Grazie all’esperienza come presidente (2007-2010) della Commissione d’indagine sull’esclusione sociale, [1] Marco Revelli propone il bilancio di un’Italia impoverita e fragile, che non ammette di esserlo: fragile socialmente perché segnata profondamente da realtà sommerse di vera e propria povertà; fragile moralmente nella carenza di sentimenti collettivi e valori condivisi e nell’accrescersi di relazioni sempre più venate da rancore; fragile politicamente a causa di un «assetto liquido delle istituzioni» e nella percezione di una cittadinanza lesionata. Attraverso una breve carrellata di storie ed episodi d’emarginazione e degrado (il caso dei rom nel quartiere Ponticelli di Napoli e nel comune di Opera, a Sud di Milano; il «pacchetto sicurezza» e le ordinanze in materia da parte di diversi sindaci del Lombardo-Veneto) l’autore fotografa la realtà dell’Italia, con un’amara constatazione: «Giorno dopo giorno, impercettibilmente, il senso comune del paese si è trasformato, con una metamorfosi morale di cui è indiscutibile l’estensione, ma difficile identificare con precisione le cause» (19).
L’immagine del paese che emerge da questo libro – i toni del titolo già ci aiutano – non è certo migliorata dal linguaggio schietto delle statistiche ufficiali (tratte dai database nazionali e internazionali di ISTAT, OCSE, Banca d’Italia ecc.), che descrivono l’Italia come una nazione dal profilo piatto, da livello inferiore della graduatoria continentale, con una società caratterizzata da aree ampie di sofferenza e settori estesi di declassamento e disgregazione: i nuovi poveri, «gli impoveriti» che rimangono nascosti nelle pieghe della società. «Eravamo e restiamo un paese sostanzialmente “povero”. O, meglio, un paese strutturalmente fragile, fortemente esposto al rischio diffuso di deprivazione, con sacche di povertà superiori alla maggior parte dei nostri partner europei. Gli italiani in condizione di “povertà relativa” (che dichiarano cioè una spesa media mensile del 50% inferiore a quella media nazionale) erano, nel 2009, secondo l’ultima rilevazione disponibile, quasi 8 milioni (per la precisione 7.810.000 persone, per un totale di 2.675.000 famiglie)» (30-31). Anche se la povertà interessa poco, sostiene l’autore, sarebbe bene e molto utile occuparsene a tutti i livelli (politico e mediale) «perché “la fotografia” della povertà ci dice molto sul profilo – non solo sociale, ma anche politico e, perché no?, morale – del nostro paese» (35). «Siamo declinati credendo di crescere. Siamo discesi illudendoci di salire. Questa è in buona misura la verità che le statistiche dei poveri ci sbattono in faccia. Mentre la grande narrazione mediatico-politica ci collocava nelle sfere alte della graduatoria europea, tra i primi, per capacità di ricchezza e di consumo, per benessere e coesione sociale, noi ci accomodavamo sempre più stabilmente al fondo, tra gli ultimi» (37).
L’intento dell’autore è quello di far riemergere da questo processo di declino e nascondimento le figure tipiche della povertà odierna: l’inedita sofferenza del mondo del lavoro «tradizionale» con la comparsa di una figura (che appare nelle statistiche) come il working poor («lavoratore povero»), lo spaesamento di un ceto medio impoverito, il «lavoro autonomo di seconda generazione» e altre. Ma soprattutto cerca d’individuare il legame fra le forme di disagio materiale e fragilità sociale alle molteplici espressioni di quel senso di smarrimento del «sé» e del «noi» diffuso. Attraversa tutto il libro e si percepisce chiaramente la connessione con alcune grandi questioni politico-culturali che secondo l’autore oggi sono in pericolo: la questione dell’uguaglianza, della democrazia e della sua qualità e della giustizia sociale.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2011 n. 6
(http://www.ilregno.it)
___________________
1 La prima Commissione di indagine sui temi della povertà fu istituita nel 1984 per iniziativa di Ermanno Gorrieri, che ne fu presidente. Nella versione attuale come Commissione di indagine sull’esclusione sociale (CIES) è regolata dalla legge dell’8 novembre 2000, n. 328.
-
12,00 €→ 11,40 € -
9,00 €→ 8,55 €