Il latino e i cristiani. Un bilancio all'inizio del terzo millennio
(Monumenta studia instrumenta liturgica)EAN 9788820973155
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Tipo
Libro
Titolo
Il latino e i cristiani. Un bilancio all'inizio del terzo millennio
A cura di
Enrico Dal Covolo, Manlio Sodi
Editore
Libreria Editrice Vaticana
EAN
9788820973155
Pagine
528
Data
gennaio 2002
Peso
936 grammi
Dimensioni
17 x 24 cm
Collana
Monumenta studia instrumenta liturgica
COMMENTI DEI LETTORI A «Il latino e i cristiani. Un bilancio all'inizio del terzo millennio»
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Recensioni di riviste specialistiche su «Il latino e i cristiani. Un bilancio all'inizio del terzo millennio»
Recensione di Celestino Corsato della rivista Studia Patavina
Nel contesto del Giubileo delle Università dell’anno duemila, il Pontificium Institutum Altioris Latinitatis dell’Università Pontificia Salesiana di Roma ha organizzato un Congresso internazionale di alta qualità scientifica per fare il punto e nel contempo offrire una riflessione a tutto campo sull’uso della lingua latina in ambito cristiano. Il presente volume è il frutto delle giornate di studio e ne raccoglie gli Atti, in coincidenza con il XL anniversario della costituzione apostolica Veterum Sapientia di Giovanni XXIII, che rilanciava la conoscenza e l’uso del latino nella chiesa.
Il contributo introduttivo di Simone Deléani discute Les caractères du latin chrétien mostrando negli scrittori occidentali dell’epoca cristiana tardo-antica la commixtio tra latino tardo parlato e reminiscenze di modelli classici, ma anche la trasformazione della lingua avvenuta ad opera dei nuovi contenuti biblici e cristiani: la linfa nuova ha segnato profondamente, rinnovandola, la lingua latina.
I curatori hanno distribuito le relazioni degli studiosi attorno a sette tematiche - di disomogenea ampiezza - che articolano la struttura e il percorso del volume: la prosa, la poesia, le regole monastiche, un bilancio teologico della lingua latina nell’età dei Padri, il latino dei cristiani dal Medioevo all’età moderna…, … fino ai nostri giorni, latinitas liturgica. Si passano in rassegna prosatori e poeti, scuole ed epoche storiche, particolarità e generalità linguistiche, sintassi e stile, forme espressive e contenuti, fissità ed evoluzione, cristianismi lessicografici e semasiologici, elementi filologici e teologico-liturgici, bilanci… e rilanci di una lingua plurisecolare.
Nell’era della globalizzazione che coinvolge i mercati e le persone, ha ancora senso parlare di latino cristiano, soprattutto come lingua della chiesa “universale” e della liturgia? Dal Covolo e Sodi scrivono che “gli studi proposti… rappresentano il segno eloquente di un cammino [bimillena-rio] di comunione e di inculturazione che è stato realizzato nella storia, e che nella storia continua a permanere al di là delle inevitabili evoluzioni culturali e linguistiche…”.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2003, nr. 2
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Il contributo introduttivo di Simone Deléani discute Les caractères du latin chrétien mostrando negli scrittori occidentali dell’epoca cristiana tardo-antica la commixtio tra latino tardo parlato e reminiscenze di modelli classici, ma anche la trasformazione della lingua avvenuta ad opera dei nuovi contenuti biblici e cristiani: la linfa nuova ha segnato profondamente, rinnovandola, la lingua latina.
I curatori hanno distribuito le relazioni degli studiosi attorno a sette tematiche - di disomogenea ampiezza - che articolano la struttura e il percorso del volume: la prosa, la poesia, le regole monastiche, un bilancio teologico della lingua latina nell’età dei Padri, il latino dei cristiani dal Medioevo all’età moderna…, … fino ai nostri giorni, latinitas liturgica. Si passano in rassegna prosatori e poeti, scuole ed epoche storiche, particolarità e generalità linguistiche, sintassi e stile, forme espressive e contenuti, fissità ed evoluzione, cristianismi lessicografici e semasiologici, elementi filologici e teologico-liturgici, bilanci… e rilanci di una lingua plurisecolare.
