Formazione francescana oggi
-Corso di teologia spirituale
(Teologia spirituale)EAN 9788810541319
L’anno accademico 2006-2007 vede l’avvio, all’Istituto francescano di Spiritualità presso la Pontificia Università Antonianum (Roma), di un Master in formazione. La proposta intende offrire agli studenti un’opportunità di apprendimento e maturazione di quelle competenze che si rendono necessarie a tutti coloro che dovranno occuparsi di un compito assai delicato e importante, come è appunto quello della formazione di altre persone.
Il volume si presenta come frutto di tale itinerario, il quale è stato pianificato da una prospettiva carismatica francescana e con un intento di carattere teorico-pratico. È il preside dell’Istituto, fr. Paolo Martinelli, ofmcap, a introdurci in questo corposo manuale che raccoglie interventi di autori diversi, tutti di area francescana. Due aspetti importanti – che caratterizzano i capitoli successivi – sono immediatamente annunciati: la necessità di organizzare un «percorso capace di autentica personalizzazione e integrazione» e il ruolo propulsivo giocato dalla «figura potente dell’esperienza spirituale, come luogo originario della formazione» (p. 13). La raccolta si suddivide sulla base di tre modalità di approccio: l’orizzonte ermeneutico della formazione francescana, le principali istanze che la dovrebbero guidare, la personalizzazione dialogica nell’accompagnamento formativo.
Pur senza sottovalutare l’importanza della formazione intesa come processo permanentemente attivo, la proposta di questo itinerario sceglie di concentrarsi soprattutto sulle tappe iniziali del cammino. La prima parte, finalizzata principalmente a disporre l’orizzonte ermeneutico, focalizza innanzitutto come valore centrale e complessivamente orientativo l’«esperienza spirituale» della persona. Esattamente sotto questo profilo l’argomentazione accosta alcuni dei punti nevralgici piú significativi: la necessità di superare la prospettazione alternativa tra «spiritualità» e psicopedagogia nonché la specificità della formazione in ambito francescano, colta storicamente nel suo momento originario, per cosí dire paradigmatico (A. Schmucki, ofm); l’utilità di ricomprendere e collocare adeguatamente il ruolo del discernimento all’interno dell’esperienza spirituale nel suo svilupparsi, aspetto declinato con particolare riferimento al vissuto di Francesco e Chiara di Assisi (M. Erasmi, ofmconv); la considerazione analitica dei presupposti ritenuti come fondamentali per poter riconoscere e rispondere alle domande, spesso inconsapevoli, emergenti all’interno di un contesto di formazione sempre piú di tipo interculturale (L.A. Tofful, ofmconv).
La parte centrale raccoglie quei contributi che sono stati messi a punto in ordine ad affrontare temi piú specifici riguardanti direttamente il processo formativo. Il primo passo è dedicato ad approfondire la qualità intrinsecamente relazionale della formazione, in cui la «cifra» della fraternità è inevitabilmente colta come costitutiva del carisma francescano: simultaneamente dono da accogliere con gratitudine e compito da svolgere responsabilmente nella distensione del tempo (G. Salonia ofmcap). Uno sguardo attento viene riservato alla figura del formatore, il cui profilo è tratteggiato prendendo in esame i documenti della chiesa, al fine di segnalare le qualità richieste, le principali responsabilità da assolvere, i mezzi cui ricorrere nel processo di formazione; interessanti sono gli «scorci» dedicati a Gesú come «formatore per eccellenza» e a san Francesco quale efficace interprete di «pedagogo e maestro» (O.R. Sanchez, ofmcap).
Un opportuno affondo è compiuto al fine di istituire un parallelo tra formazione iniziale e formazione permanente, delineate nelle loro molteplici dimensioni e riconosciute come due ambiti strettamente interconnessi nel programmare la formazione francescana stessa (O.R. Sanchez, ofmcap). L’unica voce femminile presente nel volume (S. Rigon, ssm) affronta un tema ampio e, per certi versi, assai rischioso come quello della maturità affettiva. Il punto di vista adottato dall’autrice è di carattere soprattutto psicologico, ma la tematica viene efficacemente articolata cercando di mantenere uno sguardo il piú possibile unitario e aperto, senza assolutizzazioni; viene in tal modo sollecitata un’attenzione dinamica da riservare a tutte le diverse manifestazioni comportamentali relative alla sfera psico-sessuale, facendo emergere sia i segni che rivelano immaturità da sciogliere, sia le potenzialità connesse con questa risorsa della persona per giungere a esprimere i sentimenti di Cristo. Anche l’ambito morale, non sempre tematizzato in maniera adeguata nei cammini formativi, trova all’interno di questo manuale uno spazio considerevole.
