Ascolto il Papa più di Enzo Bianchi. Non mi basta risparmiare acqua quando mi lavo i denti per sentirmi la coscienza posto. L'ecologia riguarda le foche e i panda, ma perché no gli embrioni umani e i bambini che chiedono di nascere? Non riesco a capire qualche altro diritto verrebbe prima del diritto alla vita. Non credo che il sottosviluppo dipenda solo da noi occidentali. Penso che Odifreddi dovrebbe precisare che non parla da matematico. Penso che la cultura non si riduca a Rusconi, Giorello e Galimberti. Sono sicuro che da qualche parte c'è ancora un posto per Dio nel mondo. Sarò ancora cattolico?
PREMESSA PER LE LETTRICI E PER I LETTORI
Raccolgo in questo libro tre anni di articoli pubblicati su loccidentale.it, dal 5 giugno 2007 al 2 aprile 2010, dal rapimento di padre Giancarlo Bossi nelle Filippine alla questione dei preti pedofili, passando attraverso Bush e Ratzinger, le persecuzioni dei cristiani e i cattolici democratici, le coppie di fatto e i diritti umani, l’emergenza educativa e la pillola RU486, Prodi e la Caritas in veritate, i teodem e i teocon, le contestazioni alla Sapienza e la lista di Giuliano Ferrara, Hamas e Israele, Ratzinger a Ground Zero e al College des Bernardins, la biopolitica e il cardinale Bagnasco, le elezioni politiche e quelle regionali, i massacri dei cristiani e i progetti culturali del cardinale Ruini, le ambiguità dell’Onu sui diritti umani e la strage delle bambine, le false seduzioni dell’ecologismo e il Cortile dei Gentili, il referendum sui minareti e l’ammissibilità del burqa, gli anglicani e i preti pedofili. Tre anni sono lunghi. Ci dimentichiamo in fretta le cose. Rileggerli può essere utile.
Ma non è una rilettura alla moda. Non si concede molto allo standard piuttosto diffuso che vorrebbe il cattolico aperto e consenziente a tutto quello che avviene perché il mondo va comunque amato. Il mondo va amato, ma proprio per questo va anche rimproverato. Oggi sembra che i peccati più gravi siano votare Berlusconi, sprecare acqua quando ci si lava i denti, dire che la teoria evoluzionista non spiega tutto, negare che il sottosviluppo sia solo colpa di noi ricchi, tirare su le orecchie con sospetto quando alla TV parla Veronesi, non leggere i libri di Odifreddi e soprattutto permettersi qualche critica al commercio equo e solidale, al pacifismo arcobaleno e alla decrescita di Serge Latouche.
Niente di tutto ciò nelle pagine di questo libro. Io sono ancora un cattolico che ascolta il Papa: Roma locuta causa finita est. Credo che il punto di partenza sia la fede apostolica e non la prassi di liberazione, non credo che il mondo, in quanto puro mondo, possa insegnarci tanto: dato che ha bisogno di essere salvato non può salvare. Non mi hanno mai appassionato i messianismi senza Dio e le nuove religioni dell’ecologismo, del pacifismo delle marce, del terzomondismo e della decrescita mi sanno tanto di idolatrie. Mi tengo cari i pochi “principi non negoziabili” che, una volta tanto, mi obbligano a dire sì sì oppure no no, senza papocchi e mille distinzioni. E quando non ci arrivo a capire fino in fondo come stanno certe cose complesse guardo a cosa mi dice la Chiesa, e mi fido pure. Del resto, da chi altro potrei andare? Non sono un cattolico adulto, sento il bisogno di essere guidato. Penso che il Vangelo valga più della Costituzione. Penso però che il Vangelo non basti, se con lo slogan «il Vangelo basta» si vuole negare l’insegnamento della Chiesa, la dimensione pubblica della fede cristiana, la necessità di difendere non solo le foche ma anche i bambini appena concepiti, l’autoritarismo della coscienza individuale che è la principale schiavitù dei nostri giorni.
