@Wordinprogress
4. Il Direttore risponde
Alcune valutazioni e proposte
su Servizio della Parola
I nostri modi di dire
50. Felici come una Pasqua
1. La felicità ragionevole e possibile (A. Carrara)
2. La gioia nel Vangelo (P. Mascilongo)
3. Felici come una Pasqua (S. Passeri)
Veglia vocazionale per giovani
Cosa devo fare per essere felice?
(C. Cremonesi)
Tempo pasquale 2024
31 marzo / 19 maggio
Pasqua di risurrezione (L. Flori, V. Brunello, R. Laurita)
2ª domenica di Pasqua (L. Flori, V. Brunello, R. Laurita)
3ª domenica di Pasqua (L. Flori, V. Brunello, R. Laurita)
4ª domenica di Pasqua (L. Flori, V. Brunello, R. Laurita)
5ª domenica di Pasqua (L. Flori, V. Brunello, R. Laurita)
6ª domenica di Pasqua (L. Flori, V. Brunello, R. Laurita)
Ascensione del Signore (L. Flori, V. Brunello, R. Laurita)
Domenica di Pentecoste (L. Flori, V. Brunello, R. Laurita)
4.
Il Direttore risponde
Alcune valutazioni e proposte
su Servizio della Parola
Carissimo Direttore,
sono abbonato da una decina d’anni (forse più) alla rivista e
vi ho sempre trovato un bel contributo per la riflessione sulle
letture e per la preparazione dell’omelia domenicale.
Apprezzo i commenti di solito concisi e chiari sia a livello esegetico
che omiletico. In taluni commenti esegetici si usa un linguaggio
a volte un po’ troppo “tecnico” o “ecclesialese”, che
perde in chiarezza.
Talvolta ho letto anche i contributi dei dossier su tematiche
della predicazione e dei sussidi su iniziative pastorali. Ho apprezzato
il tentativo di collegare la parola di Dio con le sfide
culturali di oggi, con contributi specifici. Mi sembra molto
buono l’accompagnamento dell’anno liturgico.
Terrei più presente, nei commenti, anche le giornate specifiche
fisse: giornata missionaria mondiale, giornata della parola di
Dio, della carità del papa, dei nonni e anziani, dei poveri, dei
migranti e rifugiati. Forse si potrebbe offrire una riflessione su
alcuni temi specifici, in questo tempo di discernimento sinodale.
Offro tre esempi.
– Bambini ed eucaristia: quale tipo di adattamento è possibile
per i più piccoli?
– Liturgia della Parola domenicale ed eucaristia domenicale:
come salvare le reciproche caratteristiche?
– Giovani e liturgia eucaristica: come offrire una messa che
esprima il sentire e le modalità espressive dei giovani?
Grazie per il lavoro tuo e della tua équipe.
don Maurizio Fabbri
Carissimo don Maurizio,
ti ringrazio per la semplicità e chiarezza della tua riflessione
su Servizio della Parola. Tocchi molti punti importanti e offri
prospettive interessanti. Mi soffermo particolarmente sulla tua
prima osservazione, accogliendo con soddisfazione il tuo giudizio
sui nostri commenti esegetici al Lezionario domenicale.
Al cuore della nostra rivista c’è la parola di Dio, specialmente
quella che risuona ogni domenica nelle nostre comunità. L’obiettivo
è offrirne commenti che sappiano mediare la ricerca
propria dell’esegesi in una forma comprensibile a tutti, senza
stancare il lettore con passaggi argomentativi o linguaggi tecnici,
che sono certo necessari per i contributi scientifici ma che possono
pregiudicare la possibilità di una comunicazione più ampia.
Trovare questo equilibrio non è un compito facile per l’esegeta
e richiede una specifica competenza, acquisita sul campo della
comunicazione pastorale, con una costante attenzione alle forme
e ai linguaggi. È il frutto di un’ascesi che comporta la rinuncia al
narcisismo dei metodi e alla pretesa di una spiegazione completa.
Si tratta di dare gratuitamente, con poca spesa e fatica per il
lettore, quella perla preziosa che rappresenta la meta di decenni
di lavoro intellettuale ed è al contempo l’ispirazione e motivazione
profonda di tanta fatica.
Viene in mente quel passo di Isaia: «O voi tutti assetati, venite
all’acqua, voi che non avete denaro, venite, comprate e mangiate;
venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte»
(Is 55,1). Non è scontato esprimere questa liberalità, che spoglia
l’accademia del suo carattere esclusivo ed espone senza filtri il
nucleo incandescente della passione esegetica: la comunicazione
della Parola. Se poi il lettore non apprezza la fatica che c’è
dietro, che importa? Ciò che a noi preme è che si rinnovi in lui
o in lei il gusto della Parola e che possa far propria quella nuova
comprensione, per donarla ad altri, in diverse modalità e contesti,
compreso quello liturgico.
Il nostro desiderio è che un abbonato di Servizio della Parola
sappia di trovare nella rivista un frutto sicuro e profondo, senza
doverlo scovare con fatica in una frase di un commentario, pescata
dopo pagine di ricerca delle fonti, analisi filologiche o studi
narratologici. Se poi il nostro lettore, ispirato da questo frutto,
sentirà nascere in lui il desiderio di un confronto serio con un
commentario, per la propria preparazione personale, allora saremo
davvero soddisfatti, perché l’impulso alla comunicazione
del Vangelo sarà consolidato dalla ricerca di una maggiore profondità.
Questa non è una meta facile e forse non sempre siamo riusciti
a raggiungerla. L’impegno si rinnova oggi, nel solco di una
lunga e importante tradizione, che ha saputo mettere a frutto i
migliori sforzi dell’esegesi italiana, storicamente attenta a coniugare
ricerca e pastorale.
Tutti gli altri punti che citi, carissimo don Maurizio, sono molto
importanti e andrebbero sviscerati uno per uno: preferiamo
farlo nei prossimi numeri, in modo da non trascurare nulla per
motivi di spazio.
Solo un accenno mi riservo al tema del rapporto tra liturgia
della Parola ed eucaristia e al tema dell’accompagnamento dei
giovani e delle famiglie nella Parola e nella liturgia. In un tempo
di ripensamento delle forme ministeriali e di riorganizzazione
della comunità cristiana sul territorio, il nostro contributo come
Servizio della Parola al cammino sinodale potrà essere anche
quello di offrire esperienze promettenti di mediazione pastorale
della parola di Dio, in grado di offrire una buona pedagogia,
rivolta in particolare ai giovani, alle famiglie e alle comunità in
attesa di presbitero.
don Davide Arcangeli