Spingendo la notte pił in lą. Storia della mia famiglia e di altre vittime del terrorismo
(Piccola biblioteca oscar)EAN 9788804580447
Sin dal titolo «spingendo la notte più in là», si comprende come sia stato faticoso vivere la propria fanciullezza, giovinezza e maturità con lo sguardo rivolto in avanti cercando di far luce su un passato segnato dalla morte del proprio genitore. Sono pagine autobiografiche, documentate con particolari raccolti nella memoria prima, e poi catalogati e trascritti con amore di figlio e capacità di ricerca. Si ripercorrono sentieri disseminati di morti, in un’Italia che delirava, presa nella morsa della violenza che tutto e tutti intendeva distruggere. Gli anni ’70 hanno registrato, fra le tante vittime innocenti, anche il Commissario Calabresi, ucciso a tradimento il 17 maggio 1972, lasciando la moglie,e tre figli, di cui uno era in arrivo. I mezzi della comunicazione sociale costruirono un Calabresi diverso da ciò che era, addebitandogli la morte dell’anarchico Pinelli, che si buttò dalla finestra del Commissariato, durante gli interrogatori per la bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano. Si registrò, da parte di molti, contro il Commissario Calabresi un pubblico linciaggio che lo uccise moralmente, fino al momento in cui, fu riconosciuta ufficialmente la sua estraneità ai fatti e prosciolto giudiziariamente. Il conferimento della medaglia d’oro alla memoria il 14 maggio 2004 fu un atto doveroso dello Stato. Nel consegnare la medaglia il Presidente della Repubblica, on. Ciampi, ebbe a pronunciare parole significative: «Abbiamo ritrovato la memoria…è un onore per me consegnarle questa medaglia, anche se tutto ciò accade in grande ritardo» (p.18). L’Autore si propone di guardare avanti, camminare, impegnarsi per voltare pagina. Nel rispetto della memoria, portare suo padre nel mondo, non umiliarlo nelle polemiche e nella rabbia per non tradirlo. A conclusione l’Autore lancia un messaggio: «L’importante è rimanere se stessi, tenere fede alle proprie idee, rispettare la propria storia» e conclude: «bisogna scommettere tutto sull’amore per la vita» (pp.127 e 131). Queste pagine possono aiutare altri giovani a non vivere nell’odio e nella violenza, nell’indifferenza e nell’illegalità, ma nel rispetto degli altri, impegnandosi a costruire un mondo più umano, più giusto in cui sia più facile, anche alle Istituzioni, essere operosamente attenti alle istanze di libertà e giustizia che vengono dal basso.
Tratto dalla Rivista di Scienze dell'Educazione n. 1/2009
(http://www.pfse-auxilium.org)
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