Citazione di spiritualità del giorno
Il Maestro benedice la libertà delle lacrime, perché sta dalla parte di chi piange.
Citazioni spirituali dei giorni passati
giovedì 1 dicembre 2011
Le grazie della contemplazione non ci saranno mai concesse se non ci applichiamo con la massima cura alla meditazione, alle letture quotidiane, alla preghiera e se non cerchiamo di approfondire le verità che sono alla nostra portata.
mercoledì 30 novembre 2011
Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l'intelligenza di saperle distinguere.
- San Tommaso Moro -
martedì 29 novembre 2011
Ogni verità da chiunque sia detta viene dallo Spirito Santo.
- San Tommaso d'Aquino -
lunedì 28 novembre 2011
L’uomo non è degno di Dio, ma non è incapace di esserne reso degno. E’ indegno di Dio di unirsi all’uomo miserabile, ma non è indegno di Dio di levarlo dalla sua miseria.
domenica 27 novembre 2011
L’avvenire appartiene a quelli che amano, non a quelli che odiano. Il demonio ha invaso la terra con l’odio: fate rivivere prepotentemente l’amore. Tanti sono ancora violenti, perché non sono stati finora abbastanza amati.
- Papa Pio XII -
sabato 26 novembre 2011
La rinuncia al potere è molto più dolorosa di qualsiasi rinuncia al piacere personale o agli agi o alle comodità.
- J. L. Mckenzie -
venerdì 25 novembre 2011
Non pensare mai a te. E’ questa la vera povertà.
- Marietta Martin -
giovedì 24 novembre 2011
Il miracolo della Chiesa è di sopravvivere ogni domenica a milioni di pessime omelie.
- Joseph Ratzinger -
mercoledì 23 novembre 2011
La cosa più triste che ci potrebbe capitare sarebbe di non essere utili a nessuno.
- Raoul Follereau -
martedì 22 novembre 2011
Quello che insidia e avvelena in genere la nostra felicità è di sentire così vicini il fondo e la fine di tutto quanto ci attrae: sofferenze delle separazioni e dell’usura, angoscia del tempo che passa, terrore davanti alla fragilità dei beni posseduti, delusione di giungere tanto presto al termine di quello che siamo e abbiamo.