L'ostpolitik di Agostino Casaroli 19631989
(I libri de «Il Regno»)EAN 9788810150054
«Ricercare, costruire la pace e assicurare alla Chiesa le condizioni per svolgere la propria azione nella libertà e nella pace: fu questa la sua azione paziente e faticosa; per questo si spese con piena fiducia, sapendo che la pace anzitutto e soprattutto è dono di Dio». Così il segretario di stato vaticano, card. Bertone, ha ricordato l’opera diplomatica di Casaroli durante un importante convegno (Città del Vaticano, 10.6.2008; Regno-att. 12,2008,383) coordinato dal card. Silvestrini, di cui il vol. nella collana «I libri del Regno» presenta tempestivamente gli atti. Il simposio ha riguardato l’opera del card. Casaroli, nell’arco di una lunga e privilegiata collaborazione con i cinque pontefici del secondo Novecento (da Pio XII a Giovanni Paolo II), centrandone tre aspetti essenziali: il disegno e lo spirito dell’Ostpolitik vaticana; lo sviluppo della costruzione dell’Europa; un primo bilancio storiografico.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2009 n. 16
(http://www.ilregno.it)
Il volume ripropone gli interventi offerti da eminenti studiosi durante il Convegno, svoltosi in Vaticano il 10 giugno 2008, per ricordare l’opera del card. Casaroli nell’arco di una lunga e privilegiata collaborazione, che abbraccia i pontificati del secondo novecento (da Pio XII a Giovanni Paolo II). Dopo l’Introduzione curata da Gianfranco Brunelli, seguono gli interventi dei cardinali Sodano, Bertone e Silvestrini e di altri eminenti testimoni dell’opera indefessa a favore della pace e dell’unità tra i popoli. Il cardinal Agostino Casaroli, come ebbe a dire, Mikhail Gorbachev, rimane nella nostra memoria non solo come un eminente personaggio religioso del XX secolo, ma anche come un umanista e un politico di statura internazionale, il quale ha influito notevolmente non solo nelle relazioni tra il Vaticano e l’Unione Sovietica, e i paesi dell’Europa orientale, ma anche sul mondo nel quale viviamo (cf p.142). Casaroli fu diplomatico, operatore di pace, ma soprattutto e sempre ambasciatore di Cristo sia presso i ragazzi in prigione, sia presso i “grandi” della storia, perché uomo di Dio, e uomo di grande apertura di mente e di cuore, ricco di umanità e di fedeltà.
Tratto dalla Rivista di Scienze dell'Educazione n. 3/2009
(http://www.pfse-auxilium.org)