Avete mai chiesto a vostro figlio se chatta con gli sconosciuti? O al vostro partner se conosce tutti gli amici che ha su Facebook? O ancora ai dipendenti della vostra ditta cosa fanno tutto il giorno davanti al computer? Meglio evitare, rischiereste brutte sorprese. Come i protagonisti delle storie di questo libro, vittime inconsapevoli dei tranelli della rete. Come perdere il lavoro, la faccia e l'amore ai tempi di Facebook è un volume agile e concreto, tratto da tre casi realmente accaduti che hanno visto come protagonisti mariti, adolescenti e lavoratori alle prese con i primi guai legali causati da un utilizzo improprio dei social network.
PREFAZIONE
di Mauro Meazza
Per chi ha avuto in sorte di nascere e crescere prima che inventassero i personal computer e la rete, acquisire da adulti una dimensione digitale è stato un po’ come diventare più alti, più veloci, più robusti, più efficienti. Tutto il mondo sulle nostre scrivanie o nelle nostre tasche, per fare in un minuto quel che prima richiedeva ore, giorni, forse mesi. Prenotare un aereo, ritrovare un amico, acquistare libri e musica, scoprire chi ha detto qualcosa e quando, sapere come è finita una partita o vedere un film, nello spazio di pochi minuti e senza muoversi da casa.
È successo in un paio di decenni, tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Zero del nuovo millennio, ma a ripensarci oggi potrebbe anche essersi compiuto tutto in una notte. Un risveglio piacevole e inebriante, che sicuramente fa sorridere i nativi, cioè i più giovani che Internet l’hanno trovato già pronto, insieme ai cellulari e a tutte le applicazioni della vita in connessione. Un risveglio anche faticoso, per tenere il passo con la posta elettronica, l’ipod, i pagamenti online, youtube e i social network. Ma, tutto sommato, trovarsi così cresciuti (che sia questo il senso della realtà aumentata di cui ora si parla tanto?) è stata una soddisfazione e ci ha dato un mucchio di comodità.
Anche le nostre regole hanno faticato a prendere le misure con le nostre nuove identità vitaminizzate dall’informatica. Persino la buona educazione o la distinzione tra il lecito e l’illecito (prima che sia reato) hanno dovuto aggiornarsi in fretta, mentre le leggi e le sentenze imparavano a declinarsi nel nuovo mondo. Che sicuramente è ancora, in larga parte, da inventare, ma che intanto comincia ad avere una sua fisionomia, i suoi riti, i suoi luoghi di ritrovo e di svago, i suoi quartieri alti e quelli in cui non avventurarsi da soli.
Arrivati a questo punto della crescita, ci farebbe bene una sosta: per evitare che l’euforia prenda il sopravvento e che la troppa dimestichezza con il virtuale si riveli carica di sgradite ricadute nel reale. Una sosta anche breve, il tempo che serve a leggere questo libro e a rendersi conto che l’assenza di materialità non significa affatto assenza di responsabilità. Forse può significare – talvolta – la difficoltà di perseguire un reato o di impedire un abuso, ma anche nel mondo intangibile della rete si finisce per farsi del male o per fare del male.
Marisa Marraffino, da avvocato, ha seguito diversi casi in cui i comportamenti digitali si sono tradotti in conseguenze penali per i loro autori. E, collaborando con «Il Sole 24 Ore», ha segnalato sulle pagine del quotidiano e sul sito l’evoluzione delle leggi e della giurisprudenza, insieme a vicende di cronaca che chiamavano le une e l’altra verso enunciazioni e interpretazioni via via più raffinate. Da queste esperienze è nata l’idea di un libro, di questo libro, per mostrare quanto di giuridicamente reale può esserci nel digitale. E per fornire da una parte una traccia a chi sa di diritto, e dall’altra – soprattutto – alcune indicazioni preziose a chi invece non è mai entrato in un tribunale. Ma entra, tutti i giorni, su facebook o su twitter, consulta giornali online, magari aggiorna blog o invia commenti.
