Sommario – Nel 2018 si è celebrato il 7° centenario dell’inizio del viaggio di frate Odorico da Pordenone OMin; del viaggio ci ha lasciato una relazione dettata, al suo rientro nel 1330, nel convento di Sant’Antonio a Padova, a frate Guglielmo da Solagna, per esplicito ordine del ministro provinciale frate Guidotto da Bassano. Il dettato costituisce una delle relazioni di viaggio tra le più fortunate e note del medioevo, a fi anco di quella più conosciuta di Marco Polo relativa al suo viaggio compiuto tra 1271 e 1295. È noto che la relazione di Odorico poté raggiungere la corte papale avignonese, diramandosi da questa in una nutrita serie di ulteriori copie in più idiomi, che hanno reso possibile solo in tempi recenti (2016) un’edizione critica del testo. Il contributo offre i dati essenziali della biografi a e della raccolta dei miracoli di Odorico, oggetto di culto fi n dal momento della morte, anche se per varie vicende non fu mai aperto un processo formale di canonizzazione. Disponiamo oggi di un’edizione critica della vita e dei miracoli, curata da Andrea Tilatti nel 2004, oltre ai dati della ricognizione effettuata nel 2002 sul suo corpo, conservato in un’arca marmorea nella chiesa del Carmine di Udine, qui trasferita dalla chiesa di San Francesco dopo la soppressione del convento. La relazione odoriciana viene letta nel quadro più ampio delle relazioni diplomatiche che la Sede Apostolica cercò, fi n dalla metà del Duecento, di stabilire con il popolo mongolo dei Tartari, che con rapide e violente incursioni erano giunti fi no ai confi ni dell’Europa. Varie furono le missioni, sia da parte del sovrano francese san Luigi IX come quella affi data a frate Guglielmo di Rubruck OMin, sia papali affi date ai frati Predicatori e ai frati Minori, eseguite da frate Giovanni da Pian del Carpine, che ci ha lasciato un’importante Historia Mongalorum; missione proseguita nella seconda metà del Duecento più tardi da frate Giovanni da Montecorvino entrato in relazioni cordiali con la corte mongola, fi no a costituire nei territori cinesi una consolidata presenza cattolica, con la relativa gerarchia. La Relatio di Odorico va letta nel quadro globale di relazioni che legano il mondo francescano con quello cinese, particolarmente in quella fase di consolidare stabilmente una presenza cattolica perseguita per trentacinque anni da Giovanni da Montecorvino († 1328) consacrato vescovo di Khanbaliq e “patriarca dell’Oriente”. Progetti dissoltisi allorché la dinastia mongola favorevole ai cattolici venne ribaltata dalla dinastia cinese Ming, che chiuse ogni rapporto con l’Occidente fi no al XVI secolo.
Parole chiave: Odorico da Pordenone OMin, Mongoli, Cina: relazioni diplomatiche papali, Giovanni da Pian del Carpine OMin, Giovanni da Montecorvino, missioni francescane nel Cathay.
Summary – In 2018, the 700th anniversary of the journey of Friar Odoric of Pordenone OMin was celebrated. On returning to the friary of St. Anthony in Padua in 1330, he left a verbal report of the journey with friar William of Solagna, by clear instruction of the Minister Provincial Friar Guidotto of Bassano. The transcript is one of the most fortunate and well-known accounts of travel in the Middle Ages, alongside the more famous one of Marco Polo concerning his journey made between 1271 and 1295.
It is known that Odoric’s report was able to reach the Avignon papal court, branching out from this into a series of further copies in several languages, which made a critical edition of the text possible only in recent times (2016). The contribution offers the essential documents of Odoric’s biography and the collection of miracles, and how he became an object of devotion from the moment of death. Although, as a result of various events, a formal canonization process was never opened. Today we have a critical edition of the life and miracles, curated by Andrea Tilatti in 2004, along with the details of the examination carried out on his body in 2002, preserved in a marble sarcophagus in the church of Carmine (Our Lady of Mount Carmel) in Udine, which was transferred from the church of Saint Francis after the suppression of the friary. The Odoric reference is read in the broader framework of diplomatic relations that the Apostolic See sought, as early as the middle of the thirteenth century, to establish with the Mongolian Tartars, who had reached Europe’s borders with rapid and violent raids. There were numerous missions, on the part of the French sovereign Saint Louis IX as well as the one entrusted to Brother William of Rubruck OMin, both papal-entrusted to the Friars Preachers and to the Friars Minor, accomplished by friar John of Pian de Carpine, who left us an important Historia Mongalorum; the mission continued later in the second half of the thirteenth century by friar John of Montecorvino who entered into cordial relations with the Mongol court, to the point of constituting a consolidated Catholic presence in the Chinese territories, with the relavant hierarchy. The account of Odoric must be read in the global framework of relations that bind the Franciscan world with the Chinese one, particularly in that phase of consolidating a Catholic presence followed for thirty-fi ve years by John of Montecorvino († 1328) consecrated bishop of Khanbaliq and “patriarch of the Orient”. Projects were dissolved in favour of Catholics, when the Mongol dynasty was overturned by the Chinese Ming dynasty, which closed all relations with the West until the 16th century.
Keywords: Odoric of Pordenone OMin, Mongols, China: papal diplomatic relations, John of Pian de Carpine OMin, John of Montecorvino, Franciscan missions in Cathay.