Sommario
Editoriale
I. MALAGUTI Giustizia ed economia. Per la costruzione di una civiltà di pace
Focus Giustizia ed economia. Per la costruzione di una civilta di pace
M. NICOLETTI Per una storia del concetto di oikos
V. NEGRI ZAMAGNI L’economia tra competizione e cooperazione: uno sguardo dal passato al futuro
G. GOISIS Oltre la globalizzazione. Etica ed economia
L. BRUNI Le molte dimensioni della cruna e del cammello.
Cristianesimo ed economia in prospettiva storica
Temi e discussioni
G. BOZZA Come gestire i beni temporali della chiesa. Alcune provocazioni a partire dal pensiero francescano
G. MAZZOCATO La forma incondizionata della volontà e la totalità dell’amore. Attualità teologica della teoria di Kant sulla morale
S. DUCHI Angelo e diavolo: ipotesi per un’elaborazione culturale del dramma tra grazia e libertà
Notiziario
P. ZAMPIERI Vita della Facoltà
Recensioni e segnalazioni
Libri ricevuti
ABSTRACT
MICHELE NICOLETTI, Per una storia del concetto di oikos. Il saggio ripercorre alcune tappe
della storia del concetto di oikos, non solo nell’antica Grecia, ma nel lungo periodo. La “casa”
(oikos, domus, casa, Haus), infatti, è l’unità fondamentale della vita associata, la base materiale,
sociale, culturale, della società dal neolitico alla rivoluzione industriale. Dalla rivoluzione francese
in poi si assiste a un declino della dimensione “domestica” come dimensione sociale cruciale
e, paradossalmente, all’affermarsi della dimensione della economia (oikonomia) extradomestica,
ossia del mercato in ogni sfera dell’agire umano. Oggi vi è un ritorno di interesse per la dimensione
dell’oikos che può rivelarsi fecondo, se non dimentica il fatto che l’oikos tradizionale era
caratterizzato da profonde disuguaglianze tra uomini e donne e tra liberi e servi (pp. 417-432).
For an history of the concept of oikos. This essay outlines some phases in the history of the
concept of oikos not only in Ancient Greece but also in long historical periods. The “house”
(oikos, domus, casa, Haus) is in fact the fundamental unit of social life, the material, social,
cultural basis of society from the Neolithic Age to the Industrial Revolution. From the French
Revolution onwards we observe the decline of the “domestic” character as a crucial social dimension
and paradoxically the affirmation of the extra-domestic aspect of the market economy
(oikonomia) in every sphere of human action. Today there is a resurgence of interest in the
dimension of oikos which can be fruitful if we do not forget that the traditional oikos implied
deep inequalities between men and women and between free men and serfs.
VERA NEGRI ZAMAGNI, L’economia tra competizione e cooperazione: uno sguardo dal passato
al futuro. Il saggio si propone in primo luogo di spiegare le radici dell’economia moderna
come economia di mercato volta al bene comune (economia civile) e la sua deriva capitalistica
(economia politica). In secondo luogo, viene analizzata la forma cooperativa d’impresa come
alternativa all’impresa capitalistica, discutendone le potenzialità e i limiti storici. In terzo luogo,
si mostra come la congiuntura degli ultimi trent’anni, che ha registrato le difficoltà crescenti
di un capitalismo fortemente deregolamentato, o “turbo-capitalismo”, nel mantenere l’economia
mondiale su un sentiero di stabilità inclusiva, faccia rinascere la necessità di rilanciare
un paradigma economico piú cooperativo, in cui allo scambio di equivalenti si accompagni la
reciprocità (pp. 433-444).
The economy between competition and cooperation: a view from the past to the future. This
article starts with an overview of the birth of the modern market economy as a civil economy
aimed at the common good and its drift towards a capitalist economy where individual profit
making is given central place inside the corporation. The birth of the cooperative form of enterprise
in the middle of the XIXth century was a way of contrasting the negative externalities
of capitalism, but for various reasons cooperative enterprises have remained marginal. The last
part of the article argues that the worsening of the perverse effects of “turbo-capitalism” in the
last thirty years can give more chances to cooperative enterprises and other civilly responsible
enterprises to flourish.
GIUSEPPE GOISIS, Oltre la globalizzazione. Etica ed economia. Il contributo inizia con un’indagine
sul significato della globalizzazione, distinta dal “globalismo”, progetto ideologico e
“narrazione”. Gli interrogativi riguardano la situazione odierna della globalizzazione: spenta, o
inceppata temporaneamente? S’illustra poi una nuova caratteristica del capitalismo: il controllo
e la sorveglianza universale; di fronte alla riduzione delle libertà personali e all’accrescersi delle
disuguaglianze, anche per la circolazione di Covid-19, si chiariscono alcune urgenti istanze
dell’uma nità contemporanea, che esigono un rigoroso apprendistato riflessivo e un’integrazione
etica dell’economia, via diversa da ogni scorciatoia moralistica. Infine, si delineano alcune prospettive
per una ripresa del cammino, in vista di un futuro sostenibile per l’uomo e la terra
(pp. 445-457).
