Il Mani-Codex, conservato nella raccolta dei papiri dell'Università di Colonia (P.Colon. inv. nr. 4780), donde il titolo: "Codex Manichaicus Coloniensis" (sigla CMC), è un codice greco, in pergamena, di formato molto piccolo e insolito (cm 3,8 x 4,5), databile alla fine del IV o inizio del V secolo. Il testo è una biografia di Mani, il fondatore del manicheismo, dal titolo Il divenire del suo corpo. La biografia contiene circa vent'anni di storia della vita di Mani, da quando il bambino fu portato nella comunità dei Battisti-Elchasaiti della Mesenia, in Babilonia, al ventiquattresimo anno, data che sancì la rottura definitiva di Mani con la tradizione giudeo-cristiana della comunità in cui era cresciuto (dal 220-221 al 240-241 d.C.). A questo tempo occorre aggiungere altri due o tre anni relativi alle prime missioni di Mani, che erano descritte nella seconda parte del Codice, quella più danneggiata. La biografia è opera di un redattore/compilatore anonimo, che raccolse una serie di "Estratti" di testi dei più antichi autori della tradizione manichea, i quali tramandavano "detti" di Mani e "fatti" della sua vita e se ne rendevano al tempo stesso garanti. La compilazione sarebbe esistita già verso la metà del IV secolo. Ovviamente gli autori dei rispettivi "Estratti" sono anteriori a questa data, e i detti autobiografici di Mani - da essi citati e che conferiscono un valore eccezionale a questo Codice - si riferiscono storicamente e in linea di principio al tempo della vita di Mani. Nel Codice sono dunque presenti strati storico-letterari diversi. Il più antico e più significativo è quello dei detti autobiografici, anche perché esso permette di fare un confronto con i princìpi ispiratori della tradizione dei detti di Gesù, citati nei vangeli e in altri testi cristiani antichi. Il Codice non soltanto dà una più esatta conoscenza della vita di Mani, ma testimonia anche come la tradizione cristiana (da intendersi: una particolare tradizione giudeo-cristiana gnostica, encratita) esercitò su di lui un influsso più forte di quello ammesso finora. Si ritiene che il testo greco della biografia sia una traduzione dall'aramaico orientale, la lingua di Mani e dei suoi primi discepoli.