INDICE
Editoriale
Theology and University - Teologia e università. La ricorrenza degli 800 anni dell’Università di Padova
Andrea Toniolo
La cifra fondante dell’Università: Universa universis patavina libertas
Daniela Mapelli
focus Libertà di ricerca tra religione e università
Introduzione – Volontà di verità e volontà di potere. Oltre l’alternativa escludente
Leopoldo Sandonà
La teologia nelle università cattoliche tra orizzonte post-ecclesiale e paradigma tecnocratico
Massimo Faggioli
Facoltà teologiche, università e sfide globali: riflessioni
Roberto Tommasi
Logos biblico e logos filosofico. Una storia infinita
Silvano Petrosino
Angelo Gambasin (1926-1990), docente dell’Ateneo di Padova: il ricordo di un’allieva
Liliana Billanovich
Felicità, bene e verità. Intervista ad Antonino Poppi in occasione degli 800 anni dell’Università di Padova
Giulio Osto
Ricerche
La Facoltà teologica del Triveneto agli occhi dei suoi studenti. Risultati di un sondaggio online
Simone Zonato
temi e discussioni
Quale futuro delle chiese d’Occidente? Come re-inventare l’antica chiesa in un contesto sempre piú mondiale?
Gilles Routhier
Paradossale co-esistenza. Etica e sacro in dialogo a partire da Rudolf Otto
Leopoldo Sandonà
Il tema del silenzio nell’esperienza spirituale di Giuseppe Dossetti
Giancarlo Pivato
La fondazione della chiesa nella ecclesiologia di Hans Küng
Antonio Albanese
recensioni
Seewald Michael, Il dogma in divenire. Equilibrio dinamico di continuità e discon¬tinuità (G. Zambon)
Cognato Pietro, Morale autonoma in contesto cristiano. Il “caso serio” della Teologia morale (G. Trentin)
Bozzolo Andrea-Pavan Marco, La sacramentalità della Parola (L. Della Pietra)
Veltri Giuseppe, Il Rinascimento nel pensiero ebraico (M. Grusovin)
Candido Dionisio, Giuditta. Nuova versione, introduzione e commento (T. Lorenzin)
Pitta Antonio, Romans, The Gospel of God (A. Albertin)
segnalazioni
1. FILOSOFIA
Manzato Giuseppe, La coscienza della carità. Tracce di sociologia, filosofia, teologia (E. Riparelli)
2. RELIGIONI
Campanini Massimo, Maometto. L’inviato di Dio (M. Traversino Di Cristo)
Navon Moshe-Söding Thomas, Pregare Dio insieme. Un’interpretazione ebrai¬co-cristiana del Padre nostro (A. Bertazzo)
Catalano Roberto, Fra identità e pluralismo. Diario di un cristiano in dialogo con le religioni dell’India (G. Osto)
3. STORIA DEL CRISTIANESIMO
3.1 Biblico
Landi Antonio, Il Vangelo fino ai confini della terra. Testimonianza e missione negli Atti degli Apostoli (C. Broccardo)
4. TEOLOGIA
Pettinacci Mirko (cur.), Prendersi cura. Ricerche e riflessioni in tempo di fragilità (L. Tonello)
Caria Roberto, Cena a Betania. Una proposta teologico-conviviale per umanizzare ogni crisi sociale (G. Bozza)
Bellocq Arturo, Desiderare e agire. La razionalità pratica alla base della teologia morale (F. Magro)
Halík Tomáš, Pazienza con Dio (G. Osto)
Anelli Francesco, Teologia del popolo. Radici, interpreti, profilo (G. Zambon)
Solari Grégory, John Henry Newman. L’argument de la sainteté. Quatre variations phénoménologiques (A. Ramina)
Maceri Francesco (cur.), Il cristianesimo e l’Europa. Studi su Pavel Florenskij, Romano Guardini e John Henry Newman (A. Ramina)
191 libri ricevuti
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EDITORIALE
Theology and University
Teologia e università. La ricorrenza
degli 800 anni dell’Università di Padova
«In tutti i paesi, le università costituiscono la sede primaria della ricerca scientifica per il progresso delle conoscenze e della società». Il proemio di Veritatis gaudium (= VG 5), l’ultimo testo normativo del magistero sulle uni¬versità e facoltà ecclesiastiche (2018), ribadisce il ruolo della ricerca, svolta però nell’ambiente dell’università. La ricorrenza degli 800 anni dell’Uni¬versità di Padova è occasione propizia per riflettere sul rapporto tra teologia e università, paradossalmente proprio in un contesto, quello italiano, in cui dal 1873 le facoltà teologiche sono fuori dalle università statali, e in cui le otto facoltà teologiche extra Urbem non sono inserite in nessuna università. Il focus di questo numero di Studia patavina è dedicato a questa ricorrenza e alle varie implicazioni.
Nell’indirizzo di saluto (riportato dopo questo editoriale), la nuova ret¬trice dell’Università di Padova, Daniela Mapelli, menziona, come qualifiche proprie dell’Ateneo, due elementi: la «cifra fondante» della patavina libertas, e la collaborazione tra i saperi, per una «decifrazione costante e attenta» del mondo. Vale la pena sostare su questi due elementi.
