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Descrizione
Nel famoso discorso dell'ottobre 1965 all'ONU, Paolo VI aveva già fatto propria l'esigenza di un mondo senza guerra, escludendo ogni riferimento all'accettabilità di una guerra giusta. Su questa via, il volume approfondisce, a livello teologico, storico e giuridico, come oggi il ricorso alla guerra non possa mai essere riconosciuto giusto, o addirittura doveroso, per risolvere le crisi internazionali. Anche l'esigenza di proteggere le popolazioni da aggressioni violente, nei limiti propri della legittima difesa, dovrà assumere forme del tutto diverse, non solo nominalmente, rispetto a quelle tipiche della guerra. I contributi raccolti nel volume orientano a un forte impegno verso la prevenzione dei fattori che favoriscono i conflitti: creare condizioni di giustizia, anche sociale ed economica, nei rapporti tra le nazioni, avversare gli interessi di parte, come la produzione e il commercio degli armamenti. Viene infine sottolineato il ruolo fondamentale che possono assumere le procedure e le esperienze della giustizia conciliativa.
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DETTAGLI DI «Ha ancora senso parlare di guerra giusta? Le recenti elaborazione della teologia morale»
Tipo
Libro
Titolo
Ha ancora senso parlare di guerra giusta? Le recenti elaborazione della teologia morale
A cura di
Bresciani C., Eusebi L.
Editore
Edizioni Dehoniane Bologna
EAN
9788810140581
Pagine
160
Data
settembre 2010
Peso
200 grammi
Altezza
21 cm
Larghezza
14 cm
Profondità
1 cm
Collana
Oggi e domani
Recensioni di riviste specialistiche su «Ha ancora senso parlare di guerra giusta? Le recenti elaborazione della teologia morale»
Il vol. argomenta, a livello teologico, storico e giuridico, come oggi il ricorso alla guerra non possa mai essere riconosciuto giusto, o addirittura doveroso, per risolvere le crisi internazionali. Anche l’esigenza di proteggere le popolazioni da aggressioni violente, nei limiti propri della legittima difesa, dovrà assumere forme del tutto diverse, non solo nominalmente, rispetto a quelle tipiche della guerra. I contributi raccolti nel vol. orientano a un forte impegno verso la prevenzione dei fattori che favoriscono i conflitti: creare condizioni di giustizia, anche sociale ed economica, nei rapporti tra le nazioni, avversare gli interessi di parte, come la produzione e il commercio degli armamenti. Viene infine sottolineato il ruolo fondamentale delle procedure e delle esperienze di giustizia conciliativa.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2010 n. 20
(http://www.ilregno.it)
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