Beyond globalization. Ethics and economics. This contribution begins analyzing the meaning
of globalization as differing from “globalism”, ideological plan and story-telling. The questions
regard the current situation of globalization which is now put out or temporarily blocked. Then
the paper goes on describing a new feature of capitalism: its universal control and supervision.
Considering the reduced individual liberty (also due to Covid-19 epidemics) this paper
enlightens the urgent demands of today’s mankind leading to a deep reflection and an ethic
integration of economy differing from any moralistic shortcut. Finally this paper outlines a few
points of view for the reopening of a route looking forward to an eco-friendly future for man
and the earth.
LUIGINO BRUNI, Le molte dimensioni della cruna e del cammello. Cristianesimo ed economia in
prospettiva storica. Il capitalismo somiglia sempre piú a una religione, una religione che, in Occidente,
ha preso il posto del cristianesimo, volando, come il cuculo, nel suo nido. Il capitalismo ha
sempre avuto un rapporto complesso con l’umanesimo cristiano. Tanto si è scritto e discusso sulla
pretesa natura cristiana dello spirito del capitalismo (Weber, Fanfani). Dimenticando che dire che
il capitalismo sia in qualche modo ‘cristiano’ è tautologico, essendo qualcosa nato e cresciuto in
Europa, e quindi nella cristianità. Le cose piú interessanti cominciano invece ad affiorare quando
proviamo a porci domande ‘seconde’ e ancora poco esplorate: che cosa del cristianesimo è entrato
nel capitalismo? Che cosa è rimasto fuori? Come è entrato? Questo saggio è un tentativo di dare
qualche prima risposta a queste domande (pp. 459-472).
The multi-dimensions of the needle-eye and the camel. Christianity and economy in a historical
view. Capitalism resembles more and more a religion. A religion that, in the West, has taken the
place of Christianity, flying, like the cuckoo, into its nest. Capitalism has always had a complex
relationship with Christian humanism. Much has been written and discussed on the alleged
Christian nature of the spirit of capitalism (Weber, Fanfani). Forgetting so to say that capitalism
is somehow ‘Christian’ is tautological, being something born and raised in Europe, and therefore
in Christianity. The most interesting things, on the other hand, begin to surface when we try to
ask ourselves ‘second’ and still little explored questions: what has entered into capitalism about
Christianity? What is left out? How did he get in? This paper is an attempt to give some initial
answers to these questions.
GIORGIO BOZZA, Come gestire i beni temporali della chiesa. Alcune provocazioni a partire dal
pensiero francescano. Papa Francesco spesso ribadisce come i beni della chiesa devono essere usati
per annunciare il Regno di Dio e non utilizzati a discapito delle persone e dei valori evangelici.
Il pensiero francescano, sul tema della ricchezza e sulla gestione dei beni, ha una lunga tradizione
di pensatori che sono riusciti a conciliare la scelta di povertà volontaria con l’esigenza di vivere
nel mondo e accogliere ciò che la Provvidenza affidava loro. Alcuni principi, come la verità,
la libertà, la fraternità e il bene comune, che hanno guidato la riflessione dei Minori su questi
temi, dando vita a istituzioni profetiche come i monti di pietà, potrebbero aiutare le parrocchie,
le diocesi, gli ordini religiosi e la chiesa tutta nell’intraprendere un serio discernimento sull’uso
dei beni (pp. 473-485). thought. Pope Francis often insists on using the Church riches to preach God’s reign. They
cannot be used to the detriment of people and of evangelic aims. On the theme of richness and
its management the Franciscan thought has had a long tradition among scholars who succeeded
in reconciling the choice of voluntary poverty with the need of living in the world accepting what
Providence entrusted to them. A few principles like truth, freedom, brotherhood and common
good has guided the Friars Minor’s reflection on these themes and helped to found prophetic
institutions like “monti di pietà” which could help parishes, dioceses, religious orders and all the
church in considering a wise use of ecclesial properties.
GIUSEPPE MAZZOCATO, La forma incondizionata della volontà e la totalità dell’amore. Attualità
teologica della teoria di Kant sulla morale. L’articolo approfondisce quel tratto del pensiero
morale kantiano che va sotto il nome di “formalismo”, mostrandone una sua pur parziale verità.
La verità sta nel fatto che la categoricità dell’imperativo morale è obiettivamente legata alla sua
formalità e che tale formalità deriva dal fatto che esso ha come oggetto l’io. Ciò che si impone
categoricamente alla coscienza morale dell’uomo riguarda infatti ciò che l’io deve a se stesso,
alla sua dignità di uomo e a quella sublimità a cui l’animo umano aspira che è la libertà. La
verità fenomenologica è oscurata dall’operazione teorica di Kant, che riconduce l’incondizionatezza
della volontà alla formalità della ragione, mostrando in tale modo l’esistenza dell’uso
pratico della ragione. Tale operazione è funzionale al sistema teorico, ma non corrisponde al
“fatto” a cui Kant stesso si appella. Rimane dunque da cogliere e illuminare questo nesso tra
categoricità e formalità dell’imperativo, vedendo in ciò la radice di questioni dibattute dai teologi
e variamente riconducibili al rapporto tra la dimensione trascendentale e quella categoriale
della moralità umana e l’ineludibilità di quella radicalità che il vangelo consegna al cristiano e
chiede di essere pensata (pp. 487-498).
