La voce delle immagini. Pillole iconografiche dal Medioevo
(Saggi)EAN 9788806191870
Questo libro «non è un manuale di iconografia medievale», ci avverte l'autrice nella Giustificazione che fa da premessa. Nasce, racconta Chiara Frugoni, dal disappunto «di vedere mostre e musei dove il soggetto di ciò che è esposto non è indicato in maniera comunicativa ed amichevole», con indicazioni troppo generiche o troppo tecniche; questo libro si propone di «ammorbidire la dura vita di chi si ostina a mettersi in coda» in una mostra o in un museo, offrire alcune chiavi interpretative per comprendere meglio il linguaggio visivo medievale.
Ad adempiere questo compito troviamo duecentonovanta illustrazioni a colori di opere artistiche, medievali, prevalentemente, ma non solo (si va da sculture greche ed etrusche del III secolo a.C. a un dipinto di Ingres del 1806; ci sono inoltre due fotografie novecentesche): pitture, miniature, mosaici, sculture, avori, argenterie, monete, architetture, scelte come esempi significativi di specifiche iconografie. Tra gli autori non mancano i nomi celebri, da Cimabue a Duccio di Boninsegna, Giotto, Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti, da Wiligelmo a Benedetto Antelami, Nicola e Andrea Pisano, Lorenzo Maitani (ma anche Masolino, Carlo Crivelli, Raffaello, Rembrandt), accanto a tanti altri artisti e artigiani, per la maggior parte anonimi. Chiara Frugoni si muove con grande disinvoltura entro questo panorama vastissimo. Il taglio è narrativo, accattivante, una successione di discorsi che, sviluppandosi uno dall'altro, introducono progressivamente il lettore nella ricchezza di signi„ficati della «grammatica visuale» medievale.
Il linguaggio è chiaro e preciso, i termini tecnici vengono normalmente chiariti. Se il libro, dunque, rivolto ai «non specialisti» è concepito come un racconto da leggere nella sua continuità e non come una successione di voci da consultare, è altret„tanto vero che, grazie alla vasta conoscenza dell'autrice, esso può essere utile anche per chi con la storia dell'arte ha un rapporto di studio più approfondito. Nume„rose note forniscono i riferimenti alla letteratura specifica, a volte con vivaci discussioni sulle diverse opinioni degli studiosi; la bibliografia dà conto del vasto panorama di studi che sottende ai temi trattati, e fornisce una guida per approfon„dimenti e ulteriori ricerche. I tanti soggetti trattati sono organizzati in sei parti, che riflettono scelte non scontate (Dominare e subire; Il linguaggio del dolore, i gesti della parola; Davanti dentro, sopra sotto, e altre convenzioni simboliche; La rappresentazione del diverso; Figlio e Madre e cori angelici; Maria e Cristo). È davvero fondamentale – e suggestivo – per chi voglia cercare di capire le immagini dei secoli medievali, avere consapevolezza di quanti significati si carichino i diversi atteggiamenti dei corpi, i gesti delle mani e delle braccia, secondo convenzioni di comunicazione visiva che spesso hanno radici antiche (caso esemplare, il gesto del parlare espresso da due dita sollevate, presente nell'iconografia imperiale romana e poi costantemente utilizzata per tutto il medioevo).
Molto importanti „sono le informazioni sui modi di raffigurare lo spazio nelle opere medievali; assai interessante è la scelta di dedicare un intero capitolo alle raffigurazioni del «diverso», in particolare i personaggi ebraici (che riflettono le correnti più o meno virulente dell'antisemitismo medievale); così come è molto ricca la parte dedicata ai tanti simbolismi che si sono accumulati nelle raffigurazioni di Gesù e di Maria, la cui mancata conoscenza impoverisce la comprensione di immagini che ad uno sguardo superficiale sembrano così familiari e «semplici». Si tratta di un invito davvero efficace a guardare con attenzione le opere artistiche, a chiedersi costantemente che cosa possa significare ogni dettaglio, anche piccolo, delle raffigurazioni, senza dare nulla per scontato o, peggio, sovrapponendo inconsapevolmente il nostro modo di pensare a epoche tanto diverse da quella attua„le. Si può cogliere, inoltre, in alcuni degli esempi proposti, una dialettica tra significati codificati dalla tradizione e singole interpretazioni, che si deducono dalle varianti presenti in opere prodotte in tempi e luoghi diversi.
