Enchiridion Oecumenicum 9/1
-Fede e Costituzione. Meeting 1967-1982
(Enchiridion Oecumenicum)EAN 9788810802434
A Fede e costituzione, dal 1948 commissione del Consiglio ecumenico delle Chiese, sono affidati lo studio e l’approfondimento di molti dei problemi fondamentali che si affacciano con urgenza nella vita del Consiglio. Per trent’anni, dalla Conferenza di Montréal (1963) alla Conferenza di Santiago de Compostela (1993), Fede e costituzione non ha tenuto conferenze mondiali (i cui testi si trovano nell’Enchiridion oecumenicum 6), ma ogni tre o quattro anni ha svolto le riunioni regolari del Consiglio permanente, mantenendo un’attività teologica di alta qualità, che ha stimolato le Chiese a interrogarsi sulle vie dell’unità. In questo tempo sono stati redatti numerosi documenti che hanno reso possibili passi decisivi, ritenuti irreversibili. Qui, a cura di S. Rosso e G. Ceronetti, si propongono gli atti dei 5 incontri della commissione tenutisi dal 1967 al 1982. Si tratta di documenti ormai reperibili soltanto presso le biblioteche specializzate, ma determinanti per il rinnovamento della vita interna di molte Chiese, e per l’intensificazione e l’approfondimento dei rapporti fra le Chiese e le varie comunioni.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2010 n. 22
(http://www.ilregno.it)
Secondo il suo Regolamento lo scopo di Fede e costituzione, la commissione teologica del Consiglio ecumenico delle Chiese, è quello di «proclamare l’unicità della Chiesa di Gesù Cristo e chiamare le Chiese all’obiettivo dell’unità visibile di una stessa fede e comunione eucaristica, espressa nel culto e nella vita comune in Cristo, in modo che il mondo creda».
Dalla confluenza tra i movimenti ecumenici di Fede e costituzione, Vita e azione e del Consiglio missionario internazionale nacque nel 1948 il Consiglio ecumenico delle Chiese.
Dal 1968 nella commissione è ufficialmente rappresentata anche la Chiesa cattolica (12 membri), che partecipa attivamente a tutte le ricerche di Fede e costituzione. Con i suoi 120 membri, Fede e costituzione è la tribuna teologica più rappresentativa del mondo, e quella che all’interno del movimento ecumenico – con un metodo articolato e con l’apporto di rappresentanti di Chiese ma anche di singoli teologi o gruppi – elabora la questione incandescente dell’ecclesiologia, che è identificata oggi unanimemente come il nucleo delle divisioni tra le Chiese.
Ai documenti delle conferenze mondiali della commissione, dalla sua fondazione nel 1927 al 1993, è dedicato l’Enchiridion oecumenicum 6, pubblicato nel 2005 a cura di Stefano Rosso ed Emilia Turco.
Nei trent’anni che vanno dalla IV Conferenza mondiale, a Montreal nel 1963, alla V a Santiago de Compostela (1993), Fede e costituzione ha continuato a lavorare attraverso l’attività della Commissione permanente, che ha permesso il raggiungimento di risultati fondamentali e irreversibili come il consenso intorno al «Documento di Lima» su Battesimo, eucaristia, ministero (BEM, 1982), che ha cambiato stabilmente i rapporti tra le Chiese.
Questo nuovo progetto, curato da Stefano Rosso e Gianfranco Ceronetti, ricostruisce il work in progress teologico di questi tre decenni, e nel primo tomo raccoglie i principali documenti di studio, rapporti delle sezioni o comitati e relazioni ufficiali dei meeting che la Commissione permanente ha tenuto ogni tre o quattro anni dal 1967 al 1982, sotto i moderatori P. Minear (1963-1967), H.H. Harms (1967-1971), J. Meyendorff (1971-1975) e H. Nissiotis (1975-1983).
Ogni rapporto, secondo il metodo di lavoro messo progressivamente a punto da questo organismo, indica lo stato della discussione su una questione che divide le Chiese e suggerisce il modo in cui si può cercare di affrontarla e risolverla.