Proprio pensando a questi lettori, sono state scelte le tre storie che aprono i tre capitoli principali del libro: storie che prendono le mosse da vicende reali, nelle quali il computer e la rete sono stati i veri protagonisti. Travolgendo le prudenze degli umani e dando alle loro azioni un’eco non cercata, non voluta, non immaginata. La ragazzina che passa dal furto d’identità alla diffamazione, il tutto via social network; marito, moglie e chat in una complessa vicenda giuridica di separazione e privacy; la dipendente che si mette in contrasto con il datore di lavoro per un uso malaccorto delle corrispondenze elettroniche: persone comuni, certo non criminali né desiderose di danneggiare qualcuno, che però hanno in comune il fatto di venire trascinati dalla loro parte digitale a compiere atti che oltrepassano le loro intenzioni. Che poi è quel che accade a molti di noi, che non si sognerebbero mai di rubare in un grande magazzino ma scaricano con disinvoltura, senza pagare, un film o una canzone, oppure ricopiano con serenità frasi altrui nei propri lavori, omettendo l’autore.
Come tutte le rivoluzioni, anche il passaggio all’era di Internet sta cambiando e cambierà la nostra scala di valori. Quel che nel mondo tattile poteva sembrare inaudito, diventa consueto sugli schermi. Precetti e giudizi mutano in fretta e il mondo reso piccolo dalla comunicazione rimescola rapidamente i confini tra ciò che è permesso e ciò che è vietato, tra l’osceno e il visibile, tra il reato e la bagatella. Questo libro aiuta a fare il punto sulla mappa, e non può essere un punto d’arrivo. Ci dice dove ci troviamo adesso, spesso senza esserne consapevoli. Altre storie stanno accadendo, altre persone e altre culture si fanno conoscere nella rete, altre norme e altre sentenze stanno arrivando. Cerchiamo di capire dove siamo, per ora.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
Quando la noia porta in Tribunale
Paola aveva quindici anni e due amici. Uno si chiamava Maurizio ed era un suo compagno di classe, la aiutava sempre a fare i compiti il pomeriggio, quando la mamma la lasciava dai nonni perché doveva lavorare. L’altra era Giulia: con lei parlava dei suoi amori, litigava per i trucchi e inventava bugie da raccontare ai genitori quando faceva tardi la sera e il giorno dopo non andava a scuola. Con Giulia e Maurizio, Paola parlava, a volte. Con gli altri compagni divideva la classe, gli appunti e molti silenzi. Non si fidava, Paola. Aveva paura che gli altri la giudicassero perché portava l’apparecchio, perché aveva i brufoli o perché non si vestiva come le sue amiche. Non si sentiva a suo agio nelle forme di quel corpo che cambiava troppo in fretta. Aveva qualche chilo in più e quella pancia che si affacciava prepotente dai jeans la faceva sentire in imbarazzo. Non aveva mai avuto un vero ragazzo, mentre le sue amiche parlavano già di sesso, delusioni e tradimenti.
Paola frequentava la seconda liceo scientifico a Bologna, ma quella città a volte le sembrava già troppo piccola, conosceva ogni strada, ogni locale e quella sensazione la annoiava, come un parente che si conosce troppo e a cui non si ha più nulla da raccontare. Così se ne stava in quel limbo adolescenziale, e passava le sue giornate tra casa, piscina, computer e ipod, e pensava che il mondo degli adulti potesse aspettare ancora un po’. In fondo, considerava la sua vita né bella né brutta. A volte, riusciva anche a essere felice, altre sprofondava in uno stato di malinconia che la faceva piangere per niente. I suoi genitori si erano separati quando lei aveva otto anni, lei non li aveva mai visti felici davvero e non ricordava l’ultima volta che li aveva sentiti ridere di gusto. Adesso non si parlavano quasi più, andavano sempre di fretta e avevano lo sguardo arrabbiato, anche quando la sera si ritrovavano da soli, lontani e in case diverse. Lei era ipersensibile, nevrotica; lui fin troppo placido, accondiscendente e quieto. Paola viveva in mezzo a questi due fuochi, cercando di trovare un equilibrio e parare i colpi.
Qui trovi riportati i commenti degli utenti di LibreriadelSanto.it, con il nome dell'utente e il voto (espresso da 1 a 5 stelline) che ha dato al prodotto.
I commenti compaiono ordinati per data di inserimento dal meno recente (in alto) al più recente (in basso).
Emilio il 20 ottobre 2010 alle 22:39 ha scritto:
E' un libro veramente innovativo e pieno di spunti interessanti.
Finalmente una lettura fresca scorrevole e attuale.