Sguardi sul monachesimo
(Quaderni di Camaldoli)EAN 9788810411285
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DETTAGLI DI «Sguardi sul monachesimo»
Tipo
Libro
Titolo
Sguardi sul monachesimo
Autore
Vogüé Adalbert de
Traduttore
Giacomelli G.
Editore
Edizioni Dehoniane Bologna
EAN
9788810411285
Pagine
144
Data
gennaio 2006
Peso
208 grammi
Altezza
21 cm
Larghezza
14 cm
Collana
Quaderni di Camaldoli
COMMENTI DEI LETTORI A «Sguardi sul monachesimo»
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Recensioni di riviste specialistiche su «Sguardi sul monachesimo»
Recensione di Celestino Corsato della rivista Studia Patavina
Il nome è una garanzia: massimo studioso della Regula Magistri [cf. La Règle du Maitre, SCh 105-106, Paris 1964] e della Regula Benedicti [cf. i sette volumi su La Règle de saint Bénoit, SCh 181-186, Paris 1972-1977], noto per i suoi innumerevoli studi sulle istituzioni, gli autori e le Regole monastiche antiche [cf. Les Règles Monastiques anciennes (400-700), Turnhout 1985], gli insegnamenti spirituali [basti citare i dieci tomi dedicati all’Histoire littéraire du mouvement monastique dans l’antiquité, Paris 1991-2006], il De Vogüé, monaco benedettino nell’abbazia Sainte-Marie de la Pierre-qui-Vire (Francia), va segnalato e apprezzato per il metodo storico nell’affrontare la problematica attinente al tema – che non parte dalla visione di un monachesimo ideale, bensì dalla concretezza di vita dei monaci nelle varie regioni geografiche in cui si è insediato e sviluppato (Egitto, Palestina, Siria, Gallia, Italia) sottolineandone le differenze – e per il carattere esegetico della indagine che si avvale di una lettura e interpretazione dei testi e degli autori antichi e approda alla scoperta delle concezioni monastiche soggiacenti e alla evidenziazione degli sviluppi del pensiero teologico-monastico orientale (Pacomio, Basilio, Evagrio, Cassiano) e occidentale (da Agostino a Benedetto, a Gregorio Magno, a Beda il Venerabile).
Nelle sue ricerche l’autore affronta temi monastici, quali la separazione del monaco dal mondo, la preghiera delle ore (i suoi ritmi e la scansione oraria) e la necessità della preghiera continua, la preghiera personale e quella corale, la gerarchia nella comunità e la virtù dell’obbedienza, il lavoro-lettura-meditazione, l’ascesi e la lotta ai vizi, la carità fraterna, l’umiltà e la compunzione, l’importanza della «hesychia» e del silenzio (rilanciata sugli schermi di tutto il mondo da un recente documentario, di grande fascino sul pubblico, dal titolo «Die Grosse Stille» – Il Grande Silenzio – di Philip Groning. La pellicola racconta dei sei mesi trascorsi dal regista nel monastero della Grande Chartreuse, nelle Alpi francesi, per fotografare la vita dei monaci certosini), l’ospitalità, l’apostolato; né viene trascurato l’abito del monaco. Le modalità della vita solitaria (la solitudine per la ricerca di Dio) e cenobitica (vita comune come via di obbedienza e di conversione) appaiono vie complementari di sequela Christi ed entrambe decisive per caratterizzare il volto ecclesiale del monachesimo. Il De Vogüé presenta la relazione tra valore della vita solitaria e necessità della vita comune per una autentica vita monastica.
I testi, riprodotti in questo quaderno di Camaldoli, sono in traduzione italiana e provengono dalla voluminosa (pp. 910) raccolta di scritti e articoli dell’autore, pubblicata a Roma nel 2000, dal titolo Regards sur le monachisme des premiers siècles (Studia Anselmiana, 130). Il presente volumetto ne conserva il titolo, a significare che il lettore entra nella vita dei monaci per guardare in profondità, in un’ottica di fede, ciò che la costituisce, al di là di uno sguardo superficiale che la farebbe percepire inutile, parassitaria, insignificante.
Un primo «sguardo», che apre la raccolta, intitolato Per leggere i monaci antichi, svolge la funzione di introdurre un novizio/un giovane monaco ad attingere direttamente alle fonti dei padri monastici e delle Regole: la ‘manuductio’ dell’autore evita interpretazioni errate dei testi antichi e nello stesso tempo segnala un cammino di teologia monastica.
