Benedetto XIV
-De Servorum Dei Beatificatione et Beatorum Canonizatione. La Beatificazione dei Servi di Dio e la Canonizzazione dei Beati I/1
EAN 9788820984090
La Congregazione per le Cause dei Santi, volendo ricordare il quarantesimo anniversario della denominazione che papa Paolo VI aveva creato per indicare il nuovo dicastero (1969-2009), si è impegnata a tradurre l’opera di Prospero Lambertini (promotore della fede presso la Congregazione dei Riti dal 1708 al 1728 e successivamente, dal 1740 al 1758, papa col nome di Benedetto XIV), perché potesse facilmente essere consultata da teologi, cultori della spiritualità, vescovi e postulatori.
L’intento non è solo quello di far conoscere le procedure per la beatificazione e la canonizzazione dei servi e delle serve di Dio, ma di far avvicinare tutti alla valenza teologica della vita e degli scritti dei santi. L’opera di Lambertini aiuta a superare delle precomprensioni che riguardano la santità. Innanzitutto, si tende a considerare il santo o la santa solo sotto l’aspetto devozionale, mettendo da parte la forte valenza teologica. L’esperienza di Dio vissuta da questi uomini e da queste donne è espressione di come Dio ancora oggi mostra la sua potente salvezza. In essi si compie il messaggio evangelico tanto che spesso erano apostrofati come un “vangelo vivente”.
Il loro modo di fare teologia non è ristretto al solo ambito del pensare, ma investe la vita, per cui ciò che credono diventa vissuto. Si potrebbe affermare con Evagrio Pontico che il teologo è colui che mette il capo sul petto di Cristo, volendo sottolineare la valenza esistenziale del “fare” teologia. Il santo è un teologo che vive la sua esperienza di Dio con il linguaggio della quotidianità. La sua ricerca di Dio è osservabile dai suoi comportamenti, dalla capacità di costruire relazioni stabili e durature in cui Dio è la fonte del loro esistere e del loro sperare nel futuro. Non possiamo pensare che fare teologia con i santi significhi consultare il singolo manuale disciplinare che ci aiuta nella comprensione di quel particolare aspetto della rivelazione. In essi, come affermava von Balthasar, si evidenziano le missioni del Figlio e dello Spirito Santo. Sono delle vere esistenze teologiche.
La carità vissuta comporta un parlare con Dio e un parlare di Dio in una perfetta sintesi vitale. Non vi è la divisione in trattati, ma brilla quel processo di unificazione che conduce il battezzato a sperimentare nell’oggi un barlume del sorriso pasquale che è impresso nella comunione dei santi. Il superamento della rigida divisione fra teologia e santità, fra teologia e vita produce un rinnovamento interiore, uno slancio positivo nel rigenerare la chiesa e la stessa società. L’opera di Lambertini aiuta anche a considerare i santi in relazione alla loro epoca in una complessa trama di rapporti umani. La dimensione storica fa di questi uomini e di queste donne, radicati nel proprio territorio, vivaci interpreti delle esigenze dei propri contemporanei. Un santo è parola dello Spirito che suggerisce al cuore del credente il modo per annunciare il vangelo di Gesù; è risposta di Dio alle diverse situazioni in cui la chiesa vive.
Il santo mostra il cammino concreto per andare incontro a Dio nella comunione ecclesiale. Legge i segni dei tempi, facendosi plasmare dallo Spirito per essere fedele servo della parola di Dio. Se sul piano teologico descrivono felicemente il mistero di Dio con la loro vita, nel concreto sono esempi luminosi dell’ortoprassi ecclesiale. L’ortodossia si coniuga con le scelte di ogni giorno, con la fatica di non scendere a compromessi con il mondo per essere sempre leali custodi dell’alleanza in Cristo. La chiesa e la società hanno bisogno di questi testimoni della carità che vivono nella verità gli insegnamenti del Vangelo. In un clima di riduzionismo etico, dove il peso di ogni cosa è dato solo dalla sua valenza economica, il santo è esempio di fiducia nelle energie umane, costruttore di relazioni profonde segnate dal sacrificio della propria persona per essere sempre più immagine di Dio.