The unconditioned form of will and the all-encompassing love. Theological updating of Kant’s
theory on moral philosophy. This article analyses that element of Kant’s moral thought called
“formalism” and shows its partial truth. Truth relies on the categorical form of moral imperative
which is objectively linked to its formality, coming from the fact that it has the ego as its
object. What imposes categorically on the moral conscience of man, regards what the ego owes
to himself, to his dignity and to the sublimity he aims to, which is freedom. The phenomenological
truth is concealed by Kant’s theoretical operation leading unconditioned of the will to the
formality of the reason, thus showing the existence of the practical use of reason. This operation
is functional to the theoretical system but it does not correspond to the “fact” Kant himself
appeals to. Therefore we must understand and highlight this relationship between categoricity
and formality of the imperative, as in this root we see the link among questions much debated
by theologians and variously ascribed to the relationship between transcendental and categorical
dimension of human morality and the unavoidable radicalism which the Gospel entrusts to
Christian believers and which asks to be taken into consideration.
SIMONE DUCHI Angelo e diavolo: ipotesi per un’elaborazione culturale del dramma tra grazia
e libertà. Sembra che un saggio sistematico sugli angeli sia destinato alla ripetizione del dato
tradizionale, o a una sua smentita. Nella forma di una sintesi programmatica, questo studio
mira piuttosto a scorgere proprio nella bontà di quel dato l’esigenza di un suo aggiornamento.
All’apparente marginalità del tema fa da contrasto un prezioso banco di prova per la storicità
della fede e dell’ermeneutica teologica. La lettura proposta fa leva sulla distinzione di due piani:
angelo e demonio sono componenti del dramma salvifico, ma intenderli come soggetti sovrumani
è proprio di una concezione del mondo che non vincola la fede ai propri presupposti. Né spiriti
né proiezioni umane, propongo di scorgere in angeli e demoni realtà spirituali che traggono senso
nell’esperienza credente dell’agire di Dio (pp. 499-511).
Angel and demon: hypothesis for a cultural elaboration of the drama between grace and freedom.
A systematic study about angels seems to be destinated to a repetition of the traditional
data or to their denial. Providing a programmatic synthesis, this contribution aims at underlining
the validity of those data as the very reason of their updating. The seeming marginality of
the subject reveals a significant test for the historicity of faith and theological hermeneutics. My
hypothesis is based on the distinction of two sides: angels and demons are indeed actors of the
salvation drama, but considering them as superhuman creatures is typical of a world-view which
doesn’t bind the faith to its presuppositions. Neither spirits nor illusions, angels and demons are
spiritual realities which make sense in the faithful experience of God’s work.
EDITORIALE
GIUSTIZIA ED ECONOMIA
PER LA COSTRUZIONE DI UNA CIVILTÀ DI PACE
Nella storia contemporanea, assistiamo a conflitti di devastante gravità; attendiamo che i responsabili politici operino secondo accorte azioni di pace. La pace passa anche attraverso azioni di giustizia economica. Siamo impegnati nella costruzione di una civiltà in cui le nostre azioni nascano dalla libertà e si aprano al valore della solidarietà: saremo allora capaci di divenire voci che dicano l’autentica humanitas che, nella intelligenza, si volga alla speranza della giustizia per tutti. Papa Francesco leva alto il grido contro nuove e pericolose forme di neoliberismo, contro una società guidata da uomini che si preoccupano di possedere sempre piú e intendono la giustizia come contesa per la spartizione dei beni. Una società incurvata nella pretesa del guadagno, fondata sulla presunzione di autosufficienza teorica, etica, giuridica e politica è guidata da un’economia che, poiché mira al profitto di pochi, diviene un’economia che uccide 1. La filosofia è chiamata a riconoscere che il nostro « agire economico » è ben piú che un’azione volta al raggiungimento del profitto; esso deve aprirsi ai temi della giustizia, della libertà, del bene comune. Noi possiamo riferirci alla grande tradizione classica e riconoscere, con Aristotele, una importante distinzione tra la crematistica, che è l’arte di arricchirsi, di procurarsi dei beni, di acquisire ta chremata, cioè gli averi, e l’economia, che si riferisce all’amministrazione della casa, dell’oikos. Nella lingua greca, il termine oikos non ha una qualificazione materiale, non è detto di un edificio, bensí si riferisce alla dimora che si abita, che si custodisce e in cui si è custoditi. In essa, l’io si manifesta in un legame inscindibile con le cose e con gli altri, secondo le differenti modalità di relazione, cioè del vivere insieme 2. « L’oikos – scrive Émile Benveniste – [...]