Il secondo «sguardo», Le comunità monastiche alla luce del Nuovo Testamento, mostra le radici e la reciprocità delle vie monastiche, eremitica e cenobitica, nei due principali modelli attestati dal Nuovo Testamento, la ‘schola Christi’ e la ‘koinonia’: «… ai suoi inizi storici, la scuola di Cristo si configura spesso attorno a un eremita che raccoglie pian piano una comunità di discepoli, e poi da quest’ultima fuoriescono gli eremiti futuri» (p. 9).
Il terzo «sguardo» si sofferma a lungo sul tema della Vita religiosa secondo Le riflessioni di Gregorio Magno nel suo Commento al libro dei Re. Il quarto «sguardo» affronta la questione della Rinuncia e desiderio. La definizione di monaco nel Commento di Gregorio Magno al primo libro dei Re. I due saggi hanno in comune l’attenzione a un’opera discussa di papa Gregorio, il Commento al primo libro di Samuele (un tempo 1Re), che il De Vogüé – confortato da studiosi – ritiene autentico, «anche se non è esclusa ogni incertezza»: in questo scritto sono codificate le conferenze tenute a un uditorio misto di chierici e di monaci (cf. p. 59) da parte del papa, datate probabilmente negli ultimi anni del pontificato, raccolte e ordinate «da Claudio, abate di Ravenna» (p. 56), la cui edizione non sembra essere stata rivista personalmente da Gregorio, né autorizzata (p. 63). Notevole il numero di brani attinenti al monachesimo, che nel terzo saggio vengono analizzati e spiegati con i possibili riferimenti e collegamenti con le fonti monastiche o con i paralleli gregoriani. Il lettore viene così a conoscere la qualità dell’esegesi biblica che Gregorio pratica nella duplice dimensione tipologica e morale; ma anche il suo pensiero circa la vita religiosa posta quale fondamento per ogni progresso di vita spirituale per i pastori, per i monaci, per i laici.
Il quarto «sguardo», nella spiegazione gregoriana (In I Regum I,61,1-6), mostra il ritratto del monaco, considerato uomo di unità (vir unus), e quindi la concezione del monachesimo come unità interiore. «‘Uomo’ e ‘uno’ significano rinuncia al mondo e desiderio unico di Dio». È tuttavia insufficiente una rinuncia puramente esterna e negativa. «Più grande, più importante ancora è l’unità interiore di un desiderio positivamente polarizzato attraverso Dio» (p. 117). Fra le componenti del monaco che emergono dal testo sacro, oltre alla rinuncia e al desiderio, vi è da considerare per Gregorio anche l’isolamento-allontanamento: «’Rinunciando al mondo, noi abbiamo conquistato un luogo in disparte per condurvi una vita ritirata’. Il primo passo di ogni vita monastica è un cambiamento di luogo: anche mettendo fra sé e il mondo solo lo spessore di un muro, ci si allontana» (p. 131).
I quattro articoli, oltre che con il ricorso ai testi e alla bibliografia di studi scientifici consolidati quale emerge dalle fitte note a piè di pagina, affrontano la problematica della vita religiosa con l’illustrazione della biografia esistenziale e letteraria del modello di monaco e di santo, Benedetto.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2006, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Nelle sue ricerche l’autore affronta temi monastici, quali la separazione del monaco dal mondo, la preghiera delle ore (i suoi ritmi e la scansione oraria) e la necessità della preghiera continua, la preghiera personale e quella corale, la gerarchia nella comunità e la virtù dell’obbedienza, il lavoro-lettura-meditazione, l’ascesi e la lotta ai vizi, la carità fraterna, l’umiltà e la compunzione, l’importanza della «hesychia» e del silenzio (rilanciata sugli schermi di tutto il mondo da un recente documentario, di grande fascino sul pubblico, dal titolo «Die Grosse Stille» – Il Grande Silenzio – di Philip Groning. La pellicola racconta dei sei mesi trascorsi dal regista nel monastero della Grande Chartreuse, nelle Alpi francesi, per fotografare la vita dei monaci certosini), l’ospitalità, l’apostolato; né viene trascurato l’abito del monaco. Le modalità della vita solitaria (la solitudine per la ricerca di Dio) e cenobitica (vita comune come via di obbedienza e di conversione) appaiono vie complementari di sequela Christi ed entrambe decisive per caratterizzare il volto ecclesiale del monachesimo. Il De Vogüé presenta la relazione tra valore della vita solitaria e necessità della vita comune per una autentica vita monastica.
