Le apparizioni della Madonna a Fatima costituiscono un caso unico nella storia della Chiesa e dell'umanità: non esiste nessun'altra profezia pubblica di Maria, autenticata dal "miracolo del sole" e ufficializzata dalle autorità ecclesiastiche. In particolare, è il cosiddetto "terzo segreto" di Fatima ad aver suggestionato per decenni l'opinione pubblica. Papa Giovanni Paolo II decise di rivelarlo il 13 maggio del 2000: era la visione di un "vescovo vestito di bianco" che sale in mezzo ai cadaveri verso una croce, dove viene ucciso da alcuni soldati. Papa Wojtyla collegava esplicitamente la visione all'attentato del 13 maggio 1981. In questo libro si indaga sulle contraddizioni della versione ufficiale e sulle interpretazioni del segreto.
INTRODUZIONE
di Antonio Socci
Una sorprendente scoperta
Il 13 febbraio 2005, nel Carmelo di Coimbra, all'età di 98 anni, muore suor Lucia dos Santos, l'ultima dei veggenti di Fatima, custode del più grande e terribile fra i segreti del Novecento. È morta il giorno 13, lo stesso che la Madonna aveva scelto per le apparizioni di Fatima.
Due giorni dopo, diretto a Perugia, mi fermo per una sosta a un caffè sul lago Trasimeno. Prendo il «Corriere della Sera» appena acquistato all'edicola, seduto davanti a quelle placide acque lo apro, leggo e trasecolo. Lo scrittore cattolico Vittorio Messori pubblica in prima pagina un articolo intitolato: «Segreto di Fatima, sigillata la cella di suor Lucia».
Fa qualche cenno enigmatico ai tanti scritti e alle «lettere ai papi» che la veggente ha lasciato e poi parla del famoso Terzo segreto svelato dal Vaticano nel 2000 «che, però, ben lungi dal dissipare il mistero» secondo lo scrittore cattolico «ne ha aperti altri: sulla interpretazione, sui contenuti, sulla completezza del testo rivelato».
Altro non diceva in quell'editoriale ed era un peccato, perché la «notizia», buttata là con nonchalance, mi parve una bomba che avrebbe meritato molto di più. Anche per l'autorevolezza di quella firma: Messori è un grande giornalista, eccezionalmente scrupoloso, è il saggista cattolico più tradotto nel mondo e mai si avventurerebbe ad accennare a cuor leggero simili «sospetti» sul Vaticano. In quell'articolo non si diceva se, quando e perché uno co-me lui, molto vicino alle stanze vaticane, si era persuaso che la versione ufficiale non convinceva. Non conosco il suo parere attuale. Cinque anni prima, al momento dello svelamento del segreto, Messoti non aveva manifestato dubbi. Avevo conservato ancora il suo editoriale, sul «Corriere della Sera» del 25 giugno 2000, intitolato «Fatima senza più segreti». Tutto sembrava filare.
Dunque io reagii al nuovo articolo di Messori con una polemica giornalistica in cui difendevo a spada tratta le ragioni del Vaticano, attaccavo (ingenerosamente soprattutto verso i tradizionalisti) lo scrittore e liquidavo tutte le dietrologie sui documenti inediti. Certo, sapevo che dopo la fatidica rivelazione del Terzo segreto fatta nel 2000, in ambiente curiale avevano cominciato a circolare dubbi, sospetti, voci e osservazioni critiche. Che trovavano espressione pubblica nei circoli tradizionalisti. Ma non avevo mai prestato attenzione a queste loro pubblicazioni perché le ritenevo originate dalla «scottatura» di un Terzo segreto che smentiva tutte le loro previsioni «apocalittiche».
Tuttavia mi colpì l'articolo di un giovane studioso cattolico, Solideo Paolini, su una rivista tradizionalista, in cui venivo preso di mira proprio io. Lui entrava nel mio dibattito con Messori su Fatima e — con piglio polemico — enucleava una serie di argomenti alquanto demolitori della versione ufficiale vaticana (che era anche la mia). In sostanza — secondo Paolini, che subito dopo ha pubblicato le sue tesi nel libro Fatima. Non disprezzate le profezie— il Vaticano continua a nascondere la parte principale del Terzo segreto, negandone addirittura l'esistenza per il suo contenuto esplosivo. Gli argomenti di Paolini sono seri ed equanime è il suo atteggiamento. Meno fondati e meno rispettosi appaiono altri libri.
A me non pare giusta la scelta della Curia e dei media cattolici di ignorarle e tacere, soprattutto dopo aver letto il tenore durissimo delle loro accuse al Vaticano. Per esempio, in un volume curato da padre Paul Kramer, che riunisce i lavori di diversi autori, si denuncia la mancata accoglienza da parte del Vaticano delle richieste della Madonna di Fatima e si afferma che «il prezzo dell'indecisione del Vaticano potrebbe essere elevatissimo e verrebbe pagato dall'umanità intera».
Ritenevo che, se non venivano subito dissolti i sospetti e confutate queste accuse, prima o poi sulla Chiesa si sarebbe abbattuta qualche tempesta analoga e forse più tremenda di quella scatenata sui «silenzi di Pio XII» o sulle tesi di Dan Brown.