La riflessione parte prendendo in considerazione la questione dei valori e la possibilità di stabilire per essi una obiettiva gerarchia di base; l’A. (M. Michielan, OFM) continua la sua riflessione comparando diversi approcci interpretativi dello sviluppo morale della persona e, come tappa conclusiva, propone in termini di «sfida» l’obiettivo della «perfezione dell’amore». I due capitoli conclusivi si concentrano sul dialogo di accompagnamento nel cammino di formazione (A. Schmucki, ofm; P. Crasta, ofmcap), mantenendo simultaneamente attivi i due «fuochi» di attenzione: il carattere «spirituale» accanto a quello psicopedagogico. Quest’ultima parte assume forse uno stile piú «pratico» e, con intenti complementari, gli autori offrono una notevole quantità di spunti davvero utili per vivere il dialogo formativo. È certamente apprezzabile lo sforzo, a mio parere molto ben riuscito, di raccogliere in questo manuale gli approfondimenti dei vari autori su un argomento cosí vasto e complesso.
Il vantaggio della pubblicazione è per lo meno duplice: da un lato vi è la possibilità di accostare singolarmente i diversi temi presentati, a seconda delle proprie esigenze di ricerca; dall’altro si può anche scegliere di ripercorrere con fecondità l’intera proposta formativa; infatti, se è vero che ciascuna voce si connota per una sua propria autonomia e compiutezza argomentativa, la raccolta consente altresí di addentrarsi fecondamente nel vivo di un dialogo interdisciplinare intelligente, da cui il lettore può senz’altro ricavare la ricchezza di nuovi interrogativi oltre che essere reso partecipe di attenzioni non sempre opportunamente mantenute vive o valorizzate in campo formativo. Decisamente non vi è la pretesa di esaurire tutte le problematiche emergenti nel cammino della formazione; si può invece riconoscere l’intento di aprire una molteplicità di «piste di ricerca» utili sia a chi assume il compito di guida formativa, sia al destinatario dell’intervento educativo.
E se la prospettiva adottata, come s’è detto, è primariamente quella francescana, le intuizioni e i percorsi offerti dagli autori si rivelano utili e promettenti anche oltre lo specifico orizzonte carismatico di riferimento.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" n. 2/2013
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
Affermare che un testo sulla formazione possa essere considerato completo è improbabile, vista l’irriducibilità della persona - che ci si pre?gge di considerare quale tematica di studio - a un insieme di categorie o qualità e a un oggetto statico, eludente le dimensioni del divenire e dell’originalità. Tuttavia, il testo di cui Albert Schmucki è curatore offre il pregio dell’organicità. Infatti le tre parti di cui è composta l’opera, nella disposizione armonica e razionale degli argomenti, hanno una ragion d’essere in vista dell’ef?cacia e della processualità dell’evento formativo. Così come avviene per la costruzione ordinata di un solido edi?cio, è necessario iniziare sempre dalla stabilità delle fondamenta. In tal caso la prima parte, L’orizzonte ermeneutico della formazione francescana, con il primo capitolo (A. Schmucki), Verso un approccio ermeneutico alla formazione vuole introdurre a un concetto di formazione che è tale nel momento in cui aiuta il soggetto, attraverso l’esperienza di relazioni vitali, a divenire cosciente di ciò che lo muove a interpretare se stesso e la realtà all’interno di un orizzonte di senso. Af?nché la persona acquisisca un’identità consistente è necessario che le siano offerte esperienze esterne che la distacchino da un individualismo sterile e as?ssiante, incapace di integrare la totalità delle dimensioni che la compongono come “mistero”. Il metodo, a volte oscillante tra polarità psicologistiche e spiritualistiche, non può che rilevare il primato dell’esperienza spirituale che comunque valuti il soggetto secondo i criteri della totalità e dell’integrazione in un dialogo interdisciplinare tale da rispettare ambiti epistemologici e metodologici, avvalorando la scelta di un approccio all’esperienza spirituale che coniughi ricchezza teologica e antropologica. A questo capitolo, che peraltro sviluppa ampiamente ulteriori temi oltre a quelli già indicati, segue quello sulle Origini della formazione francescana (A. Schmucki), che non ha il puro scopo di elaborare un excursus storico, ma cerca