Indice
Michel Andraos – Geraldo Luiz De Mori
Bernardeth Caero Bustillos, Editoriale.
Perché un numero di Concilium su popoli indigeni e cristianesimi
Abstracts
I. Popoli indigeni e cristianesimi
1. Visioni teologiche, spirituali e pastorali indigene
1.1 Sherry Balcombe, Spiritualità delle popolazioni aborigene. Una testimonianza dall’Australia
I/ Nel segno di un legame con la Terra
II/ Questo è l’insegnamento dei Lore
III/ La nostra fede è il nostro legame con il Paese e con tutto ciò che Dio ha creato
1.2 Atiliano A. Ceballos Loeza, La resistenza spirituale dei popoli oriundi
I/ Introduzione
II/ Riti e cerimonie
III/ Colonizzazione e neocolonizzazione
IV/ Un futuro doloroso, ma incoraggiante
V/ A mo’ di conclusione
1.3 Ernestina López Bac, L’“altare maya”come esperienza teologica e interreligiosa
I/ Introduzione
II/ Esperienze teologiche, ecumeniche e pratiche
III/ L’altare maya, simbolo della spiritualità comunitaria ed ecocentrica
IV/ Invito dei popoli indigeni di Abya Yala a pregare con il cuore sull’altare maya
1/ Ritessere le vie della vita e della storia
2/ La via dell’est
3/ La via dell’ovest
4/ La via del nord
5/ La via del sud
6/ Il centro, luogo del “Cuore Cielo – Cuore della Terra”
V/ Conclusione
1.4 Sofía Chipana Quispe, La Bibbia nei processi andini di decolonizzazione e interculturalità
I/ Alcune parole necessarie…
II/ La superiorità della Bibbia nelle riletture andine
III/ Una decolonizzazione necessaria della teologia andina
IV/ Interculturalità e Bibbia
V/ Conclusione
1.5 Harry Lafond, La Chiesa e le popolazioni indigene del Canada. Una visione Cree della Chiesa
e la mia esperienza come cattolico Cree
I/ La chiesa e le popolazioni indigene del Canada
II/ Conversazione di Harry Lafond con Michel Andraos
2. Dialoghi con i cristianesimi: prospettive regionali
2.1 Laurenti Magesa, Dalla frantumazione all’integralità. Guarire una Chiesa ferita in un continente ferito e modellare un cristianesimo africano del futuro
I/ Il paradigma fondamentale per l’evangelizzazione
II/ Le origini del cristianesimo etnocentrico caucasico
III/ Conseguenze sull’identità cristiana africana
IV/ Recupero della vista: la cultura come via per l’autentica evangelizzazione
V/ «Àlzati e cammina»: rafforzamento della libertà dal giogo della schiavitù culturale
VI/ Guardando al futuro
2.2 Alejandro Castillo Morga, L’orizzonte pedagogico a partire dall’etica dei popoli indigeni.
Il progetto del Centro di arti e mestieri per i popoli originari del Messico
I/ Introduzione
II/ I popoli originari nell’epoca della Modernità e del colonialismo
III/ Interpellanza etica dei popoli originari
IV/ L’etica indigena come discorso critico per una prospettiva pedagogica
V/ Il progetto del Centro di arti e mestieri per i popoli originari del Messico
VI/ Conclusione
2.3 Paulo Suess – José Agnaldo Gomes,
La causa indigena come critica della “ragione coloniale”
I/ I sopravvissuti e il loro Paese
II/ Condizioni di sopravvivenza
III/ Crollo della ragione coloniale
IV/ Il sinodo per l’Amazzonia come svolta decoloniale
2.4 Michel Andraos, Decolonizzare la relazione con le popolazioni indigene. Sfide teologiche e pastorali a lungo termine: una riflessione dal Canada
I/ Introduzione
II/ Le scuse non bastano
III/ Un compito per la teologia
IV/ Le sfide del futuro secondo teologi e studiosi indigeni
V/ Riconciliazione, dialogo, decolonizzazione
3. Riflessioni pastorali e teologiche
3.1 Karl M. Gaspar, Contesto ambientale, impoverimento e contrasti. Il caso della popolazione indigena di Bislig (Filippine)
I/ Introduzione
II/ Antropologia e sviluppo
III/ Provincia del Surigao del Sur
IV/ L’estrazione mineraria nella provincia
V/ La diocesi di Tandag
VI/ La parrocchia di Bislig
VII/ Miniere di carbone
VIII/ Applicazione e approvazione del certificato
di dominio ancestrale
IX/ Conclusioni
3.2 Diego Irarrázaval, Saperi autoctoni di rilevanza universale
I/ Introduzione
II/ Categorie egemoniche e conoscenze di ciascun popolo
III/ Resilienza indigena a carattere universale
IV/ Conclusione
II. Forum teologico
