Editoriale: Nuovi scenari
ENZO PACE
Lo stato della fede cattolica in Italia
DAVIDE GIRARDI
La fede nel Nord Italia
VINCENZO BOVA - DANIELA TURCO
La fede nel Sud Italia. Il caso della Calabria
ALESSANDRO CASTEGNARO
I giovani e la fede. Un nuovo modo di credere
ROBERTA RICUCCI
«Questione migranti» e identità religiosa degli italiani
LUIGI BERZANO
Le spiritualità «non religiose»
PAOLO ASOLAN
Quale pastorale della fede in Italia? Un’introduzione al tema
DOMENICO PIZZUTI
La chiesa nelle periferie sociali: Scampia
ROBERTO REPOLE
L’esperienza del Covid-19 come possibilità per riettere
Documentazione: La parola di Dio nel futuro dell’Europa (C.M. Martini)
Giovani in cerca di senso. Alcune evidenze di ricerca
(A. Castegnaro)
Editoriale
Nuovi Scenari
«Non possiamo non dirci cristiani», affermava Benedetto Croce.
«Non possiamo non dirci cattolici», avrebbe dichiarato la grande maggioranza
degli italiani fino ad alcuni decenni fa, parafrasando il filosofo.
Per lungo tempo, fu questa la percezione degli italiani nei confronti
della loro religione “di nascita”. Il cattolicesimo, infatti, rappresentava
il modo naturale e immediato di sentirsi religiosi degli italiani, i quali
pensavano alla religione solo attraverso di esso. A partire dal secondo
dopoguerra, però, la situazione iniziò a cambiare. Ma è soprattutto con
gli anni Ottanta del secolo scorso che l’Italia si scoprì “meno cattolica”,
ritrovandosi in un paesaggio religioso sempre più “plurale” e in rapido
mutamento: alle minoranze storiche già presenti (ebraiche, protestanti
e ortodosse) si aggiunsero nuove fedi, alcune delle quali totalmente
inedite.
Se, come osserva il sociologo Enzo Pace, «il cattolicesimo è stato e
continua, in parte anche oggi, a essere la cornice culturale della maggioranza
degli italiani», nella società odierna, certamente più “laica”
delle generazioni precedenti, sono intervenuti profondi mutamenti che
rendono quanto mai necessaria un’articolata riflessione sulle nuove dinamiche
del credere in Italia. Già da tempo, gli studiosi parlano di
eclissi del senso di Dio, del sacro o della religione, in un mondo secolare
(o post-secolare), in cui l’indifferentismo e l’agnosticismo sembrano
caratterizzare anche il panorama religioso italiano, sebbene in misura
diversa rispetto ad altri paesi occidentali. Mentre «piccoli atei crescono»
(Franco Garelli), a testimonianza del delicato rapporto delle giovani
generazioni con le religioni istituzionali, avanza l’individualismo religioso
che si esprime spesso in forme esasperate di “fai da te”, rivelando
una diffusa tendenza a mettersi in proprio in campo etico e religioso.
Emergono così modi autonomi di credere, sganciati dai confini tradizionali
delle religioni storicamente più radicate, all’interno dei quali
guadagnano interesse e consenso le «spiritualità senza Dio» (Luigi
Berzano). Detto altrimenti, si assiste all’affermarsi di un fenomeno
che non manca di esercitare un forte impatto sul modo di intendere
e vivere il rapporto con la dimensione spirituale: il sacro non è più
monopolio esclusivo delle istituzioni religiose, ma è ormai diventato
un ambito aperto alla libera – e perciò plurale – ricerca del soggetto
credente (Paolo Asolan).
Lo stesso papa Francesco si esprime in modo inequivocabile sullo
scenario che caratterizza il nostro tempo, distinguendolo nettamente
da un passato neppure troppo lontano: «Non siamo più in un regime
di cristianità perché la fede – specialmente in Europa, ma pure in gran
parte dell’Occidente – non costituisce più un presupposto ovvio del
vivere comune, anzi spesso viene perfino negata, derisa, emarginata e
ridicolizzata»1.
In questo panorama religioso, così cangiante e sfuggente, vive e opera
la comunità ecclesiale. Avviata sui sentieri della nuova evangelizzazione,
«la chiesa in uscita» non può più far affidamento esclusivo su stili e
processi di evangelizzazione che hanno “funzionato” in passato, ma superando
la logica del “si è fatto sempre così”, deve anzitutto comprendere
le profonde trasformazioni dei nostri giorni, farne oggetto di riflessione
alla luce del vangelo e dei segni dei tempi, e trarne le debite conclusioni.
Consapevole della grande portata delle novità che caratterizzano
il nostro tempo, il papa argentino ha più volte ricordato che «oggi non
viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cambiamento d’epoca»2.
In questo comune sforzo di intelligenza dei tempi nuovi e dei mutamenti
che li caratterizzano, si inserisce il presente fascicolo dedicato
alla fede e alla spiritualità degli italiani. Il cambiamento nel credere
in Italia è già stato oggetto di inchieste, analisi e pubblicazioni, più o
meno recenti. Numerosi e qualificati sono i contributi offerti soprattutto
dalla sociologia della religione, insieme a riflessioni di natura
più teologica e pastorale. Senza alcuna pretesa di esaustività e nella
consapevolezza della complessità delle diverse situazioni, «CredereOggi»
affronta la questione del rapporto tra gli italiani e il credere, assumendo
un approccio pluridimensionale, secondo lo stile proprio della rivista.
Alcune tematiche emergono con forza, mentre altre rimangono in sospeso
o sono soltanto accennate: ciò che interessa è individuare i nodi
problematici delle questioni trattate, cogliere le principali tendenze in
campo religioso in Italia oggi e negli ultimi decenni, offrendo spunti
per una discussione più “informata” e “riflessiva” su un aspetto fondamentale
della vita di un popolo e di un paese, vale a dire il rapporto
con la dimensione religiosa e spirituale dell’esistenza.
Il fascicolo si apre con un contributo di Enzo Pace, Lo stato della
fede cattolica in Italia. A partire dal secondo dopoguerra, in Italia si
sono verificati mutamenti profondi circa il modo d’intendere e vivere
le credenze e le pratiche che la chiesa cattolica propone. Le ricerche più
recenti pongono in evidenza un contesto in rapida evoluzione, […]