Francesco è santo ormai dal 1228, ma l'Ordine che ha fondato è dilaniato da polemiche, divisioni, feroci lotte intestine. Il Capitolo francescano del 1260 commissiona allora a Bonaventura da Bagnoregio la redazione di una Vita del santo sulla quale tutti possano concordare.
Bonaventura, affidato dalla madre a Francesco quando bambino si era gravemente ammalato, e fattosi frate minore a ventisei anni, era uno dei maggiori intellettuali della seconda metà del Duecento: Dante lo colloca, insieme al suo collega nelle Scuole parigine, Tommaso d'Aquino, a capo delle corone di spiriti sapienti nel quarto Cielo del Paradiso. Per quasi vent'anni ministro generale dell'Ordine, e cardinale, Bonaventura aveva da poco terminato il suo primo capolavoro, l'Itinerario della mente in Dio (che la Fondazione Valla ha pubblicato nel terzo volume della Letteratura francescana).
Conscio delle immense difficoltà di redigere una Legenda di Francesco d'Assisi, Bonaventura si recò in molti dei luoghi dove il santo era vissuto, incontrò chi gli era stato compagno o lo aveva conosciuto, prese conoscenza dei testi agiografici scritti sino ad allora. Poi, compose la sua opera, un altro capolavoro: la «mirabil vita», come scrive Dante, che «meglio in gloria del ciel si canterebbe». La struttura della Legenda colloca entro una cornice cronologica, posta all'inizio e alla fine del racconto, tutta la parte centrale, molto più ampia, che è dedicata a un catalogo delle virtù del santo e ai temi (ben trentadue) che ne caratterizzano l'opera: dalla profezia alla povertà, dall'intelligenza delle Scritture alla letizia, dall'umiltà alla contemplazione di Dio nelle creature. Ma Bonaventura, che aveva composto con l'Itinerario un trattato di teologia mistica ispirato a Dionigi pseudo-Areopagita e ad Agostino, e soprattutto alla vita e all'esperienza mistica di Francesco e alla Passione di Cristo, disegna una biografia del santo organizzata secondo le idee che aveva elaborato nel trattatello De triplici vita. La Legenda maior diviene così la storia in tre fasi della vita di colui che Bonaventura chiama «stella del mattino», «arcobaleno» e «angelo della vera pace»: purificazione, illuminazione, perfezione: sino all'«ultimo sigillo» delle stimmate.