Nel 1967 l’incontro di Bristol risente del nuovo clima ecumenico favorito massicciamente dallo svolgimento del concilio Vaticano II, che pone le premesse per l’ingresso della Chiesa cattolica romana nella commissione. A Lovanio (Belgio) nel 1971 il tema è «L’unità della Chiesa – l’unità dell’umanità»; l’incontro viene considerato una svolta decisiva non solo per la presenza dei teologi cattolici (tra i quali Joseph Ratzinger), ma anche perché per la prima volta viene affrontata la questione dell’unità nel nuovo contesto storico mondiale.
Emerge il tema dell’unità di tutto il genere umano in correlazione con quello della giustizia sociale.
Ad Accra (Ghana), nel 1974, l’incontro si occupa dei tre grandi temi della speranza cristiana e della testimonianza comune da rendere al mondo; dell’unità della Chiesa in un momento in cui alle differenze confessionali si aggiungono nuove tensioni e controversie su problemi emergenti; e del pensiero comune delle Chiese su battesimo eucaristia e ministero con l’elaborazione di testi di consenso inviati alle Chiese per una valutazione. Sono i documenti di lavoro del BEM.
Il meeting di Bangalore (India) produce una descrizione concordata del fondamento della speranza cristiana, e infine nel 1982 a Lima viene raggiunto il fondamentale consenso su Battesimo, eucaristia e ministero. Pubblicare con costanza e fedeltà i documenti che attestano la trama complessa e pazientemente tessuta dei dialoghi bilaterali e multilaterali a livello locale e internazionale e il lavoro teologico della commissione Fede e costituzione – come fa tutta la serie degli Enchiridion oecumenicum – è editorialmente un’impresa piuttosto laboriosa, e, forse, non molto redditizia. Tuttavia è redditizia sul piano della documentazione della qualità e dell’estensione del cammino compiuto a piccoli passi dai carismatici inizi, attraverso stagioni più o meno rigogliose e propizie, fino all’attuale «inverno»; ed è il segno dell’adesione ancora vitale a un movimento che si è certi possa e debba portare a un progresso vero nella storia dell’unica Chiesa di Gesù, «perché il mondo creda».
E se realmente la Chiesa cattolica è convinta che le Chiese protestanti e in una certa misura anche il CEC abbiano cambiato l’obiettivo ecumenico, abbassando il tiro dalla ricerca dell’unità visibile al riconoscimento della «diversità riconciliata », allora la partecipazione alla commissione Fede e costituzione è oggi il luogo dove moltiplicare l’impegno, per mantenere vivo all’interno del movimento ecumenico l’anelito verso l’unione visibile, e trainarlo verso il suo compimento.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2011 n. 2
(http://www.ilregno.it)
La Commissione teologica “Fede e Costituzione” (F&C) occupa indubbiamente un ruolo del tutto particolare all’interno del movimento ecumenico. Sorta già nelle fasi inizali del movimento ecumenico moderno, ha però, mantenuto la propria specificità anche dopo la confluenza nel Consiglio Ecumenico delle Chiese nel 1948. Anche adesso costituisce senz’altro il più significativo ambito di ricerca teologica multilaterale, anche grazie alla presenza al suo interno di rappresentanti di Chiese che non fanno parte del CEC, a partire dalla Chiesa Cattolica Romana.
Se già il volume 6 dell’Enchiridion Oecumenicum raccoglieva i materiali delle cinque Conferenze Mondiali tenute dalla Commissione (Losanna 1927, Edimburgo 1937, Lund 1953, Montreal 1963, Santiago di Compostela 1993), esse non esauriscono certo la riflessione di F&C. Da sottolineare, anzi, che proprio il lungo trentennio che si colloca tra Montreal e Santiago di Compostela è caratterizzato da un’attività di ricerca ecumenica particolarmente intensa. Sono, in effetti, gli anni in cui si elaborano temi centrali, come quella riflessione sui sacramenti che nel 1982 confluirà nel BEM o il progetto di una confessione comune della fede. L’attività di F&C ruota in questo periodo soprattutto attorno ad alcuni meetings, nei quali il lavoro svolto dalle varie sottocommissioni viene discusso e valutato, per giungere a tradursi in alcuni documenti anche di grande rilevanza. Proprio a tali incontri – per il periodo 1967-1982 – è dedicato questo volume 9/1 dell’Enchiridion Oecumenicum, tramite il quale il Centro Editoriale Dehoniano prosegue così la sua attività, tesa a mettere a disposizione del pubblico italiano i grandi testi del movimento ecumenico. Il prezioso lavoro di raccolta e l’introduzione è opera di S. Rosso (già co-curatore del vol.6) e di G. Ceronetti.
