Esercizi spirituali e filosofia antica
(Piccola biblioteca Einaudi. Nuova serie)EAN 9788806168797
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DETTAGLI DI «Esercizi spirituali e filosofia antica»
Tipo
Libro
Titolo
Esercizi spirituali e filosofia antica
Autore
Pierre Hadot
A cura di
Davidson A. I.
Traduttore
Marietti A. M., Taglia A.
Editore
Einaudi
EAN
9788806168797
Pagine
XVII-198
Data
giugno 2005
Collana
Piccola biblioteca Einaudi. Nuova serie
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Umberto Masperi il 29 maggio 2024 alle 14:07 ha scritto:
Rifacendoci ai nostri studi di filosofia (storia della filosofia), o liceali o universitari, ricordiamo il modo di procedere su quella delle origini,antica greco-romana. Sempre fare attenzione alla precisione,fino a quanto fosse possibile,di ricostruire il pensiero e la ‘figura’ dei filosofi più significativi. Tranne alcuni (come Platone,Aristotele) le loro opere sono andate perdute, si dispone solo di qualche frammento ,recuperato o ricostruito a partire dalle testimonianze come quelle dei dossografi .A SCUOLA si curava 1) la conoscenza delle problematiche, con l’invito degli insegnanti ( ma quante delusioni) di non trascurare l’aspetto formativo 2)l’attitudine al discorso critico-razionale:imparare non i ‘sistemi filosofici’,come ebbe a sottolineare un filosofo tedesco di inizio Ottocento,ma a filosofare. Possiamo però aggiungere un terzo aspetto, non proposto in quegli anni scolastici,ma che è lo specifico di quest’opera di Pierre Hadot che fu uno dei massimi studiosi di filosofia antica:3) “vivere” la filosofia, che è,secondo l’insegnamento antico,amore(da tradurre nella propria esistenza), della sapienza filo –sophìa (saggezza,vita dello spirito)
Alimento,luce; esattamente l’opposto del ‘primum vivere ,deinde philosophari’ che è già un’affermazione filosofica ma superficiale, acritica ( peggio ancora la battuta di chi ,di fronte a ragionamenti difficili, al linguaggio rigoroso ‘ incomprensibile’ , si faceva forte con: ‘la filosofia è quella cosa con la quale o senza la quale si rimane tale e quale’; ed in effetti chi lo diceva rimaneva ‘tale e quale’ proprio lui (chalepà tà calà:difficili (sono) le cose belle,mai smentito nell’arco di millenni di storia dell’umanità). MODO DI VITA che si traduce nel concetto: ESERCIZIO ,esercizio spirituale. Da qui il titolo di questo libro . Per i primi Padri della Chiesa “philosophia” era la rivelazione della verità portata da Cristo, verità da comunicare (euntes docete) ,da vivere con fedeltà.”esercizio”:dal latino exercitium,exercere, addestrare al lavoro,alla fatica,lotta ;’askesis per i greci il combattimento,l’esercizio,l’attività ,in età ellenistica lotta contro le passioni.
^^^^^Di Hadot, le sue parole, dal primo intervento,sono di una chiarezza esemplare, che possiamo assumere come sintesi del libro :
” Ogni scuola (= ‘scuole’ filosofiche) rappresenterà una forma di vita, specificata da un ideale di saggezza. A ogni scuola corrisponderà così un atteggiamento interiore fondamentale....Ma,soprattutto in tutte le scuole saranno praticati esercizi destinati ad assicurare il progresso spirituale verso lo stato ideale della saggezza,esercizi della ragione che saranno,per l’anima, analoghi all’allenamento dell’atleta o alle cure di una terapia medica)(pagg.14-15) Le ultime parole fanno risuonare subito l’insegnamento socratico (platonico): aver cura dell’anima, prima di quella del corpo.
1)Gli ESERCIZI spirituali indicati dal nostro autore:imparare a vivere,imparare a dialogare, imparare a morire,imparare a leggere. 2)gli AUTORI:Socrate,Marco Aurelio,Epicuro,Epitteto.
** L’ultima parte (pp.192-96 ha il titolo :’La filosofia è un lusso?’. Viene subito da pensare che è una considerazione presente già in Aristotele,sul principio della ‘contemplazione’,il puro pensare,theorein; uno ci si può dedicare dopo che si sono soddisfatte le necessità della vita materiale. Hadot non si nasconde dietro un dito, ricordando che anche il dedicarsi alla filosofia ,nelle università, nell’incarico della docenza,ha costi piuttosto consistenti; aggiunge anche il problema di ciò che è ‘utile’ per l’uomo; (non dimentichiamo che il riferimento è alla società degli ultimi decenni secolo scorso). LUSSO,UTILITA’... mentre si è consapevoli che miliardi di persone vivono nella miseria e sofferenza,e non possono certo dedicarsi alla attività dello spirito,filosofia o sapere scientifico, il filosofo rimane un isolato. Messaggio conclusivo:’ Essere filosofo non significa anche soffrire per questo isolamento,questo privilegio, questo lusso,e tenere sempre presente allo spirito questo dramma della condizione umana?’ .
Forse andrebbe aggiunto che a preoccuparci dovrebbe essere un altro tipo di isolamento: quello del non pensare,del non parlare,quindi non impegnarsi , di fronte a questi drammi. Se io non penso a tutta quella miseria,di popoli interi ... per me non esistono;certamente non farò nulla, nemmeno un aiuto economico nelle mie possibilità.