Francois-Xavier Nguyen Van Thuan
-Uomo di speranza, carità e gioia
(Blu)EAN 9788801058147
Esaurito
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Prof. Stefano Coccia il 23 ottobre 2016 alle 12:14 ha scritto:
Ho sempre voluto sapere qualcosa di più su questa figura di spicco ma purtroppo non ho mai avuto l'occasione, fino a quando ho trovato questo libretto molto bello, che si legge molto velocemente. Penso che la vita di quest'uomo di Dio sia davvero fondata su Cristo in modo davvero unico perché lui ha sempre fatto tutto ciò che Dio gli chiedeva senza mai tirarsi indietro di fronte alle difficoltà della vita. La sua storia mi ha colpito molto e le riflessioni che sono riportate sono davvero stupende. La storia della sua vita ha la freschezza degli antichi atti dei martiri. Eppure è modernissima. Anticipatrice. Così avanti sui tempi che ancor oggi pochi, troppo pochi, nell'Occidente laico e cristiano, sanno guardare con occhi di giustizia alla nazione nella quale egli è nato, cioè il Vietnam. Fanno molto riflettere la sua guarigione dalla tubercolosi in maniera miracolosa e la sua devozione verso la Madonna, trasmessagli dalla madre quando era piccolo. Magari anche le madri di oggi facessero conoscere di più la devozione alla Madonna piuttosto che essere superficiali in ambito di fede. Visse in prigione per tredici anni, senza giudizio né sentenza. Da Saigon fu prima trasferito in catene a Nha Trang. Quindi al campo di rieducazione di Vinh-Quang, sulle montagne. Passò momenti durissimi, come il viaggio su una nave con 1500 prigionieri affamati e disperati. Poi il lungo isolamento, durato nove anni. C'erano due guardie solo per lui. In carcere non poté portare con sé la Bibbia. Allora raccolse tutti i pezzetti di carta che trovava e compose un minuscolo libro sul quale trascrisse più di 300 frasi del Vangelo che ricordava a memoria. Celebrava messa ogni giorno con il palmo della mano a far da calice, con tre gocce di vino e una goccia d'acqua. Il vino se l'era procurato così. Appena arrestato gli avevano permesso di scrivere una lettera per chiedere ai parenti le cose più necessarie. Domandò allora un po' di medicina per digerire. I famigliari compresero il significato vero della richiesta e gli mandarono una bottiglietta con il vino della messa e con l'etichetta: «medicina contro il mal di stomaco». La sua bontà, il suo amore anche per i nemici, colpiva non poco le guardie. Sulle montagne di Vinh Phù, nella prigione di Vinh Quang, chiese una volta a una guardia il permesso di tagliare un pezzetto di legno a forma di croce. E quello lo accontentò. In un'altra prigione chiese alla guardia un pezzo di filo elettrico. Temendo che volesse suicidarsi, l'agente si spaventò. Ma Nguyen Van Thuân gli spiegò che voleva fare semplicemente una catenella per portare la sua croce. Dopo tre giorni la guardia ricomparve con un paio di pinze e insieme composero una catenella. Da quella croce e da quella catena Nguyen Van Thuân non si separò più. Le portò sempre al collo, anche dopo la sua liberazione, avvenuta il 21 novembre 1988. E anche dopo il suo esilio forzato a Roma, nel 1991, e la sua nomina a cardinale, nel 2001.