I testi, riprodotti in questo quaderno di Camaldoli, sono in traduzione italiana e provengono dalla voluminosa (pp. 910) raccolta di scritti e articoli dell’autore, pubblicata a Roma nel 2000, dal titolo Regards sur le monachisme des premiers siècles (Studia Anselmiana, 130). Il presente volumetto ne conserva il titolo, a significare che il lettore entra nella vita dei monaci per guardare in profondità, in un’ottica di fede, ciò che la costituisce, al di là di uno sguardo superficiale che la farebbe percepire inutile, parassitaria, insignificante.
Un primo «sguardo», che apre la raccolta, intitolato Per leggere i monaci antichi, svolge la funzione di introdurre un novizio/un giovane monaco ad attingere direttamente alle fonti dei padri monastici e delle Regole: la ‘manuductio’ dell’autore evita interpretazioni errate dei testi antichi e nello stesso tempo segnala un cammino di teologia monastica.
Il secondo «sguardo», Le comunità monastiche alla luce del Nuovo Testamento, mostra le radici e la reciprocità delle vie monastiche, eremitica e cenobitica, nei due principali modelli attestati dal Nuovo Testamento, la ‘schola Christi’ e la ‘koinonia’: «… ai suoi inizi storici, la scuola di Cristo si configura spesso attorno a un eremita che raccoglie pian piano una comunità di discepoli, e poi da quest’ultima fuoriescono gli eremiti futuri» (p. 9).
Il terzo «sguardo» si sofferma a lungo sul tema della Vita religiosa secondo Le riflessioni di Gregorio Magno nel suo Commento al libro dei Re. Il quarto «sguardo» affronta la questione della Rinuncia e desiderio. La definizione di monaco nel Commento di Gregorio Magno al primo libro dei Re. I due saggi hanno in comune l’attenzione a un’opera discussa di papa Gregorio, il Commento al primo libro di Samuele (un tempo 1Re), che il De Vogüé – confortato da studiosi – ritiene autentico, «anche se non è esclusa ogni incertezza»: in questo scritto sono codificate le conferenze tenute a un uditorio misto di chierici e di monaci (cf. p. 59) da parte del papa, datate probabilmente negli ultimi anni del pontificato, raccolte e ordinate «da Claudio, abate di Ravenna» (p. 56), la cui edizione non sembra essere stata rivista personalmente da Gregorio, né autorizzata (p. 63). Notevole il numero di brani attinenti al monachesimo, che nel terzo saggio vengono analizzati e spiegati con i possibili riferimenti e collegamenti con le fonti monastiche o con i paralleli gregoriani. Il lettore viene così a conoscere la qualità dell’esegesi biblica che Gregorio pratica nella duplice dimensione tipologica e morale; ma anche il suo pensiero circa la vita religiosa posta quale fondamento per ogni progresso di vita spirituale per i pastori, per i monaci, per i laici.
Il quarto «sguardo», nella spiegazione gregoriana (In I Regum I,61,1-6), mostra il ritratto del monaco, considerato uomo di unità (vir unus), e quindi la concezione del monachesimo come unità interiore. «‘Uomo’ e ‘uno’ significano rinuncia al mondo e desiderio unico di Dio». È tuttavia insufficiente una rinuncia puramente esterna e negativa. «Più grande, più importante ancora è l’unità interiore di un desiderio positivamente polarizzato attraverso Dio» (p. 117). Fra le componenti del monaco che emergono dal testo sacro, oltre alla rinuncia e al desiderio, vi è da considerare per Gregorio anche l’isolamento-allontanamento: «’Rinunciando al mondo, noi abbiamo conquistato un luogo in disparte per condurvi una vita ritirata’. Il primo passo di ogni vita monastica è un cambiamento di luogo: anche mettendo fra sé e il mondo solo lo spessore di un muro, ci si allontana» (p. 131).
I quattro articoli, oltre che con il ricorso ai testi e alla bibliografia di studi scientifici consolidati quale emerge dalle fitte note a piè di pagina, affrontano la problematica della vita religiosa con l’illustrazione della biografia esistenziale e letteraria del modello di monaco e di santo, Benedetto.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2006, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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