Non avrai altro Dio. Il monoteismo e il linguaggio della violenza
(Voci)EAN 9788815120335
«Gli dei se ne vanno gli arrabbiati restano»: si potrebbe prendere a prestito un titolo di molti anni fa per ridurre all'essenza il discorso su politeismo e monoteismo dell'a. Sino a quando le religioni creavano una simbiosi tra l'uomo e il cosmo, articolato in una sorta di sinfonia politeista con la quale l'essere umano si relazionava attraverso il culto, esisteva la possibilità di classificare per forma, nome e funzione le forze alle quali lo stesso uomo si credeva soggetto. Esisteva, dunque, la possibilità di «tradurre» un gruppo di divinità appartenente a un certo popolo in un altro appartenente a diversa popolazione. Viceversa con l'imporsi del monoteismo si gettarono le basi di popoli-veicoli di verità esclusive, le sole uniche verità. Non ci fu più la possibilità di tradurre, ma soltanto quella di convertirsi e questo determinò l'origine della violenza religiosa. Restarono, pertanto, gli «arrabbiati» con il loro monoteismo, vale a dire noi che apparteniamo a una delle religioni del Libro.
Tratto dalla rivista Il Regno n. 22/2008
(http://www.ilregno.it)
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