Le «armi polemiche» mi sembravano già tutte pronte (seppure per il momento sconosciute ai media e al grande pubblico): depositate negli «arsenali» dei tradizionalisti, ma a disposizione di chi avesse voluto sferrare un attacco pesantissimo sul Vaticano. Per esempio il veemente j'accuse di Laurent Morlier dal titolo perentorio: Il Terzo Segreto di Fatima pubblicato dal Vaticano è un falso. Analizzando questa letteratura — oltre a ciò che circola in internet — mi sono reso conto che le domande senza risposta sono tante, in tutta la vicenda di Fatima, e si colorano di «giallo». Forse il giallo più affascinante e drammatico del nostro tempo perché non coinvolge solo Vaticano, grandi potenze, servizi segreti e certi oscuri apparati di potere, ma ciascuno di noi e lo stesso destino prossimo dell'umanità e della Chiesa.
Per esporre le racioni del Vaticano e confutare quella pubblicisti-ca ho cercato esponenti di Curia come il cardinal Bertone, oggi segretario di Stato vaticano, che fu al centro dello svelamento del Segreto nel 2000 (certo con un compito delicato e pesante che merita comprensione). Il prelato, che pure mi gratifica della sua considerazione personale, avendomi invitato a tenere conferenze nella sua ex diocesi genovese, non ha ritenuto di rispondere alla mia richiesta di un colloquio. Scelta che ovviamente aveva tutto il diritto di fare, ma che purtroppo alimenta il timore che ci siano domande che imbarazzano e che vi sia soprattutto qualcosa (di grave) da nascondere.
Ho cercato comunque di capire le ragioni del Vaticano per controbattere alle accuse degli ambienti «fatimiti». Ho indagato sugli elementi concreti e attendibili di critica che la letteratura tradizionalista propone, purtroppo sepolti in una quantità di teoremi, invettive, assurdità e anche «si dice» senza alcun riscontro. Ho colto certe loro contraddizioni, smontando alcune tesi, ma alla fine mi sono dovuto arrendere. Anche grazie alle rivelazioni di un testimone autorevole che ha fornito una notizia preziosa. Non mi aspettavo la scoperta di un colossale enigma, di un mistero che attraversa la storia della Chiesa del Novecento, qualcosa di indicibile, di «agghiacciante» che ha letteralmente terrorizzato i diversi pontefici che si sono succeduti in mezzo secolo, qualcosa che certamente riguarda la Chiesa, ma anche il futuro prossimo nostro e dei nostri figli.
Qui racconto il mio viaggio nel più grande mistero del XX secolo ed espongo il risultato a cui onestamente sono pervenuto. Risultato che sinceramente contraddice le mie convinzioni iniziali (il lettore noterà questa evoluzione e questo cambiamento di giudizio dalle prime pagine alla conclusione) e mi ha sorpreso e anche impressionato. Traccio infine un'ipotesi sul perché di questi eventi che apre però alla speranza. Che fa trasparire — accanto alla miseria degli uomini di Chiesa (con i limiti di noi tutti) — la grandezza divina della Chiesa e fa toccare con mano la presenza viva e reale di Gesù Cristo e di sua Madre, qui oggi, fra noi. In nostro soccorso. Nessuno ovviamente è obbligato a credere a eventi soprannaturali come quello accaduto a Fatima, ma nessuno un giorno potrà dire che non sapeva.
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
1. Accadde a Fatima e a Roma...
«Maria ha parlato aí piccoli, ai minori, ai senza voce, a quelli che non contano, in questo mondo illuminato, pieno di orgoglio, di sapere e di fede nel progresso, ma che è anche un mondo pieno di distruzioni, pieno di paura e disperazione» - Joseph Ratzinger (Fatima 1996)
Cronaca di un evento unico
Una vicenda straordinaria, senza uguali nella storia, è iniziata a Fatima, in Portogallo, nel 1917, e si è dipanata nel corso di tutto il Novecento. È qualcosa che ha già avuto e può ancora avere conseguenze di enorme importanza per l'umanità intera, non solo per i cristiani. Al centro di tutto c'è un messaggio segreto che — secondo la Chiesa Cattolica — proprio la Madonna, il 13 luglio 1917, consegnò ai piccoli Lucia dos Santos, Giacinta e Francesco Marto.
Il misterioso messaggio — diventato celebre come Terzo segreto di Fatima — fu trascritto da suor Lucia su un semplice foglio di carta. In quelle righe è contenuto l'avvertimento profetico che la Madre di Cristo, con un'iniziativa del tutto eccezionale, ha dato alla Chiesa e al mondo sul futuro prossimo dell'umanità, per scongiurare tragedie inimmaginabili e per la sua salvezza. Un grande intellettuale cattolico come Jean Guitton ne parlava a Paolo VI in questi termini: «Santo Padre, Fatima è più interessante di Lourdes: è insieme cosmica e storica... cioè legata alla storia della salvezza, alla storia universale».