L’esemplarità dei santi permette di pensare un futuro migliore nel desiderio di far crescere la città di Dio fra gli uomini. Il loro impegno per l’uomo manifesta la passione per la chiesa e per la società. Il fare il bene è coinvolgente, rende più maturi, ma manifesta anche quel lato negativo della persona umana ancora legata al peccato e all’egoismo. I santi smascherano l’iniquità dell’uomo, denunciano i soprusi, sono profeti scomodi che annunciano alla coscienza il primato di Dio. L’opus magnum di Lambertini ha il pregio di dare una consistenza teologica, giuridica, spirituale a tutto il materiale che riguarda la vita dei servi e delle serve di Dio. Offre una linea metodologica che precorre i tempi, insegnando l’uso fondamentale delle fonti. Lo studio dei documenti fa uscire l’agiografia da schemi trionfalistici e poco storici a una visione più oggettiva della verità.
L’analisi dell’esistenza comporta il vivere le virtù cardinali e teologali. Ciò significa che la santità non è un pensiero astratto, ma una realtà leggibile storicamente. Lambertini aiuta a considerare l’analisi storica come necessaria, perché si possa dare il servo di Dio come modello di vita. La metodologia storica è legata alla ricerca dei documenti, alla pertinenza delle testimonianze, a un esame minuzioso del fondo storico in cui si muove il servo e la serva di Dio. L’insegnamento di Lambertini resta così insuperabile per la lucidità delle considerazioni e per la sua personale capacità di sintesi. Il suo intento è ammirevole: aiutare chi si accinge a giudicare un’esistenza teologica con un metodo e con indicazioni che riguardano la filosofia, la teologia, la morale e il diritto. La sua summa è frutto della personale esperienza di giuriste e di teologo che conosce le esigenze di lavoro.
Ma ciò non lo allontana dalla realtà storica, anzi è proprio per salvare il frammento che indirizza gli studiosi a ritornare alla vita, al concreto. I santi non sono solo oggetti da analizzare, ma vite che richiamano la bellezza dell’ideale evangelico. Lambertini sa bene che anche la sua opera per sfidare i tempi ha bisogno di passare dinanzi alle cattiverie del suo tempo. Il primo volume di questa grandiosa opera presenta una pregevole introduzione del relatore generale, il cappuccino Vincenzo Criscuolo, che articola il suo studio a partire dal profilo biografico di Lambertini per poi analizzare l’opera in ogni suo aspetto.
Si fa presente che «non essendo la presente un’edizione critica del testo lambertiniano, sono state omesse del tutto – come suggerirebbero i criteri editoriali moderni – note di riferimento bibliografico e qualsiasi forma di apparato critico, che avrebbero di molto appesantito e fatto crescere a dismisura la dimensione di questa edizione» (p. 70). Il testo è formato dall’originale latino e dalla ben curata traduzione. La Libreria Editrice Vaticana ha organizzato il volume con una veste tipografica degna dell’opera. L’intero corpus di Lambertini è stato dedicato a papa Benedetto XVI, un cuore che vede, un uomo capace di scorgere nelle difficoltà dei nostri giorni la rotta che la barca di Pietro deve prendere per andare oltre la tempesta.
Ringraziamo il prefetto, il cardinale Angelo Amato, e con lui l’allora segretario della Congregazione, monsignor Michele Di Ruberto, il sotto-segretario, monsignor Bartolucci, il promotore di fede, monsignor Corradini, il capo ufficio, monsignor Turek, e padre Criscuolo per aver dato l’opportunità a tutti di studiare un’opera importante per la storia della spiritualità cristiana. Hanno ancora di più spinto a prendere sul serio il cammino di santità come orizzonte comune di ogni battezzato in vista di godere della Gerusalemme celeste.
Tratto dalla rivista "Asprenas" n. 4/2010
(http://www.pftim.it)
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