INDICE
Margareta Gruber – Stan Chu Ilo – Stephan van Erp,
Editoriale
Abstracts
I. Prospettive su teologia e chiesa in Africa 29
1. Chiesa e teologia in Africa
1.1 Stan Chu Ilo, Teologia e chiesa in Africa oggi
I/ Introduzione
II/ La teologia africana e la questione
dell’identità e dell’azione culturale
III/ Tempi nuovi e nuovo centro di attenzione
IV/ Storicizzare l’ecclesiologia africana
V/ Conclusione
1.2 Paul Gifford, La vulnerabilità
del cattolicesimo africano al pentecostalismo
I/ Il vangelo della prosperità
II/ L’immaginario incantato
1.3 William T. Cavanaugh, La situazione del disincanto
in Occidente . . . . . . . . . . . 66
I/ Paul Gifford su incanto e disincanto
II/ Incanto e religione 1.4 Esther Mombo, Alcune prospettive
sulla teologia africana womanist.
L’esempio del Circolo delle teologhe africane impegnate 79
I/ Il Circolo delle teologhe africane impegnate
II/ Cambiamenti climatici e altri temi caldi
1/ Una partecipazione significativa delle donne
al governo della chiesa
2/ Valutare e governare tra privilegi, potere e partnenariato
in una comunità di credenti e di collaboratori
3/ Risposte alle questioni emergenti nella chiesa
e nella società fondate sulla ricerca
4/ Metterci impegno e coerenza nella preparazione
della prossima generazione
5/ Riconoscimento, affermazione e creazione
di una sinergia di pensieri e doni differenti
2. Questioni inerenti la teologia africana
e la chiesa in Africa
2.1 Nkechi Lilian Iwuoha, Maria piange per le sue figlie,
vittime del traffico di esseri umani.
Le politiche di prevenzione in Nigeria
I/ Introduzione
II/ Definizione del problema
III/ Quadro teorico
IV/ Risultati
1/ Partecipazione della comunità
2/ Formazione e consapevolezza
3/ Sviluppo infrastrutturale
4/ Collaborazione intersettoriale
5/ La legislazione in campo educativo
V/ Conclusione
2.2 Solange Sia, Gli abusi commessi da membri del clero
in Costa d’Avorio. Osservazioni emerse
nel corso del ministero svolto sul campo
I/ La vittima silenziosa,
ovvero il peso della cultura
II/ Il volto della chiesa della Costa d’Avorio,
svelato dagli abusi
III/ Gli abusi: osservazioni in merito ai preti
della Costa d’Avorio
IV/ Conclusione
2.3 Lawrence N. Nwankwo, Aprire le tradizioni:
da evento a processo. Prolegomeni all’inculturazione
del rito del matrimonio presso gli Igbo
I/ Introduzione
II/ Una storia sociale del rito nuziale cristiano
III/ Aprire la tradizione
IV/ Riflessione conclusiva
3. Teologia e memoria nel cristianesimo africano
3.1 Simon Mary Aihiokhai, Reimmaginare
il futuro della chiesa in Africa
I/ L’Africa, un continente
che ha bisogno di nuove immaginazioni
II/ Verso un’ecclesiologia della speranza
rilevante per i nostri tempi
3.2 Marcel Uwineza, Immaginare le responsabilità
cristiane nella costruzione di una chiesa vitale
in Ruanda I/ Introduzione
II/ Una teologia a partire dai simboli
III/ Sfidare un cristianesimo della doppiezza
IV/ Contrastare comportamenti sociali
e strutture ingiuste
V/ L’impegno rispetto alla memoria:
smontare i pregiudizi
VI/ Conclusione
3.3 Jodi Mikalachki, I martiri della fraternità
del Burundi. Una testimonianza africana
per il mondo
I/ Storie africane, testimonianza africana
II/ Collettivo e anonimo
III/ Un martirio nascosto
IV/ Un valore che parla
V/ Una luce per illuminare le nazioni
II. Forum teologico: Recenti sviluppi
nella chiesa africana e in teologia
1. Nora K. Nonterah, Costruire una cultura
della sinodalità per l’Africa e a partire dall’Africa
I/ Introduzione
II/ Verso una cultura della sinodalità in Africa
1/ Il frutto di una collaborazione
2/ In dialogo con alcune intuizioni
tratte da A Pocket Companion to Synodality
III/ Verso una chiesa sinodale:
saggezza dalle chiese locali africane
IV/ Conclusione
2. Leonida Katunge, Camminare insieme
per una chiesa vitale in Africa e nel mondo
I/ Metodo per il congresso:
cultura dell’incontro, ubuntu e palaver africano
II/ Il messaggio del congresso
III/ Uno sguardo al futuro
3. Michael L. Budde, L’eresia del patriarca
I/ Introduzione
II/ Per Dio e per la nazione
III/ L’eresia del filetismo-etnofiletismo
IV/ Il Russkiy Mir e l’eccezionalismo russo
V/ Un pensiero conclusivo
Editoriale
Dal 28 al 31 luglio del 1969 ha avuto luogo, presso l’Istituto pastorale dell’Africa orientale di Kampala, in Uganda, il primo incontro del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (SECAM). Nel discorso d’apertura il primo presidente del SECAM, il cardinal Zoungrana, arcivescovo di Ouagadougou (Burkina Faso), faceva notare che i sei vescovi africani che si erano ritrovati a Roma, nell’aprile del 1968, per la riunione plenaria della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, avevano una domanda centrale in mente, e cioè: «Quali sono i problemi principali che deve affrontare la chiesa in Africa, nel nostro tempo?» (African Enchiridion, 274). Il cardinal Zoungrana individuava uno dei problemi nell’imposizione di piani e schemi pastorali provenienti da fuori Africa, e proponeva che il nuovo organismo episcopale panafricano affrontasse il problema e trovasse una soluzione volta a rafforzare l’autonomia e la comunione nella chiesa africana. Zoungrana parlò anche della crescita significativa della popolazione cristiana e della necessità di formare preti, religiosi e laici africani che si assumessero il compito di approfondire la fede dei cristiani d’Africa e di creare delle comunità ecclesiali forti nel continente. Il cardinale lamentava, tuttavia, anche la lentezza dello sviluppo economico africano; le tristi condizioni sociali rappresentavano una sfida per il continente, stretto tra
