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Descrizione
All'università qualche allievo irriverente lo aveva soprannominato "il libridinoso", tanto in Ezio Raimondi era evidente l'appetito per i libri, tanto nell'incantesimo della sua parola si convogliava la sua immensa biblioteca di lettore insaziabile e curioso. La vita di questo grande maestro è segnata dai libri, dai primi volumetti ricevuti da bambino ai doni degli amici. Ogni libro porta con sé un volto, un luogo, una situazione: sia il volume recuperato dalle macerie di un bombardamento, o lo Heidegger letto in cucina, o il Bachtin regalato dagli studenti di Baltimora. Non solo i libri sono ricordi degli amici, ma loro stessi sono amici, compagni di viaggio. Oggi che si predice il tramonto del mondo dei libri di carta, il libridinoso Raimondi ci racconta di un'amicizia con i libri che dura una vita intera.
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DETTAGLI DI «Le voci dei libri»
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L’«uomo dei libri» che P. Ferratini ritrae curando i testi dei colloqui con il noto italianista dell’Università di Bologna nasce da una biblio-biografia, che non è un’alchimia linguistica a indicare la forma d’intellettuale così raffinato – qual egli è per altro – da ritirarsi nell’unico mondo possibile della carta stampata. Ma è il percorso di una seconda nascita, avvenuta attraverso un libro e poi attraverso ogni libro, anche il più «modesto e magro» come poteva essere un testo scolastico ante guerra. Libro come occasione di crescita umana e di liberazione, perché «nei libri c’erano gli esseri umani, con le loro verità, le loro parole profonde, parole che toccano, che lasciano nel lago del cuore una risonanza che si prolunga nel tempo e mobilita quel tanto che c’è della nostra fantasia»: non c’è migliore invito alla lettura di questo.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2012 n. 6
(http://www.ilregno.it)
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