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Descrizione
Due grandi narrazioni si sono contese l'intelligenza del mondo in questi ultimi anni: l'americana "guerra al terrorismo" e l'esaltazione del martirio da parte degli jihadisti. Il panorama che ne risulta è desolante: ostaggi sgozzati in Iraq, prigionieri abusati ad Abu Ghraib e a Guantànamo, un'infinita scia di sangue da Gerusalemme a Mumbai. Nei fatti entrambi gli schieramenti hanno perso la loro battaglia. Anzi, aprendo la strada al loro nemico comune, l'Iran, hanno ravvivato un conflitto tra sciiti e sunniti che pareva sedato, sulle rive petrolifere di un Golfo sempre più crocevia degli equilibri mondiali. Con il successo di Hezbollah in Libano e la conquista politico-militare di Gaza a opera di Hamas, d'altro canto, i due obiettivi del piano di conquista americano - mettere in sicurezza lo stato d'Israele e controllare i mercati petroliferi - risultano più che mai una chimera. Come rompere il circolo vizioso del Terrore e del Martirio? L'unica possibilità, argomenta Kepel, risiede nell'Europa e nella sua azione politica. È vero: nel post-11 settembre il Vecchio continente ha rivestito un ruolo secondario, pur essendo preso di mira dagli attentati di Madrid e di Londra. Ma l'Europa, sul cui territorio vivono già milioni di cittadini di religione musulmana, può ancora diventare protagonista nella sfida a questa barbarie generalizzata, se riuscirà a costruire uno spazio di prosperità che raccolga sotto la sua luce tutto il Mediterraneo.
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Recensioni di riviste specialistiche su «Oltre il terrore e il martirio»
Le due grandi narrazioni che in modo contrapposto hanno tentato un’interpretazione del momento attuale, la «guerra al terrorismo» americana e l’esaltazione del martirio di matrice fondamentalista islamica, hanno entrambe fallito i loro obiettivi. Chi oggi deve raccogliere la sfida di civiltà che deriva da questo scacco delle ideologie è – secondo l’a., tra i più noti studiosi occidentali del mondo arabo – l’Europa, che vive le turbolenze del Medio Oriente sulla propria pelle come altrettante sfide di politica interna. È al vecchio continente che spetta il ruolo di costruire un’integrazione economica intorno al Mediterraneo, sfruttandone il potenziale e costruendo la pace attraverso un rinascimento mediterraneo.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2009 n. 8
(http://www.ilregno.it)
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