Libertà e interazione dei saperi sono due condizioni fondamentali della ricerca, ben tematizzate anche da Veritatis gaudium quando parla di «libertà responsabile» e di «una forma “forte” di transdisciplinarità». Il tema della libertà della teologia, o meglio del rapporto intrigante tra teologia e potere, è al centro della riflessione di Massimo Faggioli: «Le sfide contro la liber¬tà del pensare teologico non sono piú soltanto e non piú principalmente quelle che derivano dal controllo ecclesiastico o dal controllo politico.
Libertà e interazione dei saperi sono due condizioni fondamentali della ricerca.
Derivano dalla dislocazione del potere» (p. 30), tra cui domina quello tec¬nocratico, rilevante non solo dal punto di vista economico e politico, ma soprattutto antropologico-sociale. La dissociazione avvertita tra teologia ac¬cademica e chiesa istituzionale ha in America sostanzialmente due ragioni, diametralmente opposte: la reazione anti-liberale cattolica (con fronte co¬mune contro papa Francesco) e la libertà del sapere teologico dalla chiesa istituzionale, in nome di una presunta scientificità. Tale dissociazione ha come conseguenza la perdita, per la teologia, del suo canone intellettuale e quindi la condanna alla sua irrilevanza. Si genera una teologia ideologica, incapace di interpretare i segni dei tempi. I due fronti opposti, che vogliono sottrarsi al “controllo ecclesiastico” (o per reazione o per libertà di pensiero), non sfug¬gono però al controllo di altri poteri, come quello politico ed economico (specie in America dove le università sono finanziate da sponsor privati).
In realtà, l’appartenenza a una tradizione di pensiero, quella cattolica, non rappresenta una privazione della libertà della teologia, ma la sua risorsa, il suo «canone intellettuale» (felice espressione di Faggioli), che in un certo senso la tutela di fronte ad altri poteri. Ovviamente il compito della razio¬nalità credente non è quello di ripetere tale tradizione, ma quello di mostra¬re la sua forza generatrice di senso, mediante un lavoro di aggiornamento o rinnovamento (come ha fatto il Vaticano II). Vengono in mente le parole di Chesterton: «La chiesa cattolica possiede una mappa della mente che sembra la mappa di un labirinto, ma che in realtà è una guida per orientarsi nel labirinto»1.
La finestra sul paesaggio teologico nord-americano evidenzia dinami¬che proprie di quel contesto, ma con forti ripercussioni anche sul nostro mondo, soprattutto quando si parla di libertà dei saperi.
In Europa il destino della teologia accademica sembra diviso in due bloc¬chi: quello mittel-europeo, dove la teologia è dentro le università statali (teologia piú “scientifica”), e quello latino-mediterraneo dove la teologia è fuori dal contesto universitario statale (teologia piú “ecclesiale”). Il primo rischia di essere irrilevante per la realtà pastorale (troppo accademico), il secondo per la realtà culturale (troppo pastorale).
La polarizzazione tra scientificità ed ecclesialità, tra Scilla e Cariddi, è in realtà costitutiva della teologia. La valenza “scientifica” (secondo l’ethos della ragione) della teologia sta nella sua ecclesialità: questo è il suo canone intellettuale, ovvero l’essere, in quanto logos, a servizio della verità che la chiesa custodisce, il vangelo, ben cosciente che tale verità non è una realtà astratta, anteriore o esterna alla storia. Il criterio «prioritario e permanente» della teologia è il kerygma (VG 4) o, meglio, la rivelazione di Dio in Gesú di Nazaret come buona notizia per il mondo, e il suo compito è quello, come ricorda Amoris laetitia, di «approfondire con libertà» le varie questioni dot¬trinali, morali, spirituali e pastorali di quel kerygma. Soprattutto in cambia¬menti epocali. I teologi non sono coloro che navigano solo quando il mare è calmo e piatto, ma anche quando c’è temporale e mare mosso; il buon teologo «ha un pensiero aperto, cioeincompleto, sempre aperto al maius di Dio e della verita, sempre in sviluppo» (VG 3). La fedeltà alla Parola, al di sotto della quale è lo stesso magistero, non significa vivere di rendita ma esplorare, per la storicità costitutiva della fede, le inattese vie di incontro tra kerygma e tutte le culture, anche con coraggio profetico.
La fedeltà alla Parola, al di sotto della quale è lo stesso magistero, non significa vivere di rendita ma esplorare, per la storicità costitutiva della fede, le inattese vie di incontro tra kerygma e tutte le culture, anche con coraggio profetico.
Lo stesso testo biblico ha una costituzione storico-ermeneutica: «la Bibbia domanda giustizia e discussione». Citando Lévinas, Silvano Petrosino mostra l’affinità tra il logos biblico e quello filosofico: la discussione, il con¬fronto, il dialogo come atto della polis, atto politico e di giustizia. Avere un logos, sia biblico oppure filosofico, significa saper rendere ragione di quel logos, nel dibattito pubblico. Il fatto che il Dio biblico abbia privilegiato la parola, si sia definito come “Verbo”, attesta l’esaltazione della parola umana: «la sua incarnazione nelle parole degli uomini non appare piú come il segno di un “adeguamento”, ma come l’evidenza di quella “esaltazione” che […] abilita ogni singolo uomo, a credere nel valore decisivo delle sue parole» (p. 48-49). Ma veniamo al secondo nodo cruciale, l’interazione dei saperi, su cui si sofferma il contributo di Roberto Tommasi.
La teologia ha «la responsabilità di interagire nello spazio pubblico della riflessione» (p. 32), mostrando la risorsa di senso che viene dal suo nucleo […]