INDICE
Editoriale
2 F. Dossi – A. Colzani
Quando un valore sembra deprezzarsi
Studi
5 E. Curzel
Sposarsi nella storia
8 P. Mirabella
Come interpretare la crisi?
15 A. Bozzolo
Un “sacramento anomalo”?
20 V. Trapa ni
Esigenze rituali e desideri degli sposi
25 E. Massimi
La musica e il canto
nelle celebrazioni nuziali
31 G. Benatt i
Il sogno di una coppia… speciale
36 W. Ruspi
La preparazione al matrimonio:
corso o percorso?
42 G. Tornambè
Sposarsi in (quasi) tutte le lingue
del mondo
48 M. Baldacc i
“Sposarsi” in tre
Formazione
53 L . Palazzi – L. Balugani
Ars celebrandi: celebrare con cordialità
4. La competenza somatica
58 N . Toschi
Una Chiesa, molti doni e ministeri
4. Il ministero del lettore
63 R . Martinucci
I mestieri della liturgia
4. Il designer
69 A. Join-Lambert
La Liturgia delle Ore:
preghiera della Chiesa
4. Quando?
Asterischi
74 D. Piazzi
Il Lezionario
4. Il primato della Parola
EDITORIALE
Francesca Dossi – Alfonso Colzani
Quando un valore
sembra deprezzarsi
Il nonno Angelo era un finissimo artigiano intagliatore, formatosi a una prestigiosa scuola d’arte a inizio ’900. Costruiva mobili di pregio, arricchendoli di intarsi, bronzi e marmi, con tanta meticolosita e precisione. Qualche anno fa, le figlie ormai novantenni dovettero vendere casa e gli amati mobili. Si aspettavano che il dolore per la separazione potesse essere almeno lenito dall’apprezzamento di qualche appassionato compratore e, perche no, da un congruo corrispettivo in denaro. Grande fu la delusione quando, dopo mesi di ricerca di un acquirente – nemmeno i nipoti vollero quei ‘tesori’ – alcuni furono svenduti a prezzi irrisori, altri furono ritirati da una cooperativa sociale che, per di piu, chiese soldi per lo sgombero. Si perdoni il riferimento biografico, ci si e presentato un po’ per analogia: i dati sulla celebrazione del matrimonio cristiano ci hanno suscitato lo sgomento delle zie, in quanto custodiamo tesori di famiglia che pare non interessino piu e questo ci fa soffrire perche per esperienza ben conosciamo il loro valore. La congiuntura odierna ci chiama cosi alla sofferta presa d’atto che per i nostri contemporanei il matrimonio cristiano e un po’ come i mobili in stile: semplicemente non vanno piu, non piacciono e le case sono troppo piccole per contenerli. L’analogia – centrata sulla dimensione affettiva – termina qui. Ci aiuta a capire che, collocato sullo sfondo di questo lutto, il fascicolo si mostra coraggioso nello scegliere di affrontare il tema dello sposarsi, oggi faticoso e negletto, come i contributi di taglio storico e sociologico mostrano. Il tenore della sfida e quasi drammatico, ci dicono. Fortunatamente gli altri interventi, ciascuno con il suo taglio specifico, confortando, ricordando e mettendo a punto architettura, ragioni e bellezza del sacramento e della sua celebrazione, sembrano dire: Venite pure, noi siamo pronti, abbiamo tante cose buone e nutrienti da donare. Si, le comunita sono pronte. O meglio all’interno di esse molte coppie e preti sono dediti alla pastorale familiare e spesso hanno proposte di valore, accompagnano con passione e affetto, si prendono cura e fanno star bene i nubendi, preparano al futuro, lasciano una persistente eredita di ricordi luminosi. Tuttavia, le coppie sempre meno si accostano alle comunita e, da quanto ascoltiamo dai nostri studenti delle scuole superiori, non sembra che il futuro prepari cose migliori. Cosi possono tornare alla memoria le parole di Gesu: Come avvenne nei giorni di Noe, cosi sara nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noe entro nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti (Lc 17,26-27). Il loro tono apocalittico, che si riferisce a un prendere che e sotto il segno del male, perche allora la malvagita degli uomini era grande sulla terra (Gen 6, 5), ci puo tentare rafforzandoci nella condanna di una generazione persa fra peccati e vizi postmoderni, segno certo dell’avvicinarsi della fine dei tempi. Pensiero desolante e invasivo, che puo farci dimenticare che da allora Dio ha mutato il suo cuore; si legge infatti poco piu sotto: Non sara piu distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, ne il diluvio devastera piu la terra (Gen 9,11): anche questa e una generazione benedetta e il cristianesimo la puo attraversare e fecondare come ha fatto per le centinaia che l’hanno preceduta. Non ci sara un altro diluvio a lavare il male della terra, e questo sia uno sprone ad alzare lo sguardo al fine di cercare un nuovo futuro per i nostri tesori e i nostri giovani. Probabilmente non si trattera tanto di soffermarsi a ri-lucidare l’argenteria di famiglia, piuttosto di adoperarsi per rendere possibile anche per questa generazione l’abitare la casa ecclesiale. E il kairós del cammino sinodale e del riequilibrio dei generi ci offre due poderose occasioni per ristrutturare casa e renderla piu accessibile e funzionale. I due temi sono intrecciati e rappresentano due ambiti nei quali la Chiesa e in grave ritardo nel testimoniare il kérygma evangelico. Anzitutto duole constatare che l’approccio dottrinale e pastorale alla vita sessuale e ancora di fatto ampiamente sbilanciato in un’ottica di interdizione e tabu che allontana da un reale dialogo con le giovani generazioni. L’ascolto sinodale si propone cosi come imperdibile occasione in vista dell’articolazione di una morale familiare che non resti cieca davanti alle nuove costellazioni sociali (convivenze, divorzi, dilazione e rarefazione della responsabilita genitoriale), trovando nuove parole progettuali. Parimenti ci auguriamo che il percorso sinodale operi sulla mentalita e sull’architettura canonica e istituzionale, archiviando un clericalismo che e il pesante lascito dell’assetto sociale patriarcale in cui il cristianesimo si e incarnato storicamente, mantenendo un modello di governo (verticale) che risulta oggi estraneo all’autocomprensione dei piu. La questione non e solo quella di concedere spazi, ruoli e quindi visibilita ai laici e in particolare alle donne, ma di ristabilire il primato dell’equivalenza tra autorita e servizio. Una riforma anzitutto teologicamente dovuta, ma anche imprescindibile se vogliamo avere una chance per essere ascoltati dalle giovani generazioni. Rinnovare l’impianto ministeriale della Chiesa e quindi riattivare la pluralita dei carismi nella loro uguale dignita, promuove l’uscita del laicato dal ruolo passivo e marginale, riconoscendolo anche nei fatti attore centrale dell’azione testimoniale e di evangelizzazione cui e chiamata la Chiesa come popolo di Dio. Poter essere riconosciuti nel valore personale e testimoniale della propria condizione di vita, trovare un ruolo attivo e responsabile nella comunita, partecipare a una progettualita pastorale condivisa, godere di adeguato alimento spirituale per la vita quotidiana: una comunita che offre queste condizioni di pratica si dispone su un piano omogeneo rispetto all’autocomprensione esistenziale dei nostri giovani. Chissa che rimuovere barriere architettoniche, apparentemente remote rispetto al matrimonio sacramentale, non permetta almeno un incuriosito avvicinamento; a quel punto la mistagogia liturgica potra fare appieno la propria parte.