le tante forze mondiali che tendevano a dimenticarsi dell’Africa oppure a non curarsene se non in minima parte. Quel che colpisce, nel rileggere oggi il discorso del cardinal Zoungrana, è che avrebbe potuto essere pronunciato nel 2023: tutti i problemi che egli elenca guardando al 1969 sono ancora qui con noi, in Africa. Perché mai le chiese africane portano ancora il fardello degli stessi problemi che dovevano fronteggiare nel 1969, nel diverso contesto odierno, con le risorse che l’Africa può oggi vantare e che non c’erano allora? Questi problemi perdurano a causa di fattori esterni o perché gli africani, ora pienamente responsabili delle chiese e delle nazioni del continente, non sono stati capaci di trovare il giusto equilibrio nell’affrontare alcuni dei problemi, o addirittura tutti, allora elencati da Zoungrana? In tanti, compresi alcuni dei nostri autori e delle nostre autrici, metteranno in discussione l’affermarsi di un’organizzazione davvero africana nella chiesa e nello stato, in Africa, date le tenaci strutture coloniali e missionarie che rimangono l’asse portante su cui, nascostamente, poggiano la chiesa cattolica e molti Paesi africani. Altri/e ancora sosterranno che la gestione africana nella chiesa cattolica, per esempio, e le figure guida nella società africana in genere, hanno portato al fiorire di diverse spiritualità, di ministeri pastorali e sociali e a un forte impulso alla democratizzazione, all’attivismo sociale e al buon governo. Alcuni di questi temi sono già stati affrontati nel fascicolo 4/2006 di Concilium, dedicato alle Vie del cristianesimo in Africa, che trattava in particolare di questioni fondamentali di dottrina, del pentecostalismo in Africa, di inculturazione, delle comunità ecclesiali di base, di Bibbia e liturgia, di cura pastorale e salute, di vita religiosa, e dell’adattamento delle strutture ecclesiali. Questo nuovo fascicolo prende atto degli sviluppi della teologia e della vita pastorale in Africa. Con esso, uno degli obiettivi che ci poniamo è di trasmettere, grazie agli autori e alle autrici, alcune delle prospettive emergenti su chiesa e teologia in Africa. La rivista è il risultato dei dialoghi che sono scaturiti dalla collaborazione congiunta fra i curatori di Concilium e i teologi e operatori pastorali africani presenti al secondo congresso cattolico panafricano su teologia, società e vita pastorale, che si è svolto presso l’Università cattolica dell’Africa orientale, a Nairobi, in Kenya, dal 18 al 22 luglio 2022. I saggi qui raccolti si occupano delle diverse prospettive su alcune delle questioni e delle preoccupazioni più importanti nel cattolicesimo africano contemporaneo. Gli autori presentano queste prospettive prestando attenzione allo sviluppo della teologia africana dopo il Vaticano II, dopo il primo e secondo sinodo africano, alla luce dell’insegnamento magisteriale di papa Francesco, e nel mondo post-pandemia. Quel che appare evidente oggi è che ci troviamo a fronteggiare sfide nuove e complesse a livello globale, che hanno generato in molte nazioni nuove fonti di conflitto e di tensione nel mezzo di difficoltà economiche, crisi energetiche, guerre, nazionalismo crescente, populismo, razzismo e in un contesto di agitazione e contrasti interni. In Africa queste sfide discendono da molti anni di lotta dei popoli africani per resistere alle forze di morte e di distruzione. In mezzo a tutto ciò, vi sono una forte speranza custodita nei cuori di tanti cittadini africani e una resilienza che continua a spingerli a lavorare per un nuovo futuro. Tutto questo s’incarna in maniera unica nelle risorse delle donne africane e nel dinamismo dei giovani. Papa Francesco ha colto questo sentimento nell’incontro virtuale [promosso dalla DePaul University] avuto con i giovani africani nel giorno di Ognissanti del 2022, quando ha detto loro: L’Africa non è stata creata per essere sfruttata. L’Africa non dev’essere vista come una sottocultura; ha le proprie ricchezze, non solo per le numerose risorse naturali, non solo per le sue bellezze; ha i suoi esseri umani, e voi giovani africani dovete apprezzare la ricchezza che rappresentate. È dalla profondità delle ricchezze della spiritualità africana, della teologia, delle tradizioni sinodali e dagli incontri dell’Africa con il vangelo nel contesto odierno, che emergono le prospettive sulla teologia e la chiesa negli scritti di chi ha collaborato a questo fascicolo. La prima parte, sul tema della chiesa e della teologia in Africa, inizia con il saggio di Stan Chu Ilo; egli sostiene che […]