Guida alle messe. Quelle da non perdere: dove e perché
(Arcobaleno)EAN 9788804586289
Camillo Langone, critico letterario, da anni gira l'Italia per "recensire" in poche righe centinaia di sante Messe. Si è divertito a segnalare fatti e (ahinoi) misfatti che avvengono nei luoghi più disparati durante la liturgia, talvolta valorizzata ma anche, troppo spesso, stravolta. Aldilà dei singoli giudizi, qua e là assai crudi, che possono essere più o meno condivisibili (ma che sono sempre allineati al più rigoroso Ordo Missae), quello che colpisce in questa guida è l'ortodossia "estrema" del recensore, nonché il tentativo di riportare a Dio quel che è di Dio, fin nei minimi dettagli: genuflessioni, inginocchiatoi, candele, incenso, amore per la liturgia come dono non dipendente dai nostri capricci.
Tratto da Il Timone n. 83 - anno 2009
(http://www.iltimone.org)
Anche la liturgia ha la sua dimensione sociologia e “giornalistica”. L’autore, giornalista, riesce a parlare di liturgia facendoci vedere il fenomeno liturgico delle messe. E lo fa con consapevolezza e sereno spirito critico, non teorizzando, ma constatando e documentando con quel tocco di giornalismo sociologico di chi sente il dovere di dovere fare il giornalista anche su ciò che a qualcuno potrebbe sembrare riduttivo se non profanante. Ecco: l’autore parte da piccolo ma significative premesse: «Dio è uno, ma infiniti sono i modi per celebrarlo. Non si tratta di un’intuizione teologica, ma della principale considerazione che viene alla mente leggendo questa ampia raccolta di recensioni liturgiche». E l’autore è andato in giro per l’Italia partecipando come osservatore e critico di professione alla messa, perché «le messe sono tutte diverse. Partecipare a centinaia di messe domenicali in chiesa e città italiane differenti mi ha fatto misurare l’enorme estensione del ventaglio liturgico. […] La liturgia è bella anche perché è varia. Messe di due ore e messe di venticinque minuti, messe cantate e messe mute, messe con l’organo, messe con la chitarra, messe in italiano, messe in latino, messe un po’ in italiano e un po’ in latino, messe nelle lingue di ogni continente (specie nelle grandi città), rito romano, rito ambrosiano, rito binanti messe come le celebra il papa (poche), messe come il papa non celebrerebbe mai (molte, abbondando i preti superbi e dispettosi) […] prediche lunghe, prediche brevi, preti che parlano di Dio, preti che parlano di politica [...] sacerdote spalle ai fedeli, sacerdote rivolto ai fedeli, nessun chierichetto, molti chierichetti (in certi casi pure chierichetto), […] comunione con l’ostia, comunione anche col vino, ci si stringe la mano, ci si abbraccia, ci si bacia, non ci si tocca per niente… A ciascuno il suo divino. Ogni liturgia rappresenta una diversa teologia, idee di Dio apparentemente inconciliabili: […] ma la Chiesa è cattolica che in greco significa “universale”, capace di tutto comprendere. Ciò non vuol dire che tutte le messe siano ugualmente belle e ugualmente efficaci. [.. Ma se una messa riesce a catturare i sensi, anziché respingerli, lo Spirito che in essa si incarna e si approfondisce in noi. E ci cambia, e cambia il mondo» (p. 10).
Alcuni indicatori «come le candele valutano l’arredamento della chiesa, mentre i messali rappresentano la valutazione del modo di celebrare la messa. Il giudizio non è riferito al complesso della liturgia di una chiesa ma alla singola messa celebrata nella data e nell’ora specificata (le messe cambiano molto a seconda dell’orario)».
A che serve una pubblicazione simile? Non solo a sorridere e quindi a imparare a pensare. Ma anche a non chiudere gli occhi sulle diversità e valorizzarle come segno di cattolicità, quindi di dono e benedizione di Dio. Perché vedere come si celebra al sud dell’Italia fa bene per chi celebra al nord, e viceversa. È una finalità di questa “guida”, «una viaggio alla ricerca della messa come Dio comanda»: «Stimolare sacerdoti e comunità per migliorare la propria liturgia secondo le semplici, ragionevoli indicazioni del nostro amato papa Benedetto XVI, cancellando gli errori formali che rischiano di diventare sostanziali e quella disperante sciatteria, somma di candele elettriche e repertorio musicale subsanremese, che alcuni nostalgici confondono con la quintessenza della modernità (lo era negli anni Sessanta, forse). Infine: il lettore che va a messa di rado, o che non ci va più, o che non ci è mai andato troverà qui recensite alcune celebrazioni capaci di fargli cambiare abitudini» (pp. 10-11). Anche questo promuove una più consapevole e responsabile actuosa participatio.
Tratto da "Letteratura liturgica" n. 5/2009 della "Rivista liturgica"
(http://www.rivistaliturgica.it)