Nell’era della globalizzazione che coinvolge i mercati e le persone, ha ancora senso parlare di latino cristiano, soprattutto come lingua della chiesa “universale” e della liturgia? Dal Covolo e Sodi scrivono che “gli studi proposti… rappresentano il segno eloquente di un cammino [bimillena-rio] di comunione e di inculturazione che è stato realizzato nella storia, e che nella storia continua a permanere al di là delle inevitabili evoluzioni culturali e linguistiche…”.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2003, nr. 2
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Recensione di Celestino Corsato della rivista Studia Patavina
Nel contesto del Giubileo delle Università dell’anno duemila, il Pontificium Institutum Altioris Latinitatis dell’Università Pontificia Salesiana di Roma ha organizzato un Congresso internazionale di alta qualità scientifica per fare il punto e nel contempo offrire una riflessione a tutto campo sull’uso della lingua latina in ambito cristiano. Il presente volume è il frutto delle giornate di studio e ne raccoglie gli Atti, in coincidenza con il XL anniversario della costituzione apostolica Veterum Sapientia di Giovanni XXIII, che rilanciava la conoscenza e l’uso del latino nella chiesa.
Il contributo introduttivo di Simone Deléani discute Les caractères du latin chrétien mostrando negli scrittori occidentali dell’epoca cristiana tardo-antica la commixtio tra latino tardo parlato e reminiscenze di modelli classici, ma anche la trasformazione della lingua avvenuta ad opera dei nuovi contenuti biblici e cristiani: la linfa nuova ha segnato profondamente, rinnovandola, la lingua latina.
I curatori hanno distribuito le relazioni degli studiosi attorno a sette tematiche - di disomogenea ampiezza - che articolano la struttura e il percorso del volume: la prosa, la poesia, le regole monastiche, un bilancio teologico della lingua latina nell’età dei Padri, il latino dei cristiani dal Medioevo all’età moderna…, … fino ai nostri giorni, latinitas liturgica. Si passano in rassegna prosatori e poeti, scuole ed epoche storiche, particolarità e generalità linguistiche, sintassi e stile, forme espressive e contenuti, fissità ed evoluzione, cristianismi lessicografici e semasiologici, elementi filologici e teologico-liturgici, bilanci… e rilanci di una lingua plurisecolare.
Nell’era della globalizzazione che coinvolge i mercati e le persone, ha ancora senso parlare di latino cristiano, soprattutto come lingua della chiesa “universale” e della liturgia? Dal Covolo e Sodi scrivono che “gli studi proposti… rappresentano il segno eloquente di un cammino [bimillena-rio] di comunione e di inculturazione che è stato realizzato nella storia, e che nella storia continua a permanere al di là delle inevitabili evoluzioni culturali e linguistiche…”.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2003, nr. 2
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Il contributo introduttivo di Simone Deléani discute Les caractères du latin chrétien mostrando negli scrittori occidentali dell’epoca cristiana tardo-antica la commixtio tra latino tardo parlato e reminiscenze di modelli classici, ma anche la trasformazione della lingua avvenuta ad opera dei nuovi contenuti biblici e cristiani: la linfa nuova ha segnato profondamente, rinnovandola, la lingua latina.
I curatori hanno distribuito le relazioni degli studiosi attorno a sette tematiche - di disomogenea ampiezza - che articolano la struttura e il percorso del volume: la prosa, la poesia, le regole monastiche, un bilancio teologico della lingua latina nell’età dei Padri, il latino dei cristiani dal Medioevo all’età moderna…, … fino ai nostri giorni, latinitas liturgica. Si passano in rassegna prosatori e poeti, scuole ed epoche storiche, particolarità e generalità linguistiche, sintassi e stile, forme espressive e contenuti, fissità ed evoluzione, cristianismi lessicografici e semasiologici, elementi filologici e teologico-liturgici, bilanci… e rilanci di una lingua plurisecolare.
Nell’era della globalizzazione che coinvolge i mercati e le persone, ha ancora senso parlare di latino cristiano, soprattutto come lingua della chiesa “universale” e della liturgia? Dal Covolo e Sodi scrivono che “gli studi proposti… rappresentano il segno eloquente di un cammino [bimillena-rio] di comunione e di inculturazione che è stato realizzato nella storia, e che nella storia continua a permanere al di là delle inevitabili evoluzioni culturali e linguistiche…”.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2003, nr. 2
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