Tanto che si potrebbe parlare di «voci» e «linguaggi» (al plurale) delle immagini, che variano nei diversi contesti non meno dei linguaggi parlati e scritti. Un'ampia trattazione è dedicata a una tematica «francescana», che rientra in un ambito di interesse caro all'autrice. È il caso delle due crocifissioni «gemelle» dipinte da Cimabue nel transetto della Basilica superiore di San Francesco ad Assisi: in queste pagine si recupera il respiro e il tono di un saggio storico artistico, viene offerto al lettore un esempio di ricerca iconografica «sul campo». Su questo apparente «sdoppiamento» della stessa scena in un medesimo luogo l'autrice presenta un'ipotesi interpretativa fondata sul confronto tra le possibili fonti scritte e le scelte figurative dei due affreschi. Secondo Chiara Frugoni qui Cimabue ha voluto «rendere conto dell'intero dramma della morte di Cristo rappresentando ogni momento dell'evento e ogni personaggio presente al supplizio, seguendo gli evangelisti che per questo episodio non concordano in ogni particolare»; nel transetto destro si intenderebbe «sottolineare maggiormente i patimenti fisici di Cristo e della Vergine», in quello sinistro «un messaggio ecclesiologico». L'impressione che ci si trovi di fronte a una questione di difficile soluzione emerge nettamente dal testo.
Si tocca con mano un aspetto importante del discorso storico, quello metodologico: l'indagine storica come interpretazione – questo caso è davvero esemplare al riguardo – e come proposta di soluzioni aperte, in cui fondamentale è la discussione tra gli studiosi (l'autrice cita, infatti, alcuni punti di vista diversi dal suo, e altre ancora, volendo, se ne potrebbero aggiungere). Rendere esplicito questo punto cruciale è importante, perché fornisce un indispensabile strumento di comprensione: uno strumento, per così dire, di base, che, rendendo trasparenti i fondamenti e i modi della costruzione di un testo di storia, senza tacerne difficoltà e limiti, favorisce nel lettore un approccio attivo e critico. Toglie l'illusione di poter arrivare sempre a una conclusione definitiva, trasmette una maggiore consapevolezza, forse poco rassicurante – per chi pensi ingenuamente alla storia come a una conoscenza certa – ma anche stimolante, una potente molla per far nascere ulteriori curiosità e spingere ad addentrarsi nel mondo complesso e affascinante degli studi specifici, con le sue pluralità e contraddizioni.
Sempre sul versante metodologico emerge un altro aspetto, sia pur di passaggio, in questo specifico esempio: il problema della contestualizzazione storica delle opere artistiche e in particolare il ruolo della committenza. L'autrice accenna opportunamente a un'interazione dell'artista con la committenza francescana (cui si aggiunge, in questo caso, anche quella papale); poteva essere l'occasione per avvertire esplicitamente il lettore che, per buona parte del medioevo, nell'ambito della produzione di immagini religiose la committenza contava almeno allo stesso livello dell'artista (e spesso assai di più).
Lo sforzo che Chiara Frugoni ha compiuto per far conoscere a un pubblico ampio la «grammatica delle immagini» medievali è sicuramente encomiabile. C'è da augurarsi, dunque, che questo libro abbia un'ampia diffusione e, per le eventuali successive edizioni, siano corretti alcuni errori (la corrispondenza dei numeri di richiamo tra testo e note nel capitolo quarto, la corretta denominazione della chiesa di Sant'Orsola a Vigo di Cadore e soprattutto la datazione del ciclo di affreschi, che vanno assegnati più verosimilmente al XIV secolo, un migliore assestamento dell'indice dei nomi). È inoltre auspicabile – oggi più che mai – che possa stimolare altri specialisti del settore a far partecipi delle proprie ricerche un pubblico di lettori più ampio possibile, nell'ambito così affascinante dell'arte medievale.
Tratto dalla Rivista "Il Santo. Rivista francescana di storia dottrina arte" L, 2011, fasc. 1
(http://www.centrostudiantoniani.it)
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