Amore & Vita, questo il binomio che fa da filo conduttore al presente Quaderno e su cui si sviluppa la sfida più alta che l'Associazione Scienza & Vita sente propria: la sfida educativa, quella che coinvolge la responsabilità e la lungimiranza di una scelta di campo in favore della persona, della relazione interpersonale, delle scelte e delle prospettive esistenziali.
Una scelta di campo che, nell'impegno culturale dell'Associazione, offre uno spazio di riflessione, di confronto e di dibattito culturale e scientifico, anche su problematiche relative all'esperienza ed al vissuto umano, in tema di affettività e sessualità. La meraviglia della generazione umana, La bellezza del rapporto interpersonale, Non è questione di pillole, Io Tarzan tu Jane, Fatti per amare, Baciami stupido! Questi alcuni dei temi raccolti in questo Quaderno.
EDITORIALE
Amore & Vita: è questo il binomio che fa da filo conduttore a tutto il Quaderno che qui andiamo a presentare.
Nel tema che viene affrontato nel presente Quaderno è contenuta la sfida che l’Associazione Scienza & Vita sente propria, e cioè la sfida educativa, quella che coinvolge la responsabilità e la lungimiranza di una scelta di campo in favore della persona, della relazione interpersonale, delle scelte e delle prospettive esistenziali. Una scelta di campo che, nell’impegno culturale dell’Associazione, ha determinato la convinzione di poter offrire uno spazio di riflessione, di confronto e di dibattito culturale e scientifico in tema di affettività e sessualità.
Per l’Associazione Scienza & Vita è significato in qualche modo partire dalle “premesse” piuttosto che dal consolidato terreno esperienziale scientifico: non è la prima volta, infatti, che vengono affrontate questioni attinenti le problematiche relative all’esperienza ed al vissuto umano intorno alla sessualità, ma in questo caso la scelta è caduta su una comprensione pre-scientifica, ovvero su una questione che precede l’osservazione scientifica: la questione educativa.
L’occasione è stata il XII Convegno Nazionale e XIV Incontro con le Associazioni locali tenutosi a Roma lo scorso 23-24 maggio 2014. Il titolo del Convegno – Amore & Vita. Questioni di cuore e di ragione – è accompagnato, significativamente, da un sottotitolo: Tracce per un percorso formativo all’affettività e alla sessualità, che rinvia senza alcuna esitazione ad un percorso di tipo appunto formativo, e quindi educativo. Si tratta di un percorso appena visibile in “tracce”, dunque non ancora esplicitato in ogni suo dettaglio, che consente pertanto una sua modulazione ed una graduale definizione a partire da esperienze concrete.
Il Quaderno raccoglie il materiale prezioso che è il frutto di due giornate di lavoro intenso, partecipato, talora anche faticosamente, che ha visto – questa volta in maniera ancora più decisa – la presenza ed il coinvolgimento di giovani, provenienti da varie Associazioni locali.
Il Convegno si è dipanato tra lavori in assemblea plenaria ed attività in gruppi di studio.
Le relazioni introduttive al Convegno, riportate nella prima sezione del Quaderno, attengono le questioni di fondo: così Paola Ricci Sindoni, presidente dell’Associazione, nell’introduzione ai lavori ha sottolineato l’esigenza – nel tempo presente – di definire l’Amore in maniera dialogica: “In questo scenario si rivela l’amore, che è offerta radicale di sé, avvento senza rimpianto, accoglienza radicale dell’altro, inizio di amore perché a ciascuno incombe l’urgenza di iniziare ad amare. Si deve ricordare, al riguardo, che la forma centrale e conduttrice dell’amore è quella in cui un io che ama è legato a un tu che viene amato”.
L’intervento successivo di Mons. Nunzio Galantino, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, ha contribuito a rendere evidente l’attenzione con la quale la tematica è ben presente ai Vescovi italiani: dal suo intervento è venuto un invito “ad abitare in maniera consapevole e responsabile, anche dal punto di vista culturale, il complesso mondo nel quale viviamo senza farci spaventare, ma nemmeno ingaggiando battaglie da retroguardia”. L’impegno al quale siamo stati ri-chiamati è infatti un impegno di primissima linea, “per superare sia il grande progetto di decentramento della persona umana messo in atto dalle scienze umane, sia la perdita di fondamento che caratterizza gran parte delle antropologie contemporanee, [che] consiste nel riguadagnare in maniera radicale una concezione unitaria dell’uomo”.
