EAN 9788882726164
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Sono raccolti in questo libretto di un centinaio di pagine i misteri della vita della Madonna che ci guida nel cammino della nostra vita con il suo sguardo e il suo esempio per poter giungere sicuri alla nostra destinazione. In Maria, la donna, il Cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, ha voluto ripercorrere la straordinaria avventura umana della Vergine di Nazareth che disse sì al dono totale di sé per accogliere il Figlio di Dio e ha voluto rileggere i misteri che ne hanno segnato l’esistenza. Come egli stesso dice al lettore “[…] Questo libro, che offre qualche spunto di riflessione sui misteri della vita della Vergine, è nato dal desiderio di approfondire la mia personale esperienza di affidamento alla Vergine. Avevo circa trent’anni quando un grande sacerdote mi insegnò ad affidare alla Madonna – con un’Ave Maria ogni sera prima di dormire – la vita” (p. 6).
Se in apertura si coglie il desiderio dell’autore di approfondire la propria personale esperienza di affidamento a Maria, gli otto capitoli che poi si susseguono, ben documentati ed estremamente densi, ripercorrono i giorni dell’esperienza umana della donna di Nazareth e si soffermano, in particolare, sui misteri che l’hanno coinvolta: l’Immacolata Concezione, la Natività di Maria, l’Annunciazione, la Visitazione di Maria ad Elisabetta, Maria Santissima Madre di Dio, la Santa Famiglia, Maria Addolorata, l’Assunzione al cielo. Maria, scrive il Cardinale, è il paradigma della donna; l’icastica formula di san Paolo: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna” (Gal 4,4) vuole stabilire probabil-mente una concordanza con le parole del Protovangelo nel Libro della Genesi (cfr. 3,15) in quanto è proprio quella donna che decide della pienezza del tempo, l’evento centrale salvifico si realizza in lei e per mezzo di lei. La sponsalità e la maternità hanno trovato piena realizzazione nella Vergine; essa è icona di ciò che ogni uomo e ogni donna sono chiamati a diventare in Cristo, persone compiute.
Per questo, prendere coscienza di questi misteri della vita della Vergine, profondamente inscritti e finalizzati a quelli della vita di suo Figlio, significa prendere coscienza di quella pienezza dell’umano che ogni cri-stiano, per grazia, ha già ricevuto, così che la sua libertà vi possa aderire. Interessante, nel testo, la sottolineatura che il Cardinale fa quando contrappone il fiat dell’Immacolata «Ecco la serva del Signore» con il «non serviam» dell’ingannatore che è riuscito a trascinare nella colpa i nostri progenitori. Nel tagliare il rapporto di amicizia costitutivo con il Padre, per affermare se stessi in modo autonomo, Adamo ed Eva si accorgono della loro nudità, hanno paura e si mettono sulla difensiva. Il peccato crea divisione, insinua la paura, il sospetto e la vergogna. Ma «la disobbedienza di una donna è riparata dall’obbedienza di un’altra donna1»; nel sì di Maria, sottolinea Scola, il peccato è superato dalla grazia e, mediante l’iniziativa dello Spirito, Dio si rende simile all’uomo e assimila a sé ognuno di noi (pp. 19-20). Il suo fiat è abbandono al Mistero, segna la giustizia perfetta di una creatura di fronte al suo Creatore, riconoscimento di una Presenza più grande di sé. Maria è l’Immacolata, donna concepita senza peccato, per questo in lei l’obbedienza ha la forma di un abbando-no cordiale e fiducioso; nell’uomo, invece, ferito dal peccato originale, l’obbedienza ha bisogno dell’ascesi, che non è l’esito delle nostre forze ma l’abbandono al ritmo oggettivo della comunione, che piega la nostra intelligenza e la nostra volontà (p. 22).
Fondamentali i capitoli che il Patriarca ha dedicato ai misteri dell’Annunciazione (cap. terzo) e della Visitazione (cap. quarto); nell’An-nunciazione, l’accento è posto sulla libertà consapevole di Maria che viveva, con tutte le fibre del suo essere, nell’attesa del Messia e sull’atteg-giamento di Zaccaria, ormai vecchio, e diventato ipercritico e non libero. Entrambi useranno l’espressione “quomodo” all’annuncio dell’Angelo Ga-briele, ma, quanto in Maria non c’è nessun dubbio, essa dispiega tutta la forza indagatrice della sua ragione, fa spazio dentro di sé alla novità che le è promessa, tanto il “quomodo” di Zaccaria è pesante di scetticismo e pronunciato con una punta di supponenza (p. 37). Nel capitolo sulla Visitazione, Scola, nell’evidenziare il saluto tra le due donne, Maria ed Elisabetta, e, in un certo senso quello tra i due figli, mette l’accento sull’espressione dell’evangelista Luca “[…], il bambino ha sussultato di gioia”. Nella versione originale del testo greco l’espressione esultò di gioia si trova sdoppiata in un’endiadi “Si mise a saltare e a ralle-grarsi”. Come ha sottolineato il Servo di Dio Giovanni Paolo II, la Visitazione è il mistero della gioia2, anticipo di quello che accade con il cristianesimo che si comunica nella storia attraverso un incontro che fa sussultare di gioia. L’autore di Maria, la donna, intitolando il percorso di queste meditazioni sulla vita della Vergine, ha voluto riconoscere nella Madre di Dio la figura di una donna pienamente riuscita, dalla fede perfetta al punto che con lei Dio può portare a compimento la sua promessa (p. 47).
L’inesauribile sorgente di speranza che è Maria, fontana vivace, traluce da ogni parte nel libro. In appendice, il Cardinale inserisce alcuni tra i più importanti brani poetici dedicati alla Vergine, scelti tra autori quali Ver-laine, Hopkins, Iacopone da Todi e naturalmente Dante. Maria è appiglio contro ogni eresia, contro ogni deriva gnostica; ma non è necessario pensare agli eresiarchi del passato, occorre riflettere sul nostro quotidiano, che relega nell’astrazione la fede in Cristo Gesù. Con-tro questa caduta la recita del Rosario, personale e comunitaria, è arma efficace, perché, ci insegna Scola, l’Ave Maria non è una pura ripetitività ma esprime il bisogno tipico dell’amore di mendicare continuamente la presenza dell’Amato (pp. 95-96). La Madonna, madre generosa, genera per noi la grande Presenza di Cristo. Siamo consolati, perdonati, confortati, arricchiti, allietati da quella Presenza che rinasce dalla carne di Maria. Per questo chiediamo a lei ogni giorno di farci partecipi della sua libertà, della sua disponibilità, della sua via.
Tratto dalla Rivista "Fides et Ratio" n. 1/2010
(http://www.issrguardini.taranto.it)
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