PRESENTAZIONE
1. Accogliendo la sfida della interdisciplinarità e della transdisciplinarità
(cf. Veritatis gaudium 4), il fascicolo monografico del 2022 è dedicato
da Asprenas ai temi della creazione, della persona e dell’intelligenza
artificiale, non solo a motivo della loro attualità, ma anche in ragione della
singolare opportunità che essi offrono di mostrare la fecondità e la
complessità del rapporto tra scienza, filosofia e teologia. L’incontro tra
saperi diversi è un’istanza assolutamente prioritaria in un tempo nel quale
appare quanto mai forte il rischio della frammentazione delle scienze.
Tale istanza risulta ancor più urgente quando si ha a che fare con questioni
che toccano direttamente, e con sempre maggiori aspettative, le
possibilità di intervento umano sulla natura in generale e sull’uomo in
particolare.
Come papa Francesco diceva ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio
Consiglio della Cultura il 18 novembre 2017, ricordando Paolo VI,
«rimane sempre valido il principio che non tutto ciò che è tecnicamente
possibile o fattibile è perciò stesso eticamente accettabile. La scienza, come
qualsiasi altra attività umana, sa di avere dei limiti da rispettare per
il bene dell’umanità stessa, e necessita di un senso di responsabilità etica.
La vera misura del progresso è quello che mira al bene di ogni uomo
e di tutto l’uomo [cf. Populorum progressio 14]». E così, la ripresa
di un dialogo tra scienziati, filosofi e teologi – dopo secoli di diffidenza,
di indifferenza o, perfino, di dichiarata ostilità – sembra quanto mai
indispensabile sulla base della comune attenzione alla costruzione dell’umano
e di un mondo più umano, oltre che nella condivisa ricerca del
bene comune, per quanto, anche in questo senso, la strada da percorrere
risulti ancora lunga, data la difficoltà di individuare paradigmi antropologici
ed etici che siano ritenuti validi dai diversi attori del dialogo.
2. Posto che la scienza e la tecnologia hanno consentito di allargare
i confini della conoscenza che l’uomo ha della natura – e questo è senza
dubbio un dato al quale guardare in maniera positiva e grata –, occorre
chiedersi se esse siano di per sé chiamate a permettere all’uomo
un costante superamento dei limiti che gli sono imposti dalla natura oppure
se sia l’uomo a dover stabilire i limiti entro i quali esse devono
muoversi e, nel caso in cui a essere accolta sia la seconda ipotesi, in cosa
tali limiti consistano. E diversi sono ancora gli interrogativi da porsi:
cosa significa “persona”? Cosa si intende per promozione umana? Che
cosa rende il bene veramente “comune”? Evidentemente le risposte a
tali domande sono molteplici e tutt’altro che univoche: eppure la complessità
del confronto non può in alcun modo costituire, soprattutto per
il credente, un alibi per sottrarsi alla fatica del dialogo.
Entro questo quadro generale, si colloca il presente volume, che raccoglie
sei contributi di tenore molto diverso tra loro e che vanno dalla
scienza alla teologia, dalla filosofia all’etica e al diritto: esso risulta idealmente
strutturato in due parti, delle quali la prima è incentrata su questioni
relative prevalentemente alla cosmologia, mentre la seconda è dedicata
alle questioni del potenziamento umano e dell’intelligenza artificiale.
Ciascuna delle due parti si apre con un contributo di carattere generale
e introduttivo, che intende aiutare il lettore, anche quello meno
esperto, a entrare nel vivo delle questioni dibattute (quelle di ordine cosmologico
e quelle relative all’intelligenza artificiale, appunto), cercando
di coglierne i nodi essenziali all’interno del dibattito tra scienza, filosofia
e teologia.
3. Il contributo di EDOARDO CIBELLI funge da introduzione generale
al volume: l’autore individua nella creazione/evoluzione, nelle neuroscienze
e nel potenziamento umano alcuni dei temi di maggiore attualità
nel dialogo tra saperi e riconosce nella Teologia fondamentale la
branca del sapere teologico che, prima e più di ogni altra, è in grado di
dialogare con le scienze umane e naturali, in ragione del suo ruolo di
fondamento e di frontiera.
Accogliendo la sfida del dialogo tra saperi, IVO COELHO si propone
di mostrare che creazione ed evoluzione non si escludono a vicenda
– come peraltro anche il magistero più recente ha più volte ricordato –,
nella misura in cui la prima si propone come risposta alla domanda sull’origine
di tutto ciò che è, mentre la seconda va intesa soprattutto come un’ipotesi
attraverso la quale tentare una spiegazione dell’intelligibilità
immanente all’universo, il cui sviluppo può essere colto, secondo quanto
suggerito da Bernard Lonergan, come una successione di realizzazioni
probabili di possibilità.
Sulla creazione si sofferma anche ROBERTO GALLINARO, il quale, nel
suo ampio studio si propone di verificare la “tenuta” di alcune acquisizioni
della metafisica classica (particolarmente di quella tomista) di
fronte alla variabilità che caratterizza le più recenti teorie astrofisiche.
4. Il contributo di LUCIO ROMANO segna il passaggio alla seconda
parte del volume, offrendo alcune chiarificazioni sull’intelligenza artificiale
e sulle possibili definizioni che di essa vengono proposte: le diverse
questioni che l’intelligenza artificiale pone alla riflessione etica e al
modo di intendere l’umano – ivi incluse le questioni riguardanti le tecnologie
digitali – richiedono che dignità della persona, giustizia, sussidiarietà
e solidarietà non vengano smarrite come paradigmi di riferimento
mediante i quali le tecnologie possono mettersi realmente al servizio
di ogni persona nella sua integralità.
Il rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza è ancora al centro
del saggio di CLOE TADDEI FERRETTI, il quale, ponendosi in continuità
con il precedente, affronta la questione dal punto di vista filosofico,
a partire da una chiarificazione dei termini in esame e insistendo –
grazie anche al richiamo agli studi di Lonergan – sulla capacità di autotrascendimento
propria dell’uomo.
Chiude la rassegna ANTONIO FODERARO, il quale si occupa delle implicazioni
etico-giuridiche delle nuove tecnologie, particolarmente di
quelle legate alla robotica e all’intelligenza artificiale, collocandole all’interno
della più ampia questione del rapporto tra l’uomo e la tecnica,
alla quale Martin Heidegger ha dedicato pagine che, per la profondità
delle intuizioni, risultano ancora profondamente efficaci.
Ci auguriamo che il presente fascicolo, denso e complesso – soprattutto
per i non addetti ai lavori –, possa risultare per i nostri lettori
un utile contributo a quella riflessione sull’uomo che, nella sua perenne
attualità, si trova oggi ad affrontare nuove sfide, che mettono a rischio
l’integrità e la dignità della persona umana.
GIANPIERO TAVOLARO