L’amore-relazione è l’oggetto degli interventi successivi: Gianfranco Ricci, psicoterapeuta, si rifà alla base antropologica e valoriale che sostiene le dinamiche psicologiche del nostro bisogno di amare e di essere amati, al bisogno di formare legami che durano, nonostante le trappole continue che si insinuano nelle trame del desiderio. Trappole che oggi sono riassumibili nell’ideologia che va sotto il nome di gender, là dove la visione dell’uomo come essere-in-relazione si sostituisce a una visione in cui “I diritti dell’individuo vengono sempre più ad anteporsi a quelli della collettività. Così pochi si accorgono dello smantellamento in atto dell’istituto della famiglia, ultimo baluardo che resiste alla generale omologazione sociale”.
Bruno Mozzanega, ginecologo e ricercatore universitario, ha ripercorso la tematica dell’amore-relazione attraverso la proposta delle conoscenze scientifiche sulla generazione umana, consapevole del fatto che “manca nella popolazione la conoscenza della fisiologia riproduttiva”, la quale esprime nello stesso tempo la bellezza e il prodigio di un nuovo concepimento: “è […] prodigioso quel che avviene proprio all’inizio della vita, nel momento stesso del concepimento: la prima cellula, ancor prima che si compia la prima duplicazione, produce sostanze che sono dei veri e propri messaggeri biologici il cui compito è segnalare all’organismo della madre che questa cellula particolare non deve essere respinta”.
Sulle suggestioni delle prime relazioni in assemblea plenaria si sono poi dipanati i lavori dei gruppi di studio:
Gruppo 1: Non è questione di pillole. Più amore e conoscenza del proprio corpo.
Gruppo 2: Io Tarzan, tu Jane: ancora possibile? Identità sessuale e gender.
Gruppo 3: Fatti per amare. Antropologia dell’amore.
Gruppo 4: Baciami, stupido! Dinamiche psicologiche delle relazioni affettive.
Delle tematiche affrontate nel Gruppo 1 dà qui conto il contributo di Emanuela Lulli e Paolo Marchionni, nel quale viene ripercorso l’itinerario – proposto ai giovani partecipanti – volto a focalizzare l’attenzione sui cosiddetti “metodi naturali di regolazione della fertilità”, per promuovere nel contempo una visione della sessualità centrata sulla relazionalità e contestualmente sulla responsabilità condivisa della paternità e della maternità che non mortifichi la relazione di coppia né la dignità del corpo, soprattutto quello femminile, e sia contemporaneamente in grado di educare all’Amore e di aiutare nelle scelte legate alla procreazione.
La sintesi delle tematiche affrontate nel Gruppo 2 è affidata al contributo di Massimo Gandolfini e Chiara Atzori i quali, ripercorrendo le recenti vicende legate al tema dell’identità sessuale della persona umana, ritengono “indispensabile fare chiarezza, partendo proprio dai termini e dalle parole utilizzate”, dato che “la cosiddetta ‘teoria di genere’ è uscita dalla nicchia accademica ed ha invaso la scena giuridica internazionale, coinvolgendo intere società nazionali in un lavoro di ristrutturazione secondo schemi antropologici inediti, […] a fronte di una sorta di ‘pensiero unico’ che pretende di imporsi per via amministrativa, legislativa, mediatica, e secondo il quale l’identità umana deve essere ‘rifondata’ a partire dalla sua struttura più profonda, affettiva-sessuale”.
Nel Gruppo 3 sono state analizzate le fondamenta antropologiche dell’Amore, a partire dalla convinzione – espressa nel contributo di Chiara Mantovani – che “non sarà allora inutile il piccolo sforzo di balbettare qualcosa sulla persona umana e sull’amore, sulla loro connessione profonda nella sessualità umana, qualcosa che possa essere detto e ragionato soprattutto per e con i giovani, spesso più bendisposti allo sforzo di capire perché più acutamente sensibili all’esigenza di capirsi; qualcosa che possa costituire una scaletta da utilizzare e uno strumento da usare, più che un manuale da imparare. Perché non esiste nulla più dell’amore che vada personalmente e responsabilmente assunto”.
Infine il Gruppo 4 si è confrontato con le dinamiche psicologiche delle relazioni affettive, partendo dall’osservazione di una sempre più frequente mercificazione delle relazioni, in un contesto nel quale – ne tratta Daniela Notarfonso – “l’appiattimento della sessualità a sesso e il suo completo svuotamento di senso aprono le porte ad una ricerca quasi ossessiva di ‘esercizio’, con ragazzi che giungono ad avere le loro prime esperienze nei bagni della scuola o di qualche discoteca che, per i più piccoli, prevede spettacoli pomeridiani, più rassicuranti per i genitori ma non meno invadenti”. Risulta invece “necessario approfondire le dinamiche psico-emotive legate all’innamoramento e all’amore, che non è solo intimità e passione, ma anche impegno: da quanto queste tre dimensioni si intersecano e sono presenti in una relazione, che può andare dalla semplice infatuazione ad un rapporto stabile e “per la vita”, dipende la qualità e la profondità di un amore”.
