Questo volume raccoglie le relazioni presentate al convegno di studi promosso in onore di Alberto Mazzoni, dal titolo “La tutela delle minoranze nel diritto delle società di capitali dopo la riforma”, tenutosi a Pisa il 24 ottobre 2014, presso la Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento S. Anna. Devo confessare che quando, assieme ad alcuni colleghi e, in particolare, d’intesa con l’amico Antonio Cetra, iniziammo a interrogarci su quale fosse il modo migliore per rendere omaggio ad Alberto, due cose ci apparvero subito chiare. La prima è che l’evento dovesse tenersi a Pisa, presso la Scuola S. Anna. Chi ha conosciuto e frequentato Alberto Mazzoni sa infatti quanto sia stata importante per la sua formazione scientifica e, prima ancora, per la sua stessa crescita personale l’esperienza della Scuola: o, meglio, del Collegio, come preferiscono chiamarlo i colleghi di quella generazione, volendo sottolineare quel tratto che ha reso unico e irripetibile il loro periodo universitario e che – a dire il vero – è rimasto immutato negli anni a venire, anche quando poi il Collegio si trasformò in Scuola, preservando però la sua tradizionale e inconfondibile dimensione collegiale. Si tratta peraltro di un legame – quello con la “sua” Scuola – che Alberto Mazzoni ha sempre mantenuto attivo, assicurando la propria presenza in tutte le occasioni scientifiche o anche solo conviviali in cui si presentasse l’opportunità di tornare in questo luogo per incontrare i colleghi e gli amici di una vita, ma soprattutto per contribuire con il frutto della propria esperienza alla formazione dei più giovani. La seconda decisione – anch’essa subito condivisa – fu quella di dedicare ad Alberto Mazzoni un convegno sulla tutela delle minoranze: ovvero su uno dei temi a lui più cari e che ha caratterizzato la sua produzione scientifica sin dai primi studi giovanili. L’occasione si presentava del resto assai propizia. In effetti – a più di dieci anni dalla riforma del diritto societario – vi era l’esigenza di operare un primo censimento sugli esiti di quel processo riformatore: e ciò soprattutto al fine di valutare la plausibilità delle scelte operate, magari proprio alla luce delle riflessioni contenute nel pensiero di Alberto Mazzoni. Non c’è dubbio che – sotto questo profilo – l’iniziativa possa dirsi pienamente riuscita. La lettura degli scritti contenuti in questo volume ne offre una chiara dimostrazione: testimoniando altresì – se mai ve ne fosse bisogno – non solo l’affetto e l’amicizia dei colleghi con i quali Alberto Mazzoni ha condiviso la propria esperienza di docente e di studioso, ma anche la riconoscenza dell’intera comunità scientifica verso i frutti del suo lavoro. In realtà, la scelta di dedicare ad Alberto Mazzoni un convegno sulla tutela delle minoranze presso la Scuola S. Anna non è casuale, anche per un’altra ragione. Mi piace infatti ricordare che uno dei contributi più significativi – forse il più importante – reso da Alberto Mazzoni in tema di tutela delle minoranze è nato proprio presso la Scuola S. Anna. Di quell’evento sono stato testimone. Nel corso del 1992 – sebbene fossi ancora molto giovane – ebbi infatti l’opportunità di assistere ad un seminario che si tenne nei locali della Scuola, al quale intervennero molti colleghi – alcuni stranieri – e che, nell’occasione, fu aperto da un saluto di Francesco Busnelli, allora Direttore. Dai lavori di quel seminario – e dalle riflessioni che ne seguirono – scaturì una pubblicazione che ebbe molto successo: si tratta del volume curato da Abbadessa e Rojo, Il diritto delle società per azioni: esperienze, statuti e progetti, pubblicato nel corso del 1993, per i tipi della casa editrice Giuffrè. Ebbene, in quel volume compare un saggio di Alberto Mazzoni dal titolo “La tutela del socio e delle minoranze”. Si tratta di un lavoro al quale personalmente sono molto legato. Non solo perché mi riporta alla mente i miei primi temi di studio. Ma soprattutto perché Alberto Mazzoni scrisse quel saggio assieme ad Alessandro Cerrai, anche lui allievo della Scuola S. Anna e poi docente dell’Università di Pisa, il cui ricordo – nonostante la sua prematura scomparsa – resta tuttora vivo tra gli allievi e i colleghi che lo hanno conosciuto. In questi anni ho avuto più volte occasione di rileggere quel contributo. E devo dire che, in quelle pagine, ho sempre colto due indicazioni di fondo: una – per così dire – di merito e un’altra di metodo. Nel merito, è interessante notare che, in quello studio, Alberto Mazzoni (e Alessandro Cerrai) sottolineano come il tema della tutela della minoranza non si presti ad essere indagato separatamente per le società aperte e per le società chiuse: dovendosi anzi immaginare che le regole e gli istituti delineati per uno specifico contesto possano rivelarsi utili anche nell’altro e viceversa. Una prospettiva, questa, che proprio la riforma del diritto societario ha reso quantomai attuale. C’è poi un’indicazione di metodo. Scorrendo quelle pagine si coglie infatti una ricerca – direi quasi una tensione – ad affrontare i problemi giuridici affrancandosi da ogni tipo di apriorismo o di concettualismo. Gli istituti – le regulae juris – sono esaminati sempre con un approccio scevro da pregiudizi e con un atteggiamento volto piuttosto a coglierne il profilo funzionale e, dunque, a suggerirne soluzioni interpretative (o applicative) sempre innovative, mai banali, talvolta persino eclettiche. Una metodologia che è venata da un forte pragmatismo. E che rappresenta – senza ombra di dubbio – il tratto più significativo della produzione scientifica di Alberto Mazzoni: costituendo il portato della sua formazione culturale, ma forse – e prima ancora – esprimendo al meglio il suo stesso carattere. È un pragmatismo che ha molto contribuito alla formazione degli allievi e dei giovani che hanno avuto l’occasione di frequentarlo e del quale – come studiosi di questa materia – gli dobbiamo essere tutti molto grati.