Celam – Dipartimento Cultura ed Educazione, «Cristo stesso è indigeno, nei membri del suo corpo». Messaggio finale dell’incontro degli operatori pastorali nativi dei popoli originari
Bernardeth Carmen Caero Bustillos,
«Vedendo e sentendo la realtà dei popoli originari…»
José Bartolomé Gómez Martínez,
«Una chiesa con un volto indigeno»
Geraldo De Mori, Soggetti dell’evangelizzazione e della storia
III. Rassegna bibliografica internazionale
Editoriale
Perché un numero di Concilium su popoli indigeni e cristianesimi
Sia la relazione di tipo coloniale fra cristianesimi e popoli indigeni sia le “evangelizzazioni” violente rendono non più dilazionabile, da parte della chiesa odierna, il dialogo e la solidarietà con quei popoli. Negli anni Novanta, in occasione della commemorazione del cinquecentesimo anniversario della conquista delle Americhe, le popolazioni indigene avevano attirato una qualche attenzione delle chiese del mondo, attenzione che tuttavia oggi appare definitivamente scemata. Le questioni politiche, sociali, culturali, pastorali e teologiche sollevate all’epoca dalle popolazioni indigene non sono state, in gran parte, affrontate adeguatamente e spesso vengono nuovamente spinte ai margini. Una delle questioni più urgenti, che richiede oggi impegno e attenzione pastorale, è la nuova (ma anche vecchia) situazione coloniale dell’estrattivismo in terre indigene, per foraggiare il mercato globale, a spese della Madre Terra e del sostentamento di molte comunità indigene nel mondo. La situazione in Amazzonia è uno degli esempi più eloquenti di ciò che sta accadendo a livello globale. Il sinodo speciale che si terrà di qui a poco, «Amazzonia: nuovi cammini per la chiesa e per una ecologia integrale», è un passo nella giusta direzione, neccessario da tempo, per avviarsi a un’azione pastorale al fine di costruire delle relazioni eque con le popolazioni indigene e con la Madre Terra. Per tutte queste ragioni, il tema «Popoli indigeni e cristianesimi» su Concilium ci sembra di grande attualità. Negli ultimi decenni il magistero ufficiale della chiesa cattolica e i papi hanno espresso solidarietà ai movimenti di autodeterminazione dei popoli indigeni, hanno riaffermato i loro diritti e hanno chiesto un cambio di atteggiamento da parte della chiesa nei loro confronti. Recentemente, papa Francesco si è scusato con le popolazioni indigene delle Americhe per la partecipazione della chiesa cattolica alla violenza coloniale (cf. i suoi interventi a Santa Cruz, in Bolivia, nel 2015, e a San Cristóbal de Las Casas, in Messico, nel 2016). Più di recente, il Documento preparatorio per il sinodo sulla regione panamazzonica ha assunto un approccio simile e molte chiese si sono impegnate ad avviare nuove relazioni con le popolazioni indigene. È ancora assente (o quasi), tuttavia, una riflessione teologica sistematica su cosa significhi veramente decolonizzare la teologia e il ministero pastorale. Cosa si intende per teologie e ministeri pastorali con le popolazioni indigene? Come immaginiamo queste nuove e giuste relazioni all’interno delle chiese? E perché queste teologie non sono avanzate in modo significativo negli ultimi decenni? A far data almeno dai primi anni Novanta i teologi indigeni e i loro sostenitori in ambito ecclesiale sono riusciti in ogni caso a dire la loro, articolando le loro esperienze, rivendicando un posto e una voce all’interno delle chiese e chiedendo che si instaurasse un dialogo davvero reciproco e interculturale tra le loro culture e tradizioni spirituali e le forme di cristianesimo imposte dall’Occidente. Vogliono appartenere alle chiese in quanto popoli indigeni. Ci dicono che la saggezza, le esperienze di vita, le spiritualità e le teologie degli indigeni hanno qualcosa di prezioso da offrire al nostro mondo e alle chiese, in particolare in questo momento in cui si incrociano molteplici crisi globali – ecologiche, economiche, securitarie, politiche, spirituali, ecclesiali ecc. Per anni e anni i movimenti indigeni nel mondo hanno resistito ai sistemi economici e politici neoliberali e neocoloniali. Questi sistemi – come essi chiariscono [...]