piuttosto di individuare quei luoghi di tensione generati da modelli formativi diversi, a volte contrapposti e riduttivi, che mediante un percorso graduale sfociano comunque in una lettura della formazione altamente valorizzata dalla sapienza fontale di Francesco e Chiara d’Assisi. È chiaro che l’offerta di contenuti che stimoli il soggetto a un’esperienza spirituale (re- interpretativa) di se stesso, colta come accadimento e dono esterno, debba avvalersi di quel patrimonio comunitario (pensiamo in modo particolare alla conversione del Poverello e a tematiche fondamentali come appropriatio, restitutio, facere misericordiam ecc.) che renderà possibile un’autentica (auto)comprensione. Il terzo capitolo ci riconduce, con una nuova consapevolezza, ai giorni nostri. Qui si affronta il tema del Discernimento spirituale nell’esperienza cristiana di Francesco e Chiara d’Assisi (M. Erasmi), per cui dopo una soddisfacente spiegazione terminologica del titolo, sono presentati, mediante l’analisi di alcuni dei loro scritti, Francesco e Chiara quali icone di discernimento: la loro esperienza di Dio è totalmente permeata dalla logica del discernimento che si af?da soprattutto alla fede come criterio di valutazione del reale personale e comunitario, per scorgere un di più, un oltre spesso appannato dalle umane fragilità e dal peccato. Chiude questa prima parte il tema dell’Interculturalità nella formazione (L. A. Tofful), che si chiede come formare persone di differenti culture all’incontro, alla relazione. Appare centrale e obbligato il passaggio dalla multiculturalità all’interculturalità, af?dato alla disposizione al cambiamento da parte del soggetto interpellato a incontrare la diversità culturale sulla base del dialogo e della reciprocità; interessanti i presupposti teologici, antropologici e carismatici (francescani) che favoriscono una rilettura dell’attuale situazione socioculturale. La seconda parte dell’opera prende in considerazione Le istanze principali della formazione francescana attraverso la stesura di cinque capitoli che intendono sottolineare (insieme agli altri due della terza parte) come la relazione sia speci?camente il cuore del processo formativo. Lo si capisce quando nel capitolo cinque, La relazione formativa nella prospettiva francescana (G. Salonia), sono indicati i passaggi che vanno a costituire il percorso relazionale della formazione attingendo al cammino di conversione di Francesco, tra cui svetta l’esperienza tra i lebbrosi condensata nel suggestivo facere misericordiam del Testamento (2Test 1-3): ciò che al Poverello mutò radicalmente il senso dell’esistenza si pone come passaggio imprescindibile per ogni formando disposto ad entrare in una novità di vita che chiede sempre di consegnarsi alla logica della ? ducia e alla fecondità della Croce. Interessante la lettura dei voti religiosi nel tessuto della relazione fraterna. Il sesto e il settimo capitolo, sviluppati dallo stesso autore (O.R. Sanchez) e consequenziali per tematiche, prendono in esame uno La ?gura del formatore nel processo formativo e l’altro La programmazione della formazione francescana. Si passa così da un’ottica in cui si coglie il formatore, guidato dalla sapienza dello Spirito, nelle sue qualità personali e nei suoi compiti di responsabilità educativa desunti dai documenti della Chiesa, per approdare ad una pedagogia gesuana che tocca i vertici (ma non si esaurisce) nella lavanda dei piedi. Questo discorso è adeguata cerniera che apre alla comprensione di Francesco, considerato pedagogo e maestro dai suoi frati, proprio perché del Cristo Maestro fu discepolo e servitore. Interessante vedere come gli incontri (con i suoi fallimenti, con Chiara, con il Croci?sso ecc.) che Dio pose sulla strada del Poverello contribuirono a comporre in lui una personalità uni?cata e maturata in un cammino di conversione attraversato da risposte sofferte ed educate dalla stessa sofferenza. In merito alla programmazione si descrive prima la formazione iniziale con le sue varie dimensioni (umana, spirituale, carismatica, apostolica e fraterna) per poi indicare la relazione con quella permanente ottimizzata dalle ulteriori dimensioni che si muovono sul versante culturale e professionale. Dopo aver indicato i mezzi e i tempi cui porre maggior attenzione nel lungo cammino della formazione, l’Autore completa il capitolo con una ri?essione sul momento