti la sua nomina a Successore di Pietro, eppure il messaggio trasmesso non è frammentario ma universale: sono momenti di freschezza spirituale in cui il neoeletto Papa Francesco, con sguardo di credente e pastore, ci svela l'amore misericordioso di Dio.
PRESENTAZIONE
di Don GIUSEPPE COSTA,
I 20 testi che qui vengono pubblicati rappresentano altrettante finestre che si aprono sullo scenario della Chiesa e della Società. Segnano momenti di freschezza spirituale e impensabili cammini di grazia.
Papa Francesco con sguardo di credente e di pastore ci apre alla misericordia di Dio e al tempo stesso ci svela un animo aperto, capace di relazioni e di impegno.
Il nostro - ci dice Bergoglio - è un Dio che ascolta i sentimenti che ci commuovono.
Sono parole nate in circostanze pastorali diverse, tutte precedenti la sua nomina a Successore di Pietro, eppure il loro messaggio non è frammentario ma universale. Da qui l'importanza di essere pubblicate.
I tanti riferimenti ai documenti pastorali Latino americani oltre a riportarci in terre dove il cristianesimo ha saputo incarnarsi, ci fanno sentire la forza della Speranza.
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
VARCARE LA SOGLIA DELLA FEDE
Lettera all'Arcidiocesi di Buenos Aires per l'Anno della Fede
Buenos Aires, 1° ottobre 2012
Festa di Santa Teresina del Bambin Gesù
Ai sacerdoti, agli uomini consacrati, alle donne consacrate e ai fedeli laici dell' Arcidiocesi
Cari fratelli,
tra le esperienze più negative degli ultimi decenni c'è quella di trovare chiuse le porte. La crescente insicurezza ha spinto a poco a poco a sbarrare le porte, a col« locare sistemi di vigilanza, telecamere di sicurezza, diffidare degli estranei che bussano alla nostra porta Tuttavia, ancora in alcuni paesi ci sono porte che restano aperte. La porta chiusa è tutto un simbolo del nostro tempo. È qualcosa di più di un semplice dato sociologico. E' una realtà esistenziale che segna uno stile di vita, un modo di porsi dinanzi alla realtà, dinanzi agli altri, dinanzi al futuro. La porta chiusa della mia casa, che il luogo della mia intimità, dei miei sogni, delle mie speranze e sofferenze, così come delle mie gioie, è chiusa per gli altri. E non si tratta solo della mia casa materiale, è anche il recinto della mia vita, del mio cuore. Ogni volta sono sempre meno quelli che possono superare questa soglia. La sicurezza di alcune porte blindate custodisce l'insicurezza di una vita che diventa più fragile e meno sensibile alle ricchezze della vita e dell'amore degli altri.
L'immagine di una porta aperta è sempre stata il simbolo di luce, amicizia, gioia, libertà, fiducia. Quanto bisogno abbiamo di recuperare tutto ciò! La porta chiusa ci danneggia, ci atrofizza, ci separa.
Iniziamo l'Anno della Fede e paradossalmente l'immagine che propone il Papa è quella della porta, una porta che occorre varcare per poter trovare quello che ci manca tanto. La Chiesa, attraverso la croce e il cuore del pastore Benedetto XVI, ci invita a varcare la soglia, a fare un passo per prendere una decisione intima e libera: spingerci a entrare in una nuova vita.
La porta della fede ci rinvia agli Atti degli Apostoli: « Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede » (At 14, 27). Dio prende sempre l'iniziativa e non vuole che nessuno resti escluso. Dio bussa alla porta dei nostri cuori: « Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me » (Ap 3, 20). La fede è una grazia, un regalo di Dio: « Solo credendo, quindi, la fede cresce e si rafforza [...L in un crescendo continuo, nelle mani di un amore che si sperimenta sempre più grande perché ha la sua origine in Dio » (BENEDETTO XVI, Porta fidei, 11 ottobre 2011, § 7).
Oltrepassare questa porta presuppone intraprendere un cammino che dura tutta la vita. Andiamo avanti passando dinanzi a tante porte che oggigiorno si offrono dinanzi a noi, molte delle quali sono false porte, che invitano in modo assai allettante ma menzognero a inoltrarvisi,
che promettono una felicità vuota, narcisista e con scadenza stabilita. Sono porte che ci conducono in crocevia dove, quale che sia la scelta che faremo, si trovano a breve o lungo termine angoscia e disorientamento. Sono porte autoreferenziali che si esauriscono in sé stesse e senz'alcuna garanzia per il futuro. Mentre le porte delle case sono chiuse, le porte dello shopping sono sempre aperte. Si oltrepassa la porta della fede, si varca questa soglia, quando la Parola di Dio è annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che ci trasforma (Porta fidei § 1), che ha un nome concreto, e questo nome è Gesù. Gesù è la porta (Gv, 10, 9). Lui, e solo Lui, è e sarà sempre la porta. Nessuno va al Padre se non attraverso di Lui (Gv 14, 6). Se non c'è Cristo, non c'è cammino verso Dio. In quanto porta, ci apre la strada verso Dio e come Buon Pastore è l'Unico che si prende cura di noi a costo della sua vita.
Gesù è la porta e bussa alla nostra porta per fargli superare la soglia della nostra vita. «Non abbiate paura... spalancate la porta a Cristo», ci diceva il beato Giovanni Paolo II all'inizio del suo Pontificato.
Aprire le porte del cuore, come fecero i discepoli di Emmaus, chiedendogli di rimanere con noi per poter attraversare le porte della fede e perché il Signore stesso ci porti a capire le ragioni per le quali si crede, per poi andare ad annunciarlo. La fede presuppone che si decida di stare con il Signore per vivere con lui e condividerlo con i fratelli.
Ringraziamo Dio per questa opportunità di apprezzare la nostra vita di figli di Dio, per questo cammino di fede che ha avuto inizio nella nostra vita con l'acqua del battesimo, l'inesauribile e fecondo spruzzo che ci rende figli di Dio e membri fratelli nella Chiesa.