I cattolici nelle temperie del relativismo
(Di fronte e attraverso)EAN 9788816407183
Esaurito
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Tipo
Libro
Titolo
I cattolici nelle temperie del relativismo
Autore
Mucci Giandomenico
Editore
Jaca Book
EAN
9788816407183
Pagine
407
Data
2005
Collana
Di fronte e attraverso
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Recensioni di riviste specialistiche su «I cattolici nelle temperie del relativismo»
Recensione di Francesco De Carolis della rivista Studia Patavina
Nell’ambito dell’importante iniziativa editoriale I libri della Civiltà Cattolica, questo testo, riccamente argomentato, di Giandomenico Mucci, viene ad affrontare la complessa questione della presenza dei cattolici in un contesto di vita e di orientamenti esistenziali rivolti ad un relativismo che è certamente imperante, ma risulta spesso poco appagante in concreto. Al di là di opposti preconcetti e rigidità, l’autore prende soprattutto atto di una sfida rispetto a cui ci si deve mostrare preparati e credibili. Il nostro tempo, come ebbe a sottolineare il filosofo e teologo italo-tedesco Romano Guardini, è dilacerato da diverse opposizioni che non riesce ad elaborare per quell’intrinseca mancanza di polarità viventi e significative cui il relativismo, l’egocentrismo ed il nichilismo ci hanno disabituato. Non a caso constatiamo un’oscillazione, talora repentina ma non mediata, tra ultrarazionalismo e manifestazioni di irrazionalismo. Razionalismo o relativismo dimostrano, secondo il noto scrittore e studioso gesuita, sia che il laicismo, spesso alquanto rigido ed intollerante, non è sinonimo di laicità, sia che gli esiti della razionalità matura non sono nell’ideologia razionalista, ma in una ragionevolezza che non esclude aprioristicamente l’adesione di fede. Su quest’assunto di fondo, che è oggetto di ampio dibattito, si strutturano i tredici densi capitoli, tutti rivolti ad interrogarsi su alcuni aspetti di fondo del nostro tempo (Illuminismo, tecnicismo, gnosi moderna, autosalvazione dell’uomo). Sta di fatto, nota l’autore, che, nei nostri tempi sono stati messi in discussione le radici e i fondamenti cristiani dalla nostra società, quasi essi fossero resti di una tradizione non più viva. L’autore, non pago di questa tesi, non si limita a giustificare altre legittime impostazioni. Richiamandosi a testi e documenti molto significativi di Giovanni Paolo II e del Magistero della Chiesa, si riferisce, invece, alla vasta pubblicistica cattolica e laica e alle opere di teologi, filosofi e storici contemporanei, per evidenziare e discutere il paradigma neo-illuminista dominante che, nonostante la crisi post-moderna della ragione, è un presupposto inindagato. Soprattutto nei settori dell’alta cultura e dei gruppi intellettuali egemoni, si presuppone, senza un’adeguata problematizzazione, la fine della concezione antropologica basata sulla trascendenza. Tutto ciò avviene in nome di una definitiva emancipazione dell’uomo da Dio. Tuttavia, si nota l’emergere di un nichilismo di fondo del tutto inappagante, sia a livello teoretico sia a livello etico ed antropologico: «Nietzsche è stato il pensatore che, pur vivendo nel tempo del trionfo del positivismo e della celebrazione dei miti del progresso scientifico tecnico e dell’umanitarismo, ha previsto nel nichilismo il tratto che avrebbe dominato le epoche successive al secolo XIX» (pag. 134). Molto significative sono le analisi dell’autore in riferimento alla problematica nietzschiana e alle sue diverse interpretazioni, dal Possenti fino a Gianni Vattimo. Assai rilevanti sono anche i riferimenti alla Fides et ratio, alle tesi di Giovanni Reale, agli scritti di M. F. Sciacca. Mucci analizza filosofie come quelle di Hayek, Popper, Rawls, Rorty, Bobbio (pag. 67): le sue riflessioni, rivolte ad una partecipe comprensione dei nostri tempi, lo portano non solo ad evidenziare la fine dell’Illuminismo storico (pag. 73), ma a sottolineare, nonostante l’esplosione della sua matrice storica, il persistere di una mentalità eccessivamente rivolta al meccanicismo e all’empirismo, al relativismo e al naturalismo. Mucci analizza le conseguenze sociali, pedagogiche, etiche di una visione della vita caratterizzata da una forte spinta secolarizzante. Egli riflette anche, in un denso capitolo sulla Cultura cristiana, intellettuali, e intellettuali cattolici, su molte nuove questioni, con particolare riferimento alla problematica della tecnica nei suoi multiformi aspetti e settori: «se si riflette sui numerosi ambiti della vita umana sui quali influisce la tecnologia, si comprenderà facilmente l’attenzione critica che dovrà dedicarle la cultura cattolica» (pag. 320). In effetti, il volume si dimostra capace di riflettere su questioni spesso trascurate, da quelle del linguaggio a quelle della tecnica, a quelle della massificazione e della comunicazione sociale. Insomma, agli assunti presupposti dalle interpretazioni correnti l’autore muove molte obiezioni che saranno di sicuro interesse per il dibattito complessivo sulla situazione spirituale del nostro tempo. Giandomenico Mucci si interessa, ad esempio, delle varie forme di etica laica, dei problemi della Chiesa attuale, delle sfide etiche e bioetiche, della collaborazione tra forze di ispirazione diverse nei vari campi dell’impegno sociale e culturale. Il testo, molto competente e fluido, è un richiamo alla coerenza e al rinnovamento spirituale in un’età disincantata in cui proliferano nuove mitologie, e varie forme di settarismo e di intolleranza (pag. 349). Anche in questo senso, il testo si presenta come un volume pregevole, di sicuro valore e rivolto a proporre elementi di riflessione in un dibattito vivo e su questioni di attualità.
Rilevanti sono le riflessioni sulla mistica e sull’approccio mistico alla trascendenza nella società post-moderna (pag. 371) che lo inducono a sottolineare i limiti del metodo e della teoria psicoanalitica e a ricordare che sarebbe errato pensare un complesso movimento psicologico come un corpo compatto e monolitico di dottrine da accettare sempre e comunque.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2006, nr. 2
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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