in cui la persona consacrata incontrerà de?nitivamente il volto di Dio misericordioso, momento in cui la fraternità deve farsi presente anche in maniera spirituale e sacramentale, atteggiamento di sostegno che deve essere offerto in ogni tempo di crisi o di prova, af?nché siano lette come occasioni di crescita e di vicinanza da parte della paternità di Dio. Nel capitolo otto, Formazione e maturità affettiva (S. Rigon), l’assunto principale è che la maturità affettiva (sinergica integrazione tra varie dimensioni personali, soprattutto affettivo- intellettive) sia fondamentale per scegliere, orientarsi, agire e quindi vivere in modo autentico la vocazione religiosa. Essa è una chiamata che nasce dall’amore di Dio e chiede una risposta sulla stessa linea, quindi sarà necessario un intervento formativo che abbia a cuore alcuni presupposti che consentono alla persona di donarsi liberamente e incanalare le proprie energie a servizio di un progetto che coinvolge completamente il formando. Centrale è il tema dell’identità personale, chiaramente legato a quello della corporeità, quale realtà in cui il soggetto vive ed esprime in libertà la propria vocazione, ma appaiono veramente fruttuosi anche i paragra? sulla percezione positiva di sé e degli altri, nonché alcuni indicatori della maturità e immaturità personale soprattutto in ambito affettivo e psicosessuale. Di qui la feconda trattazione su Formazione e sviluppo morale (M. Michielan), poiché nell’attuale clima di relativismo etico emerge prepotente un’istanza di chiarezza in merito al discorso morale e alle dinamiche che generano un’appropriazione dei valori cosciente e liberante: il ricorso alle Fonti francescane deve illuminare la formazione af?nché si educhi a scegliere sempre il bene integrale e non quello parziale della persona. Molto chiara la descrizione degli approcci allo sviluppo morale. La terza parte del nostro testo, La personalizzazione dialogica nella formazione francescana si concentra in modo particolare sul tema dell’accompagnamento, letto da due ottiche complementari. Il decimo capitolo, La personalizzazione dialogica nell’accompagnamento formativo (A. Schmucki), si fonda sulla verità che solo l’incontro con Cristo rende pienamente persona, per cui l’episodio di Mc 10, 17- 22 (il giovane ricco) diventa paradigma di questo tipo di accompagnamento, ben descritto metodologicamente dalle varie tappe dei colloqui formativi; essi dovrebbero condurre anche a far emergere i desideri più profondi e autentici che abitano il cuore della persona. L’ultimo capitolo, Formazione e accompagnamento spirituale francescano (P. Crasta), offre il suo apporto conclusivo soprattutto attraverso i contenuti del carisma francescano. La ri?essione si avvia dalla constatazione che non ci può essere formazione, di cui ogni essere umano necessita in qualsiasi stato di vita, senza accompagnamento. Così, dopo aver distinto tra una formazione in generale e una che vive e si sviluppa innestandosi nel carisma, introduce la ?gura di Francesco d’Assisi, accompagnato, cioè diretto nel suo vissuto da fatti e persone che la pedagogia di Dio ha posto sul suo cammino (il vescovo Guido, Chiara, Silvestro…) e accompagnatore, cioè direttore spirituale soprattutto mediante la sua vita plasmata dalla vita di Cristo stesso, ma poi af?dandosi allo Spirito del Signore, alla Parola di Dio, all’Eucaristia e a molte qualità personali che hanno fatto e continuano a fare di lui il faro sempre acceso di ogni formazione che voglia dirsi francescana. La valutazione complessiva dell’opera non può che essere positiva, non tanto e non solo per il valore pratico - descrittivo che indica percorsi e approfondisce temi, ma anche per l’impulso alla ri?essione non circoscritto alle sole ?gure educative e il linguaggio certamente speci?co ma accessibile ad ogni persona che abbia a cuore il processo formativo negli aspetti contenutistici e metodologici. Tuttavia il testo avvalora anche il fatto che i formatori, per porre in atto un’azione educativa incisiva, hanno bisogno di una preparazione adeguata, integrata e continuamente aggiornata sia nel versante intellettuale che in quello esperienziale – sapienziale : da ciò si evince che il compito dell’educatore non si può né si deve improvvisare.
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8,00 €→ 7,60 € -
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