Nell’intervento conclusivo della prima parte del Quaderno (ed anche del Convegno), Domenico Coviello, co-presidente nazionale di Scienza & Vita, sottolinea che il Consiglio Esecutivo nazionale si impegnerà a raccogliere “tutti i suggerimenti pervenuti […] [per] tradurli in opportune azioni dirette o di supporto tramite sussidi che evidenzino il valore universale e aconfessionale dei principi che sono alla base del valore della natura umana, dall’inizio della vita, nel suo procedere tramite la famiglia fino al compimento della nostra stessa vita su questa terra”.
La seconda giornata del Convegno ha visto la prosecuzione dei lavori di gruppo e, al termine, la proposta in assemblea plenaria delle sintesi di tali lavori, unitamente alla comunicazione di esperienze. Di tali esperienze, e di altre riflessioni suscitate nelle settimane successive, diamo conto nella parte del Quaderno dedicata a “La voce dei giovani”.
Così Maria Letizia Bosio, dell’Associazione Scienza & Vita di Genova, ci racconta l’esperienza di libertà nel dono di sé a partire dalla propria vita e dalla propria relazione affettiva di fidanzamento, nella quale il rispetto reciproco e l’attesa dell’unione sessuale diventano essi stessi un dono: “dono che solo grazie a Dio possiamo e potremo preservare nonostante i nostri istinti”.
Giovanna Costanzo, di Scienza & Vita Messina, ripercorrendo la storia d’amore raccontata da Gabriel García Marquez in L’amore ai tempi del colera, ci ricorda come sia necessario rintracciare un filo, forse da tempo interrotto: quello dell’esigenza di raccontare il proprio sentire e il proprio mondo emotivo fra generazioni differenti e che si pensava distanti.
Davide, di Brescia, ci racconta la sua vicenda personale ed umana di giovane omosessuale che, dopo esperienze travagliate e faticose (“Per anni mi sono chiesto se fosse davvero tutto qui, se il mio destino fosse quello di accontentarmi delle briciole e lasciare che la mia vita scorresse via veloce, un po’ così, senza un senso, passeggiando tra la gente come una ‘spugna secca’ in attesa di essere ‘imbevuto di un po’ di vita’”), scopre l’amore di Dio: “qualcosa di grande, incommensurabile, ineguagliabile, così totalizzante da essere quasi commovente!”. E prosegue ancora: “vorrei dire quale dono è stato per me vivere nella castità questi ultimi sei mesi, e soprattutto quanto sia gratificante sentire che Dio ha scelto proprio me per testimoniare la bellezza di questo regalo”.
Eleonora Lattaruolo, di Cerignola, riflette su come i genitori possono coadiuvare i figli nella formazione della loro identità e della loro personalità, portando l’esperienza dei suoi 17 anni.
Ed ancora, Caterina Marra, dell’Associazione locale di Sant’Alessio in Aspromonte, ci ricorda una delle esigenze fondamentali dei giovani: trovare adulti disposti ad ascoltarli e ad accompagnarli nel cammino verso l’Amore, quell’amore che è purezza, bellezza e gioia, dono, tesoro da curare e preservare.
L’intervento di Benedetta Falci e Jessica Pirrello, di Castelfiorentino, racconta l’esperienza di un gruppo di giovani che ha deciso di mettere “in scena” sottoforma di drammatizzazione teatrale una riflessione sul tema dell’ideologia gender, con lo scopo di lanciare un messaggio chiaro: “Noi giovani sentiamo l’esigenza non solo di studiare e capire i termini di questioni così fondamentali per la vita personale e sociale, ma anche di poterci inserire nel dibattito pubblico attraverso varie modalità […] Maschi e femmine sono diversi e proprio in questa diversità sta la bellezza di un incontro e la possibilità di una crescita per tutti”.
La terza parte del Quaderno, “Educazione e Sessualità: esperienze e metodi”, propone appunto diverse esperienze di approccio educativo ai temi della sessualità umana, in qualche modo complementari: l’esperienza di Teen STAR, raccontata da Donatella Mansi, presidente per l’Italia, e la conoscenza della propria fertilità attraverso i cosiddetti metodi naturali di regolazione della fertilità, proposta da Paola Pellicanò, presidente del Coordinamento Nazionale Insegnanti Metodo Billings.
