INDICE
Editoriale
ITALO DE SANDRE
Stili etici: una esplorazione
LUCA PEYRON
I luoghi dove stiamo crescendo
MARTINO SIGNORETTO
Modelli etici nella Scrittura e l’orizzonte storico-salvifico
SIMONE MORANDINI
Francesco, per il rinnovamento dell’etica
ROBERTO TAMANTI
Illuminare il vissuto morale. Categorie e ambiti per una rinnovata fondazione della morale
EUGENIA SCABINI
Famiglia come soggetto morale, tra le generazioni
GAIA DE VECCHI
Scuola, educazione, etica. Abi(li)tare il percorso scolastico
CARLA CORBELLA
Comunità cristiana come spazio di formazione etica?
ROBERTO MASSARO
Accendere l’eternità o spegnere la vita? La formazione etica del presbitero
Invito alla lettura (Roberto Massaro)
In libreria
Editoriale
«Educare ed educarci in questo tempo, affinché nessuno pensi di chiedere a Google la risposta sul senso della vita, ma ricominci a chiederlo alle grandi narrazioni che hanno guidato nel corso dei secoli credenti e non credenti». È l’incisiva conclusione che Luca Peyron ci affida dopo averci accompagnati in una lucida riflessione sui Luoghi dove stiamo crescendo, evidenziando come la sensazione di smarrimento e di confusione che a volte afferra noi e le nostre comunità ecclesiali oggi non sia solamente nostra, ma attanagli gran parte della cultura, delle religioni, dell’economia, delle stesse etiche generali e applicate. In questa epoca di grandi transizioni (ce n’è mai stata una che non lo fosse?), di tempi difficili, complessi e disorientanti (difficile trovare chi non l’abbia asserito dei propri), tuttavia, è necessario riprendere l’«arte del pilota» (cibernetica) a partire dalla responsabilità di attuare una necessaria formazione morale. 1. Etica e morale Se nel titolo della monografia usiamo il termine «etica» è perché oggi si preferisce parlare di etica piuttosto che di morale, dal momento che quest’ultima ha una connotazione peggiorativa. Se dal punto di vista semantico i due termini possono equivalersi, non così sul versante etimologico dove si rilevano delle differenze anche notevoli. Non si tratta di un semplice esercizio di vocabolario e neppure di una distinzione
tecnica (etica come scienza che assume le morali come oggetto di studio), definiscono invece competenze specifiche, per cui, esemplificando con Paul Ricoeur, con «etica» va intesa la visione di una vita compiuta, di una vita buona e felice, mentre con «morale» se ne vanno precisando le articolazioni nei dettami e nelle normative. Le voci plurali che costituiscono la presente monografia non potevano facilitare una chiara determinazione di tali differenze, per cui si è inteso soprassedere alle differenziazioni specifiche, intendendo i due termini come equivalenti. E questo vale anche per l’impiego indifferenziato dei due termini «formazione» ed «educazione». Peraltro, la problematica che la redazione ha inteso discutere non è la differenza tra etica e morale, ma la necessità oggi di una formazione etica/morale e i termini di una sua possibilità nel mezzo di un cambiamento epocale caratterizzato dall’accentuazione delle soggettività individuali e dal pluralismo che ci ha portato in dote questa era globale. Al centro, cioè, abbiamo posto il nodo della formazione che insorge di necessità innanzi all’affermarsi di stili di vita nuovi e diversi, alla pervasività della mentalità tecnologica, alle frammentazioni delle esistenze, alla dispersione interiore, alla preponderanza dell’esteriorità sull’interiorità, situazioni che mettono in crisi e a rischio l’unità e la finalità del vivere personale avvertito come governato dalle circostanze e dall’arbitrarietà dei forti al punto che da più parti – anche nella chiesa – insorgono appelli per una riaffermazione convincente e rassicurante di principi chiari e dottrine precise. Ma sarebbe poi questa la risposta e la formazione migliore possibile: una specie di coazione a ripetere? 2. La via della formazione etica Non basta ovviamente. Riaffermare codici e principi, valori e verità pratiche, prassi e teorie lascia il tempo che trova. Anzi, a volte sembra più un rassicurante espediente che l’assunzione determinata di un bagaglio dottrinale ed etico. Occorre invece farsi carico seriamente dell’istanza conciliare per un’accurata consapevolezza critica della nostra interiorità personale, la formazione continua di una coscienza capace di essere libera, quindi responsabile. Questa è la via della formazione etica. È in questa ottica che si muove la nostra proposta e che si comprende meglio anche la scansione dei contributi del fascicolo. La riflessione si apre con una previa esplorazione dei motivi che rendono arduo per tutti l’impegno della formazione morale. Italo De Sandre (Profili etici: una esplorazione) illustra con puntualità i «bacini valoriali» che più profondamente oggi danno senso alla vita delle persone. Li definisce anche «codici generativi» perché determinano il giudicare e l’agire. Conoscerli è essenziale per un’adeguata elaborazione delle risposte. Perché saper rispondere è necessario nella dinamica dialogica di ogni atto formativo. Il secondo contributo, quindi, va più in profondità e guarda a I luoghi dove stiamo crescendo. Cosa rimane dopo la crisi delle grandi agenzie etiche tradizionali (scuola, associazioni, chiese, sindacato, partiti…)? Quali riferimenti etici rimangono in questo tempo senza ideologie e senza fede? Luca Peyron ci guida in cerca di una morale condivisibile adatta per questa nostra società globale e smaterializzata. Al cuore del fondamento etico e al centro della sua formazione c’è la parola di Dio, luogo vivente dell’ascolto di Dio e della relazione con lui. Diversamente da come ci si aspetterebbe, nella Scrittura sono presenti molteplici modelli etici, che attestano il forte legame che c’è tra etica, storia e società all’interno dell’unico orizzonte storico-salvifico. Martino Signoretto (Modelli etici nella Scrittura e l’orizzonte storico-salvifico) accompagna la sua riflessione con due esemplificazioni concrete, complicate in sé e apparentemente ai margini del piano di salvezza, ma diventate storie benedette. [...]
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Lara Munari il 4 agosto 2020 alle 10:45 ha scritto:
Ho deciso di fare l'abbonamento a questa rivista dopo aver visionato negli indici gli argomenti trattati. La ritengo di notevole interesse, apprezzo l'esaustività degli approfondimenti che guardano al tema trattato da molteplici punti di vista, tali da offrire al lettore una visione ampia che diventa spunto di riflessione e occasione di formazione e confronto. È sicuramente uno strumento che favorisce la conoscenza critica e l'apertura mentale.