Non credo che il cristianesimo sia solo un’etica, ma certamente comporta anche un’etica. Altrimenti non sarebbe umano. Sono un apologeta. Credo che il cristianesimo meriti di essere difeso e lo richieda intimamente perché non annulla la nostra libertà e il nostro ragionamento ma ci chiede di verificare se la sua proposta è umana o no. Nel volto di Cristo l’uomo si specchia, vede meglio se stesso e trova quindi conferma dell’umanità della religione cristiana. La Chiesa serve il mondo, ma proprio per questo deve aiutarlo a vedere fino in fondo la sua propria verità, e non può farlo senza mostrare la verità di Cristo.
Ringrazio le Lettrici e i Lettori che leggeranno queste 100 tappe di un cattolicesimo postideologico. Ricordino che se trovano cose non convincenti, la colpa è mia. Ringrazio il direttore del quotidiano loccidentale.it, Giancarlo Loquenzi, e Cristiana Vivenzio, della redazione, che mi hanno permesso sempre di esprimermi in totale libertà, unitamente alla presidenza della Fondazione Magna Carta che, rendendo possibile loccidentale.it hanno reso anche possibile questo libro.
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
Dio è indispensabile
Benedetto XVI da Vienna indica la strada all’Europa
Vienna dista poche decine di chilometri da Regensburg. A pochi giorni di distanza dal primo anniversario del celebre discorso del 12 settembre 2006, che tanto scalpore suscitò, Benedetto XVI ha fatto di Vienna una Regensburg 2. Ne ha ribadito infatti tutti i concetti principali. Mancava il riferimento all’Islam, che allora fece infiammare mezzo mondo, ma del resto non mancava niente.
Alla Hofburg di Vienna, davanti ai politici e al corpo diplomatico, il Papa ha ribadito che l’Europa non può e non riesce a essere se stessa senza il cristianesimo. È un problema di radici, ma non solo. È vero e indubitabile che nelle radici dell’Europa c’è stato il cristianesimo. Ma l’importanza di questa religione per il continente europeo ha solo motivi storico-culturali? Se così fosse le nuove generazioni potrebbero anche dimenticarsene. Il fatto è che si tratta anche e soprattutto di una questione di verità. Senza il cristianesimo l’Europa non riesce più a vedere secondo verità la realtà e la natura della persona umana, la giustizia e il rispetto dei diritti umani. È per questo che il Papa ha citato il filosofo tedesco Jürgen Habermas, con il quale ebbe, su questi temi, uno storico dibattito pubblico a Monaco di Baviera nel gennaio del 2004. Nella frase citata Habermas afferma che «l’universalismo ugualitario, dal quale sono scaturite le idee di libertà e di convivenza solidale, è un’eredità immediata della giustizia giudaica e dell’etica cristiana dell’amore.
Immutata nella sostanza, questa eredità è stata sempre di nuovo fatta propria in modo critico e nuovamente interpretata. A ciò fino a oggi non esiste alternativa». Le osservazioni di Habermas sono solo di ragione. È quindi la ragione stessa a dire che al cristianesimo non c’è alternativa, ossia a ribadire che questa religione non solo è utile ma è anche indispensabile. Perché indispensabile? Perché senza di essa la ragione stessa – ecco il punto decisivo – si offusca e rischia di perdere di vista la realtà e la verità. Non solo, quindi, per meriti storici, ma per il suo intrinseco rapporto con la verità il cristianesimo è indispensabile e solo un’Europa che avesse perso il gusto per la verità potrebbe dimenticarsi del cristianesimo. Ma sarebbe ancora Europa?
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Dott. Paolo Smeraldi il 21 ottobre 2013 alle 14:30 ha scritto:
La descrizione dell'autore è rivelatrice dell'impostazione di questo libro.
Benedetto XVI è stato attaccato dai media per tutta la durata del suo pontificato.
E' necessario rivalutare questa grande figura della chiesa contemporanea senza gli occhiali del pregiudizio.