Chi apra l’indice del volume vi trova un’articolazione cronologica, che raccoglie i materiali del meeting di Bristol 1967, Lovanio 1971, Accra 1974, Bangalore 1978, Lima 1982, consentendo di cogliere lo sviluppo del clima della teologia ecumenica anche nella sua interazione con la storia. Può, però, forse essere più interessante una lettura trasversale che – attraverso i testi dedicati a singoli temi nei diversi meetings – ne coglie la dinamica e la progressiva elaborazione. Balzano allora in primo piano alcuni progetti di ricerca fondamentali, a partire dalla già citata ricerca su Battesimo, Eucaristia e Ministero che da Bristol trova un compimento nel testo di Lima (non presente nel testo in quanto già pubblicato nell’EO 1), una vera pietra miliare per il cammino ecumenico.
A tale filone si affianca poi quello sul rapporto tra unità della chiesa e unità del genere umano, centrale a Lovanio nel 1971, ma ancora presente, pur con una diversa denominazione (“Unità della chiesa e rinnovamento della comunità umana”) a Lima e che troverà una forma definitiva nel 1990 in un documento finale su “Chiesa e Mondo”; è un’area tematica delicata, che mira a tenere assieme aree diverse – e talvolta in tensione - della ricerca ecumenica. Almeno altrettanto rilevante è la riflessione sul rendere ragione della speranza (Accra e Bangalore), che si amplierà poi nel progetto sulla comune espressione della fede apostolica, per concludersi col testo “Confessare una sola fede”, pubblicato – anche in italiano – nei primi anni 90. Né andrebbe dimenticata la riflessione sull’ermeneutica ecumenica che, prendendo le mosse dalla riflessione di Montreal sul rapporto tra Tradizione e tradizioni, accompagnerà il cammino di F&C (e non solo) fino all’inizio di questo nuovo millennio. Potrebbe bastare l’enumerazione di queste traiettorie principali per dire dell’importanza di un testo che li raccoglie in forma unitaria per i lettori italiani, ma desideriamo aggiungere almeno altri tre elementi che ne accrescono la ricchezza.
Da un lato l’importanza di alcuni testi apparentemente “minori”, nei quali risuona, però, tutta la forza di una riflessione interconfessionale a più voci su alcuni temi di grande rilevanza: penso al documento su “Dio nella natura e nella storia” o a quello su “La Chiesa e il popolo ebraico”, entrambi del 1967; se oggi possono senz’altro apparire datati, testimoniano di tappe importanti della ricerca ecumenica. In secondo luogo la varietà confessionale e culturale che risuona nelle varie relazioni dei singoli incontri e che viene spesso accolta e tematizzata anche nei documenti comuni, a dire di una ricerca teologica di unità che non sacrifica le differenze. Infine la presenza – tra i numerosi interventi pronunciati nei diversi incontri – di alcune voci storiche del movimento ecumenico: figure come Lukas Vischer, N. Nissiotis o Mary Tanner, che tanto profondamente hanno contribuito a stimolare la ricerca teologica della comunione.
Da segnalare, infine, la presenza di un elenco dei Faith and Order Papers, la collana di testi che documenta in modo ufficiale l’attività della Commissione, evidenziando l’ampiezza di un lavoro che anche i pur numerosi materiali presenti in questo volume di oltre 1200 pagine consentono di cogliere solo in parte. Si tratta, comunque, di una pubblicazione di grande valore, un testo da consultare che non potrà mancare nelle librerie degli studiosi di ecumenismo, come di coloro che seguono con attenzione la ricerca della comunione tra le chiese.
Tratto dalla rivista "Studi Ecumenici" n. 1/2011
(http://www.isevenezia.it)
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