Anche l’intervento di Augusto Paganuzzi sul “ruolo del medico nell’educazione sessuale” si inserisce nel percorso di tipo educativo, e non soltanto informativo, proposto durante i lavori di gruppo, richiamando la necessità “non solo di trasmettere nozioni, più o meno esatte, di tipo biologico-sanitario, ma anche di far scoprire ai giovani i valori antropologici, esistenziali, impliciti nella sessualità umana stessa. Il che significa: in grado di sviluppare un ragionamento anche sui suoi aspetti psicologici, affettivi, etici, che, in campo educativo, relativamente alla sessualità, sono una necessità assoluta”.
Chiude il Quaderno la consueta e sempre vivace rubrica “Lingua e Antilingua”, in cui Pier Giorgio Liverani ci guida attraverso la suggestione per la quale Amore e Vita, parole centrali del Convegno e, dunque, del Quaderno, sono forse considerate anti-parole: “parole dette per non dire quello che si ha paura di dire”. L’Antilingua – ci ricorda – “è tutt’altro che un gioco di parole o una tattica politica. È piuttosto un piano per demolire il castello dell’etica con tutte le sue torri. Il suo fine è la cancellazione delle parole-verità […], la confusione delle menti, l’abolizione di ogni norma morale, la piena realizzazione dell’autodeterminazione, costruire tante etiche ad personam, legalizzare il proprio comodo”.
Crediamo che anche questo Quaderno sarà accolto con l’attenzione e la stima che hanno accolto finora le precedenti fatiche della produzione scientifica di Scienza & Vita. Siamo consapevoli che la scelta del tema e la trattazione che esce da queste pagine non si allineano con quel “pensiero unico” la cui dittatura oggi si manifesta in forme contemporaneamente subdole e anche palesi, quella dittatura contro la quale papa Francesco anche di recente4 ha invitato a vigilare: “Oggi si deve pensare così e se tu non pensi così, non sei moderno, non sei aperto o peggio. Anche oggi c’è la dittatura del pensiero unico e questa dittatura è la stessa di questa gente: prende le pietre per lapidare la libertà dei popoli, la libertà della gente, la libertà delle coscienze, il rapporto della gente con Dio”.
È la dittatura del pensiero unico che si accanisce contro l’idea di famiglia, che ipotizza varie tipologie di famiglie, che considera indifferente la presenza della diversità sessuale nella relazione familiare.
Ma – come ha affermato di recente il card. Bagnasco nella prolusione all’Assemblea Generale dei Vescovi Italiani riuniti ad Assisi dal 10 al 13 novembre 2014 – “è irresponsabile indebolire la famiglia, creando nuove figure – seppure con distinguo pretestuosi che hanno l’unico scopo di confondere la gente e di essere una specie di cavallo di troia di classica memoria – per scalzare culturalmente e socialmente il nucleo portante della persona e dell’umano. L’amore non è solo sentimento […] è decisione; i figli non sono oggetti né da produrre né da pretendere o contendere, non sono a servizio dei desideri degli adulti: sono i soggetti più deboli e delicati, hanno diritto a un papà e a una mamma”.
Così ci sentiamo ancora più confortati ed incoraggiati nel cammino intrapreso e nell’impegno preso in occasione del Convegno del maggio scorso: assumere l’onere di contribuire – con strumenti idonei – alla chiarificazione nel dibattito pubblico del valore di un’antropologia basata sulla persona come essere-in-relazione e contemporaneamente alla formazione delle giovani generazioni, cui consegnare il messaggio di Amore e Vita come fondamenti sui quali poggiare un solido legame generativo.
Amore & Vita, questo il binomio che fa da filo conduttore al presente Quaderno e su cui si sviluppa la sfida più alta che l'Associazione Scienza & Vita sente propria: la sfida educativa, quella che coinvolge la responsabilità e la lungimiranza di una scelta di campo in favore della persona, della relazione interpersonale, delle scelte e delle prospettive esistenziali.
Una scelta di campo che, nell'impegno culturale dell'Associazione, offre uno spazio di riflessione, di confronto e di dibattito culturale e scientifico, anche su problematiche relative all'esperienza ed al vissuto umano, in tema di affettività e sessualità. La meraviglia della generazione umana, La bellezza del rapporto interpersonale, Non è questione di pillole, Io Tarzan tu Jane, Fatti per amare, Baciami stupido! Questi alcuni dei temi raccolti in questo Quaderno.