INDICE
Editoriale
M. Roselli
Tirare avanti o spingersi oltre?
Studi
G. Bezze
Perché adulti senza cresima?
I . Seghedoni
Il Secondo Annuncio e il Sacramento Secondo
A. Matteo
La fede è ancora possibile per un adulto!
M. Gioia
Cresima, mobilità e appartenenza
K. Cazzaro
La cresima degli adulti: una esperienza svizzera
M. Roselli
La cresima degli adulti: una esperienza italiana
M. Gallo
Celebrare la cresima degli adulti
Sussidi e testi
M. Roselli
Un ritiro spirituale con cresimandi adulti
A. Costabile
Celebrare la penitenza con cresimandi adulti
Formazione
M. Gallo – S. Sirboni
La Messa e il Messale
4. Il gesto spirituale
G. Tornambè
«È veramente cosa buona e giusta»
4. «Eccomi, sono la serva del Signore»
Dibattiti
M. Augé – A. Grillo
Usi e abusi in liturgia: a proposito di RPL 3/2019
EDITORIALE
Michele Roselli
Tirare avanti o spingersi oltre?
Sono diverse le persone che, non avendo completato l’iniziazione cristiana da ragazzi, chiedono di ricevere la confermazione. Spesso, questa domanda sorge in vista del matrimonio o della richiesta di impegno come padrino o madrina del battesimo o della cresima di un parente o di un amico. Per questo essa è, frequentemente, una domanda urgente, fatta per necessità, che raramente manifesta il desiderio di (ri)cominciare un cammino di fede e che riduce il sacramento della cresima a «sacramento del certificato». Come accogliere queste domande? Ci si deve accontentare di amministrare il sacramento con il minor dispendio di tempi e di energie da parte di tutti, oppure si può tentare di favorire un progresso? Lo sappiamo, almeno teoricamente, questa seconda opzione è la più evangelica. Ma è realisticamente sostenibile a fronte di scarso interesse (almeno in apparenza), di un agire pastorale obeso e di un numero di operatori che si assottiglia? Ed ancora: come accompagnare la domanda dei sacramenti perché essi non siano soltanto cerimonie? Quali sono i tentativi in atto? Qual è il compito iniziatico e mistagogico richiesto da questa sfida? Infine, come la teologia più recente afferma, i sacramenti sono «riti che danno forma alla vita». Allora è lecito domandarsi: quali deformazioni derivano da un processo disordinato che, dopo avere compromesso l’unità sacramentale di battesimo, confermazione ed eucaristia, la diluisce in un arco di tempo più o meno lungo e trasforma il secondo sacramento nel terzo o nel quarto? In altri termini, che cosa cambia ricevere la cresima da adulti? E che cosa questo cambia per la chiesa?
Il percorso
Per tentare di offrire qualche cenno di risposta alle domande presentate, questo numero della rivista offre una breve ricognizione. G. Bezze problematizza le questioni legate all’età, alla collocazione e all’ordine dei sacramenti dei percorsi di iniziazione cristiana dei ragazzi e ricostruisce la storia recente della questione. L’inadeguatezza delle proposte catechistiche e rituali rivolte ai ragazzi può provocare un abbandono dei percorsi dopo l’eucaristia e la richiesta della cresima in età adulta. I. Seghedoni assume come linea di partenza il disordine (teologico) dei nostri percorsi di IC e mette in luce i limiti di una tale comprensione. Propositivamente mostra che la possibilità di un annuncio del vangelo di libertà si radica sulla capacità di puntare sulla simbolica della cresima non come sacramento del compimento, ma come sacramento non necessario. M. Roselli e K. Cazzaro raccontano l’esperienza dell’accompagnamento di adulti verso la cresima. Tali percorsi devono tenere aperte diverse vie di accesso al mistero (K. Cazzaro). Ciò domanda anche di prendere sul serio tutte le dimensioni dell’esperienza cristiana (M. Roselli) ed in particolare il potenziale iniziatico della liturgia, il cui codice rituale dovrebbe essere attivato il prima possibile e non solo nella messa di celebrazione del sacramento. (M. Gallo).
La cresima di adulti richiede tempo e domanda da adulti
Ci vuole tempo per fare evolvere e convertire le rappresentazioni di fede. Ci vuole tempo e ritmo – accoglienza e decisione, conversione, preghiera – per camminare verso la cresima. Questo vale anche per i migranti e li può aiutare a far evolvere le motivazioni di richiesta del sacramento da mezzo di integrazione sociale a segno del dono di Dio. Ci vuole tempo anche per stare nelle dinamiche ecclesiali e comunitarie che il sacramento significa. L’accoglienza della domanda di sacramento può essere occasione per ragionare sui modi in cui la chiesa si fa carico dell’adulto.
Almeno due piste per continuare
La domanda della cresima da adulti è appello alla comunità che ci manca o che sembra essere altrove. Anche relativamente ai percorsi di completamento d’iniziazione cristiana può valere la diagnosi che vale per l’iniziazione cristiana in generale. Essa è una questione ecclesiologica, non soltanto pastorale e neppure solo catechistica. Domanda di ritrovare un protagonismo dell’intera comunità ecclesiale, perché tutti – lo sappiano o meno – sono testimoni di fede per coloro che sono generati alla fede. Riconosciuto l’attuale disordine teologico delle tappe sacramentali della IC ed ammesso che sul panorama attuale incidono questioni pedagogiche e tradizionali, aldilà delle posizioni che ciascuno liberamente può sostenere, il punto assodato che la prassi ci rinvia è che un ritrovato ordine teologico nella collocazione nell’ordine dei sacramenti non garantisce la continuità del cammino. In questo senso parrebbe più promettente lavorare per manifestare l’unità di battesimo, confermazione ed eucaristia. Si tratterebbe di uscire dalla visione lineare dei sacramenti a vantaggio di una visione concentrica, tipica dell’era patristica, e di mostrare il legame della cresima con gli altri due sacramenti della IC e la centralità dell’eucaristia come compimento non solo dei tre sacramenti della IC, ma dell’intero settenario sacramentale.